Commenti di Docenti ed Alunni
Tiziana Bindo ha raccolto alcuni commenti comparsi in rete:
Dal Forum di Repubblica:
Autore: labelva 22-06-01
sempre a lamentarsi, eh?!
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la prova di matematica (sia quella del pni che ho fatto io, sia quella normale che ho visto) era stra FACILE!!!!!
Autore Francesco 22-06-01
Sono d’accordo con te, non c’è niente di irregolare nell’esame, e soprattutto la prova di matematica del pni era ridicola (direi anche un po’ più facile di quella dello scientifico tradizionale). Insomma, dopo una notte di tormento, mi ritrovo di fronte quesiti come “dimostra che il volume della sfera è uguale ai 2/3 di quello del cilindro circoscritto”, o come una banalissima applicazione del teorema di Lagrange.
Che sollievo….
Dalla lista di discussione “Cabrì “:
Luigi Tomasi – Adria (Rovigo)
Mi sembra che la novità del questionario sia da apprezzare, soprattutto perché gli argomenti erano formulati bene (non erano domande puramente teoriche) e prevedevano questioni varie, che finalmente spaziavano su diversi temi.
Il problema 1 (sto parlando del tema del PNI), tuttavia, non è dello stesso livello di difficoltà del problema 2; indubbiamente il primo richiedeva più intuizione geometrica (soprattutto nello studio del luogo geometrico) ed anche più competenze di manipolazione trigonometrica (nella parte finale). Ne ho la conferma correggendo le prove scritte della mia classe: gli allievi che hanno scelto il problema 1, anziché il problema 2, hanno raggiunto punteggi più bassi (e non si possono nemmeno pesare i problemi in modo diverso).
Gli allievi “medi”, quelli che hanno sempre studiato guadagnandosi la sufficienza o anche una valutazione discreta, inoltre, mi sembra si siano trovati meglio degli studenti di pari livello che hanno fatto l’esame gli scorsi anni. In genere, al termine della prova sono usciti con più soddisfazione rispetto agli anni precedenti.
I quesiti del questionario, a differenza dei due problemi, mi sono sembrati abbastanza ben equilibrati tra loro.
E allora, va tutto bene in questa nuova struttura della prova di matematica?
In realtà rimangono aperte le questioni (non di poco conto) già più volte sottolineate in questa lista:
– dello sfondo non ben definito dei programmi (per usare un eufemismo), nei quali non sono precisate le conoscenze e le competenze obbligatorie da raggiungere (su cui costruire la prova d’esame);
– dell’uso delle calcolatrici programmabili e simbolico-grafiche ancora vietato (anche nei licei sperimentali PNI);
– della valutazione della prova (che a mio parere dovrebbe essere standardizzata a livello nazionale, per evitare di creare troppe disparità tra le commissioni).
Maria Ragagni
Concordo col collega Tomasi nel giudicare positivamente la prova di matematica per il liceo scientifico PNI, anche se, come hanno commentato (con sollievo!) alcuni miei alunni, non era tanto “sperimentale”. Penso che intendessero dire che l’estensore della prova non aveva insistito molto, almeno nei problemi, sugli argomenti specifici dei corsi sperimentali, che forse risultavano loro meno graditi. Insomma, giudizi positivi anche da parte degli studenti, i quali, se non altro, si sono trovati a loro agio nell’affrontare il compito. Da parte mia, l’unico appunto che vorrei fare riguarda alcuni quesiti, la cui formulazione avrei preferito più precisa. Per esempio il primo, quello che chiedeva di dimostrare che il rapporto tra il volume della sfera e quello del cilindro circoscritto era 2/3. Secondo me sarebbe stato utile specificare le premesse da cui i ragazzi dovevano partire: per esempio, si chiedeva la dimostrazione geometrica della formula del volume della sfera mediante il principio di Cavalieri e la “scodella di Galileo”, oppure si poteva utilizzare il calcolo integrale? E ancora, cosa obiettare a quegli alunni che hanno dato per note tutte le formule per il calcolo dei volumi e hanno semplicemente calcolato il rapporto tra i due solidi?
Nelle richieste di utilizzare metodi numerici per calcolare “un’approssimazione” della radice di una equazione o del valore un integrale definito sarebbe stato opportuno, a mio parere, specificare la precisione richiesta, per non lasciare allo studente la scelta del numero di iterazioni da compiere.
Infine, mi è parsa poco precisa anche la formulazione del secondo quesito, nel quale si chiedeva solo di dichiarare il numero di soluzioni di una equazione, senza pretendere da parte dello studente la dimostrazione di quanto affermava.
