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Dante maestro nell’educare alla comprensione umana

 

Fisici e matematici si affidano a Dante, maestro nella ricerca del significato e nell’educare alla comprensione umana.

La giornata nazionale di Dante.

dantedì by marcello ambrisi

Il giorno di Dante

Questo 25 marzo 2020, primo Dantedì, ha molto di eccezionale. Capita in un periodo tutt’altro che felice. In futuro il grafico della storia del genere umano sul pianeta Terra segnerà in esso la vistosa discontinuità della pandemia da coronavirus. Tutto è interrotto. Molto sarà dimenticato: difficoltà, paure, contagi, dolori, ospedali da campo, morti senza conforto, scuole chiuse e musiche e canti dai balconi per sentirsi vicini e presenti. Come per il parto, scordata la sofferenza, a contare sarà il bambino nato. Si uscirà di nuovo a riveder le stelle. Nello spazio pluridimensionale delle n variabili da cui dipende, il grafico riprenderà in un punto diverso. Più a destra seguendo la freccia del tempo e più in alto nel verso di ciò che è umanamente ritenuto migliore. Il viaggio dunque riprenderà. Qualcosa sarà lasciato indietro e si perderà: la speranza è di includervi molti degli errori commessi, delle deviazioni, delle incomprensioni, delle disparità.

“Abbiamo un grande e meraviglioso futuro a cui guardare”.

Freeman Dyson (1923 – 2020)

Era questo il convincimento di Freeman Dyson. È stato uno dei giganti della fisica e della filosofia dei nostri tempi. È scomparso poche settimane fa, il 28 febbraio. Aveva da poco compiuto 96 anni.  I media ne hanno ricordato la figura e descritto, a grandi linee, alcune delle idee e dei risultati scientifici che rimarranno etichettati con il suo nome. Tra questi il suo viaggio nel cosmo alla “scoperta del futuro”. Cosa impossibile senza mischiare scienza e fede e senza il sostegno di una grande fantasia. Egli immagina il futuro. Altri mondi. Altre forme di vita come quelle ipotizzabili sotto la spessa coltre di ghiaccio che sembra ricoprire Europa, una delle lune di Giove. Ed è sorprendente il fatto che si tratti proprio di Giove, visto che per Dante  «lo cielo di Giove si può comparare a la Geometria».

Il viaggio di Dyson è ultraterreno come quello compiuto e descritto da Dante. Come gli esploratori geografici vanno alla ricerca di nuove Terre. Rispettivamente per ciò che vive e per ciò che sopravvive. Per materia/spirito, corpo/anima, scienza/ religione, finito/infinito, mortale/eterno. Coppie di opposti per le quali Dyson persegue l’armonia e Dante l’integrazione, come nel canto XXXIII del Paradiso: Vergine/madre, umile/alta.

F. Dyson è ispirato da Dante.

In Infinito in ogni direzione. Le origini della vita, la scienza e il futuro dell’umanità, Rizzoli, 1989, compie il suo ampio giro dell’universo per registrarne la ricchezza, la prodigalità, la smisurata varietà, l’imprevedibilità che è di Dio come della stessa materia.

Affronta, da fisico e scienziato, talora “visionario”, i grandi temi della filosofia: l’origine della vita, l’esperienza del libero arbitrio, la proibizione di spiegazioni teleologiche nella scienza, l’esistenza di un progetto del mondo, gli obiettivi finali dell’esistenza. Cioè il grande progetto di “leggere nella mente di Dio” che ha unito molti fisici del passato e del presente. Ma per la conclusione del suo giro di ricerca, Dyson ricorre a Dante. Scrive:

Come nel passato, così in futuro, l’estensione del nostro spazio vitale porterà sia tragedie sia conquiste. Non vedo una fine a questo processo di crescita e diversificazione, è inutile che cerchiamo di immaginare le varietà di esperienze, fisiche e intellettuali e religiose, alle quali il genere umano può arrivare.[…] Tutto quello che possiamo dire l’ha detto tanto tempo fa Dante nel decimo canto del Purgatorio:

O superbi cristian, miseri lassi,
che, de la vista de la mente infermi,
fidanza avete ne’ retrosi passi,
non v’accorgete voi che noi siam vermi
nati a formar l’angelica farfalla,
che vola a la giustizia sanza schermi?

