HomeDocenti

Bravi a scuola ma scarsi ai test

Giudizi pesanti sull’operato dell’Invalsi e sui test. Bravi a scuola ma scarsi ai test che sono una mostruosità. La miglior cosa sarebbe eliminare l’Invalsi.

Desideriamo ricordare che sul quotidiano la Repubblica il 18 luglio 2021 è stata pubblicata una lettera sormontata dal titolo “I test Invalsi non danno un quadro reale”.

È la lettera di Antonio Trillicoso, docente di scuola primaria con trentacinque anni di servizio, che si esprime fra l’altro  così :

“I dati Invalsi vengono registrati sì con una certa oculatezza ma noi stessi in qualità di insegnanti ci rendiamo conto che ragazzi bravissimi, eccellenti, di fronte alla prova Invalsi a volte si fermano, si bloccano e i loro risultati finali certamente non rappresentano la loro reale preparazione.”

E ancora:

“Una cosa è certa: questa unica prova non serve quasi a nulla e non  esprime, ripeto, la reale fotografia della preparazione dei ragazzi italiani.”
Premesso che elimineremmo quel “quasi”, nella lettera il docente svolge altre sensate considerazioni, proponendo anche possibili modifiche alle modalità di somministrazione delle prove. Se ci siamo permessi di estrapolare soltanto i passi sopra citati, ciò è dipeso dal fatto che essi sono ulteriore testimonianza di un fenomeno cruciale: la discrepanza fra i metodi usati per misurare delle capacità fuori contesto e le valutazioni dei docenti in situazione.

È questa discrepanza il problema reale da affrontare. I sedicenti esperti di misurazione delle competenze dovrebbero rendersi conto che è necessario in proposito bandire ogni chiacchiera. Sennonché non sembra che vogliano impegnarsi nel rispondere a questo quesito: come mai tanti “ragazzi bravissimi, eccellenti” non sanno risolvere quei test?

La risposta, precisa e tagliente, proviene da Luciano Canfora, professore emerito di filologia greca e latina presso l’Università di Bari nonché  membro della Fondazione Istituto Gramsci di Roma e dell’Institute for the Classical Tradition di Boston. Evidenziando che per Luciano Canfora “le prove Invalsi sono una mostruosità”, ne dà notizia Salvo Amato in un articolo reperibile al seguente link:
le-prove-invalsi-sono-una-mostruosita-che-non-premiano-chi-ha-spirito-critico

Il tono del noto filologo è perentorio nell’invocare una drastica soluzione:

“La miglior cosa sarebbe eliminare l’Invalsi e restituire i suoi test a chi li ha inventati”.

Perché questo? Perché quei test sono antitetici alla componente fondamentale che caratterizza una reale crescita intellettiva: lo spirito critico.

Come documentato, la paralisi cognitiva indotta dall’Invalsi è testimoniata sia da docenti universitari che da docenti  dei corsi di studio anteriori. Se ne può dedurre che ottenere buoni risultati in quelle prove non certifica un possesso di competenze da spendere nella realtà e non significa affatto essere intelligenti, al punto che saremmo tentati di invertire reciprocamente il titolo di questo nostro intervento:  bravi ai test ma scarsi a scuola.

 

 

 

 

 

Autore

  • Biagio Scognamiglio

    Biagio Scognamiglio (Messina 1943). Allievo di Salvatore Battaglia e Vittorio Russo. Già docente di Latino e Greco e Italiano e Latino nei Licei, poi Dirigente Superiore per i Servizi Ispettivi del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca. Ha pubblicato fra l’altro L’Ispettore. Problemi di cambiamento e verifica dell’attività educativa.

COMMENTS

WORDPRESS: 0
DISQUS: 0