La Scuola consegnata all’Invalsi. Presidi e professori contenti? Secondo alcuni lavoreranno di meno e con minori responsabilità.
I Consigli di classe dovranno verificare “ai fini dell’ammissione dei candidati interni all’esame di Stato dell’a. s. 2019/2020, oltre al requisito della frequenza scolastica e del profitto scolastico, anche
il requisito della partecipazione, durante l’ultimo anno di corso, alle prove a carattere nazionale predisposte dall’INVALSI“.
Lo stabilisce la Circolare del MIUR che dà indicazioni sullo svolgimento degli esami di maturità per l’a.s. 2019/2020, chiarendone (si fa per dire) anche i motivi:
“Rispetto ai requisiti di ammissione dei candidati interni previsti dall’art. 13, comma 2, del d.lgs. n° 62/2017 si precisa che, non essendo intervenuto un ulteriore differimento annuale dell’entrata in vigore delle lettere b) e c) dello stesso comma (così come disposto per l’a. s. 2018/2019 dal decreto legge n° 91/2018 convertito nella legge n° 108/2018), tutti i requisiti ivi previsti trovano piena applicazione per il corrente anno scolastico”.
Dalla Circolare si desume cioè che le tante dichiarazioni pubbliche del Ministro e della sua parte politica tese ad abolire tale obbligatorio requisito sono rimaste solo parole.
Qualcosa che non fa loro onore, tant’è che l’iniqua novità viene sottaciuta:
Maturità, cosa cambia. Torna il tema di Storia. Il Ministro Fioramonti: conoscere il passato è necessario per formare la libertà critica Esame orale: non ci sarà il sorteggio tra tre buste.
Questo è l’annuncio ufficiale che si trova nel web del MIUR: l’Invalsi non viene neppure citato.
Non è una novità di cui andare fieri, ma è la grande novità le cui ragioni non sono dette. Non esiste, infatti, alcun atto normativo che tenti di spiegare perché questo requisito sia fondamentale, ineludibile.
Eppure è la novità di maggior rilievo: fa diventare l’Invalsi tutt’altra cosa. Comincia a trasformarlo nel “valutatore” ufficiale dello studente. Di ogni studente.
A questo serve, il requisito. A far sì che ciascuno abbia a conclusione degli studi la sua certificazione Invalsi che costituirà la parte “oggettiva” e significativa della sua valutazione di merito. La tanto attesa certificazione delle competenze! La scuola insieme ai suoi presidi, ai suoi professori ai suoi giudizi e voti è per ora solo affiancata nella valutazione ma è destinata a contare sempre meno. E secondo qualcuno sono tutti contenti: presidi, docenti, sindacato, meno lavoro e soprattutto meno responsabilità!
E con molta probabilità tale obbligatorietà darà luogo ad un altro cambiamento, notevole. Si dirà che, coerentemente, si dovrà provvedere ad assegnare all’Invalsi
la preparazione delle prove scritte nazionali della maturità.
L’Invalsi si trasformerà ancora. Sarà il referente primario di ciò che si deve insegnare e apprendere, la guida pedagogica e didattica del Paese. E il Ministero sarà alleggerito di tante funzioni seccanti!
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