Dyson si affida dunque a Dante. Nei versi della sua poesia ritrova l’essenza e il significato del suo viaggio.  Una poesia che è intelligente. L’ha riconosciuto anche Umberto Eco ed è stato ricordato nella tavola rotonda registrata da Biagio Scognamiglio. Poesia “fecundata e inrichita et stabilita da vera scienza e moltissime discipline” (Leonardo Bruni 1370 – 1444).

Poesia che è miniera inesauribile del “significar per verba”.

Ecco allora che c’è un’altra citazione di Dante, tra quelle che s’incontrano nel campo dei fisici e dei matematici, che vale la pena di essere riportata. Riguarda appunto il problema del significato. È di Phlip J. Davis e Reuben Hersh. Due matematici molto noti. Anch’essi, come Dyson, ricorrono a Dante. Il loro è il bisogno di leggere, comprendere, spiegare e far comprendere. Un bisogno che è dei Maestri. Come bisogna leggere i risultati della scienza? Interpretare la realtà e i progressi della tecnologia e dell’intelligenza? Prefigurare il futuro? Davis e Hersh risalgono all’esegesi medievale. Lo spiegano in Il sogno di Cartesio, il mondo secondo la matematica, Edizioni Comunità, 1988. Risalgono a Dante e alla sua lettera a Cangrande della Scala. Al signore di Verona, Dante dedica la «suprema cantica della Comedìa che s’adorna del titolo di Paradiso». Gli scrive che «non è uno solo il senso di quest’opera: anzi, essa può essere definita polisensa, ossia dotata di più significati». C’è un significato letterale e uno simbolico. Questo a sua volta ha tre aspetti: allegorico, morale, anagogico.  In termini espliciti lo ha ben sintetizzato un commentatore medievale:

l’interpretazione letterale ci insegna ciò che è avvenuto, quella allegorica che cosa credere, quella morale come comportarsi e quella anagogica ci insegna cosa sperare.

Per i due matematici “umanisti”, Dante insegna la strategia per non perdere il significato profondo di ciò che si fa. Insegna a recuperare l’essenza e il significato di ciò che la tendenza all’eccessiva formalizzazione e astrazione  dimentica. Dunque a dare un giusto senso alle novità della tecnologia, della meccanizzazione, dell’intelligenza artificiale.   E il significato delle cose che riempiono la vita porta più in generale al significato stesso della vita. Quindi alla sua comprensione.

Edgar Morin ha scritto pagine bellissime sulla comprensione.

Essa è comprensione intellettuale o oggettiva ed è comprensione umana, intersoggettiva. La comprensione umana è ad un livello superiore. Va oltre la spiegazione ed è, oggi, il problema cruciale per gli essere umani. Comprendere in tal senso comporta necessariamente un processo di empatia, di identificazione e di proiezione. “Sempre intersoggettiva, la comprensione richiede apertura, simpatia, generosità”. Alla comprensione umana si educa. Il viaggio di Dante conduce a transitare per i luoghi del significato e della comprensione intellettuale fino alle mete della comprensione umana. In questo Dante è il Maestro storico. Anzi, il Maestro che è più presente nelle aule scolastiche, che ha ancora più ore di lezione e più può influenzare educazione e formazione dei giovani legando a sé “moltissime discipline”.

Si racconta che il grande Albert Einstein un giorno entrò per errore negli spogliatoi di una scuola dove su alcuni pioli erano appesi abiti sportivi sotto targhette che ricordavano i nomi di passate generazioni di ragazzi. «Ah», disse Einstein, «capisco. Lo spirito dei defunti penetra nei pantaloni dei vivi». “Penetra nei pantaloni”, espressione carica di significato al pari di quella di Newton che affermava di essere salito sulle spalle dei giganti. Al pari del raggio divino la maestria di Dante “penetra e risplende”. Vale quanto è lui stesso a spiegare: «Penetra, in quanto all’essenza; risplende, in quanto all’essere». Per questo Dante non ha più bisogno di una guida. Adesso può essere lui a guidare i passi e a orientare il cammino volto a com-prehendere, a cogliere insieme il testo e il suo contesto, la parti e il tutto, il molteplice e l’uno, l’essere e l’essenza. Dante è Maestro nell’educare alla comprensione umana.

Autore

  • Emilio Ambrisi

    Laureato in matematica, docente e preside e, per un quarto di secolo, ispettore ministeriale. Responsabile, per il settore della matematica e della fisica, della Struttura Tecnica del Ministero dell'Istruzione. Segretario, Vice-Presidente e Presidente Nazionale della Mathesis dal 1980 in poi e dal 2009 al 2019, direttore del Periodico di Matematiche.

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