Daniela Rognoni
Sono in piena sintonia con le osservazioni della collega Ragagni, che ero intenzionata a fare anch’io sulla lista.Vorrei solo aggiungere che, sempre in relazione alla prova del PNI, alcuni quesiti, come quello sul calcolo dell’integrale indefinito, o quello di probabilità, erano di risposta fin troppo immediata, direi quasi banale, e sei ore erano forse eccessive per una prova del genere.In merito alle critiche fatte ai colleghi che hanno preparato le soluzioni da pubblicare sui quotidiani, ritengo che la fretta forzata e la necessità di sintetizzare al massimo possano produrre qualche “svarione”, dal quale nessuno, nelle stesse condizioni, risulterebbe esente. Vorrei invece esprimere un apprezzamento per la celere e rigorosa stesura della soluzione da parte del collega Tomasi sul sito www.adt.it, al quale ho rimandato i miei studenti per un controllo domestico del lavoro svolto.Comunque mi sono resa conto del fatto che la maggior parte dei quesiti di entrambe le prove erano già stati da me affrontati in classe durante l’anno scolastico. Che sia l’inizio di una svolta?
Anna Cristina Mocchetti
Brevissimo commento alla seconda prova: il compito proposto per le classi sperimentali (P.N.I. e sperimentazione Brocca sia scientifico che tecnologico) mi è sembrato nel suo complesso più semplice di quello del corso tradizionale. Dico questo nonostante il primo problema. Esso mi è sembrato un po’ sconclusionato: esordiva infatti con la ricerca della circonferenza di Apollonio che poi non aveva nessun nesso con le successive domande; si poteva evitare di proporre questo punto dal momento che il resto richiedeva una buona conoscenza della geometria del biennio (ricerca algebrica dell’arco capace) e una notevole sicurezza nel calcolo oltre che abilità nel trattare formule trigonometriche utili per arrivare ad una funzione di cui si richiedeva lo studio. Lo studio di funzione era accessibile alla media degli alunni; mi sembrava giusto però slegarla dal punto precedente, enunciando la richiesta, come fatto altre volte, “verificato che tale funzione risulta ……, tracciatene il grafico…..”. Voi cosa ne pensate?
Il secondo problema era facilissimo e, vergognosamente semplice, l’ultima richiesta. Questo problema sugli obiettivi minimi, è stato gettonato da tutti gli alunni del mio liceo tranne uno (su 6 quinte 2 P.N.I. e 4 Brocca). I quesiti hanno permesso agli alunni di dimostrare le conoscenze oltre che la capacità di affrontare problemi scegliendo la strada più conveniente. Se poi avessero avuto possibilità di usare una calcolatrice grafica simbolica avrebbero fatto meraviglie.
Dany Maknouz
La formulazione in problemi e quesiti della prova di quest’anno mi e’ sembrata ben articolata. Sono invece decisamente contraria ad una formulazione della prova da parte della commissione anziché dal Ministero sostanzialmente per due motivi:
1) ritengo che si abbasserebbe il livello di preparazione dei ragazzi, perché inevitabilmente chiederemmo ‘meno’.
2) verrebbe meno nei ragazzi,. immediamente interessati lo stimolo ad applicarsi, stimolo attualmente dato soprattutto dal timore di un confronto con l’esterno
Michele Impedovo
Anche se il questionario ha apportato una modifica sostanziale alla struttura della prova (l’ha resa più accessibile a studenti normali), continuo a ritenere questa prova inadeguata a valutare, obsoleta nei temi proposti, fuorilegge per quanto riguarda le competenze previste: vi ricordo che i “programmi” attualmente vigenti nel liceo scientifico tradizionale sono ancora quelli del ’23, e per quei programmi uno studente non deve affatto conoscere l’equazione cartesiana di una circonferenza. Poi, come spesso accade, la consuetudine si sovrappone al diritto.
Non è un caso secondo me che anche la prova dei corsi sperimentali sia stata del tutto tradizionale: una leva di ispettori ottocenteschi, al di fuori di qualunque controllo amministrativo, inamovibili al passare di ministri, governi e repubbliche, prepara compiti tradizionali.
E’ grottesco che una prova nazionale non preveda una valutazione nazionale:
la valutazione addirittura varia nella stessa scuola, da commissione a commissione.
Più in generale il meccanismo dell’intero esame è ridicolmente analitico e pedante: fissata la sufficienza della prova in 10/15, chi mi sa dire con quale criterio quantitativo si può distinguere i punteggi che vanno da 1 a 9? Tale pretesa analiticità, che va nella direzione opposta di quella lungo cui si muove la scuola in questi anni, si trasforma nel suo opposto, come al solito: il pressapochismo italico.
Un esame, soprattutto un esame dai meccanismi così complicati, può solo servire a selezionare; dato che così non è (giustamente), questo esame si trasforma nella parodia di se stesso.
Insieme ad altri colleghi stiamo preparando un manifesto che chiede l’abolizione dell’esame di stato.
