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Adriana Enriques collaboratrice del Periodico

La figura di Adriana Enriques e la sua collaborazione al Periodico di Matrmatiche. La sua presentazione del gioco di Wythoff.                                             

Negli anni seguenti la sua  laurea in matematica (conseguita a Roma nel 1925), Adriana Enriques  continuò a collaborare al «Periodico di matematiche», per il quale nel 1921, ancora studentessa, aveva scritto Una polemica matematica dell’antichità, con alcuni articoli su giochi matematici, logica del non-senso, enigmistica.

Nel lavoro di Nicola Fusco  “Adriana Enriques un altro articolo sul gioco” possiamo apprezzare come Adriana espone le regole di  un gioco a tre oggetti, oggi noto come gioco del Nim,  e arriva a una formalizzazione che permette  di individuare la strategia vincente.

Nel N.1 del Periodico dello stesso anno (1930), sempre nella sezione “Varietà e questioni matematiche”, Adriana pone invece, come quesito, una variante del  gioco  del Nim, altrettanto ricco di spunti per un approfondimento dei contenuti matematici.

Nella descrizione del gioco Adriana allude a un’origine tedesca, ma solitamente  il gioco è attribuito al matematico olandese Willem  Abraham Wythoff che nel 1907 ne pubblicò una trattazione matematica.

E’ interessante inquadrare, sia nel contesto storico-culturale,  sia nel panorama didattico,  l’interesse dell’autrice per  i  problemi di carattere logico e, insieme, di matematica ricreativa.

A partire dall’anno scolastico 1930-1931 venne adottato nelle scuole elementari il Testo Unico di Stato.

La scelta fu giustificata, ufficialmente,  dall’esigenza di porre un freno al proliferare della produzione dei testi e di controllare il «carolibri» e  vantava  inoltre una  motivazione culturale. Di fatto, però, permetteva allo Stato di  esercitare un controllo continuo sull’educazione dei piccoli studenti. Sebbene  inizialmente, al fine di assicurare prestigio e credibilità al testo unico, gli autori furono scelti  tra  personalità di spicco  nel mondo accademico, come Gaetano Scorza, la stesura  dei testi cominciò presto ad essere  guidata da condizionamenti ideologici.

La Riforma del 1923 rispecchiava  l’attualismo gentiliano e si ispirava all’attivismo della Scuola Serena di Giuseppe Lombardo Radice,

Essa subì comunque una serie di «ritocchi» da parte del regime fascista, al fine di imporre un modello educativo che privilegiava la prassi, l’azione e il culto della personalità,  piuttosto che  il pensiero critico e la creatività.  In  fig.1 la copertina di un sussidiario   “di Stato” dell’anno 1940-41.

Prima, comunque,  che il regime iniziasse la sua opera di propaganda nelle scuole, il pregevole  lavoro di revisione ad opera della prima Commissione centrale per i libri di testo, presieduta da Giuseppe Lombardo Radice, riuscì a   migliorare la qualità dei testi di Aritmetica e di Scienze per la scuola elementare e a  favorire un nuovo progetto pedagogico.

Il matematico Michele Cipolla, concludeva la “Relazione sui libri di testo per l’insegnamento dell’Aritmetica esaminati dalla Commissione Centrale” con  questa  riflessione  che, a distanza di un secolo, possiamo ancora apprezzare:

«…L’insegnamento dogmatico delle  nozioni aritmetiche e geometriche insidia non solo la formazione dell’intelligenza verso il vuoto e l’artificioso, ma ancor più il carattere morale cui diverrebbe familiare l’insincerità».

Il recente articolo di Biagio Scognamiglio “I libri di testo per l’insegnamento dell’Aritmetica”  fa riferimento al contributo, sul N. 4 del Periodico dell’anno 1924, di Giuseppe Peano, altrettanto critico verso i testi  che si ispiravano ancora ad un insegnamento dogmatico  della matematica, «disciplina creativa per eccellenza».

Nel 1930 Adriana Enriques  dimostra di essere rimasta fedele alle prime indicazioni pedagogiche della Riforma Gentile e pone all’attenzione dei lettori dell’organo della Mathesis  alcuni quesiti di logica e matematica ricreativa, riconoscendone implicitamente l’ interesse didattico e la valenza formativa.

Il Gioco (anzi “giuoco”) dei due oggetti, proposto da Adriana Enriques.

GIUOCO

Teutonicus, che si ha ragione di ritenere ispirato da alcuni matematici tedeschi,  propone il seguente giuoco. (Fig.2)
Si pongano sulla tavola due gruppi di oggetti: sassi, stecchini o soldi ecc. Alternativamente i due giuocatori toglieranno oggetti da questi gruppi, osservando la seguente regola:
si può togliere quanti si vogliano oggetti da un solo gruppo, ovvero bisogna togliere lo stesso numero di oggetti da ambedue i gruppi.
Vince  colui che arriva a togliere tutti gli oggetti dalla tavola.
Tra gli sfidati da Teutonicus se ne è trovato uno che-rilevando la sfida-si dice certo di vincere, purché gli sia dato di scegliere chi ha da cominciare il giuoco. Naturalmente egli vuole esercitare questo diritto dopo aver contato gli oggetti che formano i due gruppi: ci sono dei casi evidenti  in cui chi comincia vince, e casi in cui accade l’opposto.
Trovare e dimostrare la chiave del giuoco.

Soluzione di Adriana Enriques – Spiegazioni,  esempi, approfondimenti

 

Autore

  • Adriana Lanza

    Laureata in matematica, all'Università “La Sapienza” di Roma  . Vincitrice di concorso a cattedra per la classe matematica e fisica, ha  insegnato a Roma nel liceo scientifico  “Cavour” e ha collaborato con la S.S.I.S del Lazio in qualità di insegnante accogliente per i tirocinanti. In pensione dal 2009, ha partecipato al progetto del MIUR “La prova scritta di Matematica degli esami di Stato nei Licei Scientifici: contenuti e valutazione”  . Collabora alle attività di formazione della Mathesis.

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