I nemici degli italiani. Nella storia della nostra Penisola, al centro di tutto, c’è sempre stato lui: il Nemico.
E la sua storia racconta meglio di qualunque altra cosa chi siamo stati e come siamo diventati.
Italia, mica facile dire. Il Romano. Il Cartagine. Il Goto. Il Longobardo. Il Normanno. Il Turco. Il Lanzichenecco. Il Francese. Il Piemontese. L’Austriaco. Il Meridionale. Caro Signore, il catalogo è questo.
E’ l’indice dell’ultimo lavoro di Amedeo Feniello: il libro è in libreria in questi giorni edito da Laterza.
Il nemico ha cercato nello Stivale tante cose:
“una terra ricca e florida da conquistare e depredare, oppure una casa in cui trovare sicurezza e speranze. I nemici in Italia si sono affastellati da secoli, l’uno dopo l’altro, in un gigantesco effetto domino che ci appartiene e costituisce la nostra essenza, multipla e complessa: arrivavano spingendo via chi da tempo abitava luoghi e città. Quando arrivavano i barbari, i nemici di turno, un mondo finiva e un altro iniziava, senza soluzione di continuità. Poi, bisognava aspettare: che i barbari diventassero meno barbari, si amalgamassero con gli altri e cominciassero, anche loro, a temere nuovi stranieri. Insomma, ci sono nemici che vanno e altri che vengono, in un susseguirsi secolare dove, ogni volta, il tempo passa e la storia si sedimenta, la paura diventa oblio e ciascuno degli antichi nemici si ritrova a temere nuovi invasori, nuove minacce alla propria storia e alla propria identità.”
Il racconto di A. Feniello corre veloce sulla via della storia. Incisivo nelle descrizioni, nelle citazioni, nelle riflessioni, nelle conclusioni. Greci, Romani,Goti, Longobardi, Arabi, Normanni, Germanici, Turchi, Spagnoli, Francesi, Austriaci, … la morale di “tutto questo andirivieni è che, di esso, qualcosa c’è rimasto impigliato in tutti noi Italiani”. La forma di uno zigomo, il colore degli occhi o della pelle, la lunghezza di un femore, le mille e mille parole, i gesti, le abitudini, il carattere. Alla fine “senza nessuna retorica e senza alcuna ironia: quelli che sono stati i nemici degli italiani, sono oggi gli italiani”.
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