Contiamo di raccogliere un gran numero di firme.
Luigi Tomasi
L’intervento di Michele “tira una sassata” non solo alla nuova struttura della prova scritta di matematica all’esame di stato, ma anche all’esame stesso (che arriva quest’anno a tre anni di vita e non ancora “a regime”).
Nell’intervento si riconosce che la presenza del questionario nella prova di matematica l’ha resa piu’ accessibile agli studenti di medio livello, ma anche che è obsoleta nei temi proposti, fuorilegge per quanto riguarda le competenze previste.
In effetti (su questo Michele ha ragione), nel liceo scientifico normale, vale piu’ la consuetudine che i programmi vigenti, i quali sono sostanzialmente ancora quelli del ’23.
Le conoscenze, competenze e capacità matematiche sono dettate dalla consuetudine, soprattutto dai libri di testo e dai precedenti esami… e non certamente dai programmi ormai del tutto obsoleti.
Non si può però buttare a mare ogni cosa: i programmi del PNI, nell’ultima revisione del 1996, sono i più recenti programmi di matematica della scuola secondaria superiore !
Il tema di matematica per i licei sperimentali del PNI viene giudicato da Michele (e anche da qualche altro collega intervenuto nella discussione) del tutto tradizionale.
Esaminando i problemi ed i quesiti, alcuni dei quali decisamente facili, trovo i seguenti argomenti:
1. calcolo approssimato di una radice di una equazione (lo trovo per ben tre volte);
2. simmetria assiale;
3. teorema della probabilità composta;
4. applicazione del teorema di Rolle;
5. domanda sul teorema di Lagrange;
6. calcolo approssimato di un integrale definito (sia pure banale…)
7. sistema assiomatico con particolare riferimento alla sistemazione logica della geometria;
……..
Non voglio difendere gli ispettori dalle critiche, ma a volte mi viene il dubbio che per alcuni miei colleghi il teorema di Lagrange o il volume della sfera non siano argomenti sufficientemente “sperimentali”…
Forse che una prova d’esame tutta di probabilità, statistica, analisi numerica,… sarebbe piu’ “sperimentale” e innovativa rispetto ad una di geometria ed analisi ?
Alla fine del suo intervento Michele attacca l’esame di stato e propone la sua abolizione. Posso anche capire le ragioni che lo portano a fare questa proposta (il “pressapochismo italico” di cui siamo tutti impastati, la tendenza di noi commissari interni di matematica ad autoassolverci sempre e a salvare gli allievi piu’ deboli e nello stesso tempo a volere voti alti; lo stravolgimento di qualunque “griglia”, ecc.).
E’ vero che siamo in un clima di “deregulation” e di revisione costituzionale, ma per abolire l’esame bisogna cambiare l’art. 33 della Costituzione che prescrive un esame finale alla fine di ogni ciclo di studi. Forse Michele propone un esame fatto dalle scuole stesse, come si fa nella scuola media, dove solo il presidente della commissione è esterno?
O propone un esame di ammissione all’università al posto di questo esame di stato? Propone forse di dare ancora piu’ potere all’università e al privato?
D’altronde sapevamo già che cambiare l’esame non avrebbe cambiato la scuola ed i programmi di matematica; in realtà qualcuno ha tentato di cambiare anche la scuola (riordino dei cicli, ricordate?) ma sappiamo che non ha incontrato il favore di noi insegnanti.
Ulteriori commenti:
Paolo Lorenzi
In generale ho raccolto buona soddisfazione per l’articolazione delle prove e per l’impostazione dei quesiti. In rapporto ai programmi svolti ciascun candidato (preparato) è stato messo nelle condizioni di raggiungere buoni risultati. In alcuni casi i risultati non sono ottimi ma questo in coerenza con i profitti degli anni scolastici.
Presidente di commissione
Ritengo opportuno fare presente di avere riscontrato durante lo svolgimento delle prove scritte una maggiore serenità rispetto agli anni precedenti.
Tiziana Bindo
Quest’anno per la prima volta mi è capitato di prendere visione diretta delle prove scritte della prova suppletiva svoltesi a partire dal 2 luglio e devo dire che è stata una lieta sorpresa. Dei due problemi (pni) il primo mi ha subito fatto ritornare indietro alla mia maturità del 1969 perché è una rielaborazione del problema proposto in quella occasione; il secondo, è , a mio parere la migliore esplicitazione di quello che dovrebbe essere il problema della prova scritta. Ben articolato in tre quesiti consente al candidato di mettere in rilievo le caratteristiche della sua preparazione in termini di conoscenze, competenze e capacità. Altrettanto felice è la scelta operata per il questionario, compreso l’ultimo quesito che fa riferimento ad alcuni versi della Divina Commedia.
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