Pubblicazione del Quadro di Riferimento relativo alla seconda prova scritta dell’esame di Stato di Fisica
Quanto espresso dalla Mathesis in merito alla nota ministeriale n. 13577 del 15 dicembre 2015 “Pubblicazione del Quadro di Riferimento relativo alla seconda prova scritta dell’esame di Stato di Fisica per i Licei Scientifici” è stato ripreso da più parti. Molti hanno riconosciuto che la diffusione da parte del MIUR di un “quadro di riferimento” per la disciplina Fisica cancella di fatto le Indicazioni, le nega addirittura nei principi, ma non dà ai docenti riferimenti più certi.
Anzi, il nuovo quadro appare un ritorno a trent’anni fa.
in ogni caso a prima del Riordino del 2010 con l’unico risultato di un aumento di entropia del sistema. Cosa ci riserva il futuro, se queste sono le premesse? Si cominciò lo scorso anno con la proposta di una prova d’esame fatta di due parti, una di quesiti obbligatori e l’altra di quesiti in cui scegliere. Proposta, incompatibile con le Indicazioni Nazionali che non prevedono una distinzione tra parti obbligatorie e parti non obbligatorie, che servì solo a disorientare i docenti e a mostrare la poca conoscenza delle I.N. a livello già di Ministero. Si è poi proseguito con le simulazioni e con la contestualizzazione dei problemi per le prove di matematica, “brutte in modo imbarazzante” (l’espressione calzante è di Paolo Francini). Ora si aggiunge il quadro di riferimento per la Fisica e prossimamente, si dice a fine gennaio 2016, le prime simulazioni di prova scritta di Fisica che dovrebbe ( a meno che il MIUR non ci ripensi) essere strutturata allo stesso modo di quella per la matematica: due problemi e un certo numero di quesiti tra cui il candidato può scegliere.
A giugno 2016 sarà Matematica o Fisica allo scientifico?
Ai dubbi, già tanti, sulla prova di matematica se ne aggiungono altri che lasciano ancora più perplessi, interdetti. E’ come se il MIUR volesse gestire qualcosa che non sa fare oltretutto sconfessando se stesso ad ogni azione! Dal 2011, per 4 anni, ci ha fatto lavorare per raggiungere un’interpretazione comune delle Indicazioni Nazionali che portasse i docenti a condividere i medesimi risultati di apprendimento a conclusione del liceo scientifico. Risultati per il cui conseguimento lavorare nelle aule giorno dopo giorno e che potessero essere anche la sostanza di un syllabus ( com’è il quadro di Mondrian) per la prova scritta agli esami di Stato e ci ha fatto lavorare e ragionare insieme, come docenti, anche per arrivare a condividere gli stessi criteri e pesi da adottare per la valutazione della prova. Tutto questo è sconfessato in nome di improvvisati quadri di riferimento, simulazioni, contestualizzazioni e rubrics di valutazione e volontà di dettare, a tutti, tempi e modalità di insegnamento.
In tutta questa improvvisazione, c’è almeno un progetto “buono” che il MIUR sta portando avanti?
Quale potrebbe essere? La sostituzione delle Indicazioni Nazionali con quadri di riferimento, prodotti di una particolare programmazione didattica da voler imporre a tutti? Una matematica ammantata di qualche altra cosa, così largamente imprecisa e incolta da apparire frutto di un complotto contro l’educazione alla matematica? Oppure un interesse ben preciso di gestione degli esami di Stato e del loro utilizzo come forte leva per imporre metodologie e strumenti particolari di calcolo? Ad esempio: il software Maple del progetto PP&S) cui è dovuta anche la cancellazione dell’indagine Matmedia?
Qual è la reazione dei docenti di fronte a questo?
Molti docenti hanno adempiuto al dovere e ottemperato all’ordine della simulazione del giorno 10. Altri hanno deciso per il no, di rinviare a momenti successivi la somministrazione della prova. Altri, e non sono pochi, la prova non l’hanno ancora scaricata e letta! Il tutto però, pare, senza particolari eccitazioni. Come se l’iniziale sofferenza stesse lasciando il posto ad una generale e silenziosa accettazione! E’ come se i docenti, stanchi e demotivati, avessero concordemente deciso di continuare a fare quello che sempre hanno fatto e di aspettare momenti migliori!
La Mathesis è associazione di insegnanti di Matematica e come tale responsabilmente deve dare voce ai docenti e sostenerli.
Penso, come vice presidente nazionale della Mathesis e presidente di una delle sue sezioni, quella di Rovigo, che questo impegno sia un obbligo morale. Esprimo pertanto l’auspicio che la Mathesis non sia più sola a combattere contro queste iniziative MIUR. Esse turbano, scoraggiano, disuniscono e più che migliorare sembrano peggiorare scuola, norme, didattica, professionalità docente. Togliere finanche bellezza alla matematica, alla fisica e al loro insegnamento.
COMMENTS
Concordo. I compiti di matematica dell’esame di stato devono essere preparati da matematici. Nei problemi contestualizzati si intravvede una matematica intesa non come disciplina, ma come strumento. Per arrivare a dicembre ai problemi di massimo e minimo (vedi simulazione del 10 dicembre!) bisogna avere già fatto tutto il calcolo differenziale, compresi i teoremi di Rolle e Lagrange, altrimenti si raccontano storielle, invece di insegnare matematica. Si insegnano ricette e non una teoria coerente.
Questa non è matematica, non è la materia che io insegno.
Io spero che la Mathesis e l’UMI si facciano sentire.
Sono pienamente d’accordo: è possibile che nessuno ascolti “il grido di dolore” che si solleva da più parti? Anche dalla semplice osservazione che al liceo scientifico ministeriale ci sono più ore di latino che di fisica! Ma fisica è una materia di indirizzo! E’ una materia di prova scritta agli esami di stato! Che cosa possiamo e dobbiamo fare concretamente per tentare di far cambiare questa situazione?
Sono pienamente d’accordo con lo scritto di Lorenzetti e con i commenti delle colleghe. La matematica ridotta a strumento per risolvere problemi pratici (peraltro scarsamente realstici e poco interessanti, se si guarda a quanto proposto finora) toglie alla matematica la sua generalità e il suo valore intrinseco. Anche la fisica, se presentata come elenco di formule-macchinetta per risolvere problemi (sempre più omeno relistici), è snaturata. Il numero di ore attuali del liceo scientifico è assolutamente insufficiente per stare al passo con le richieste del MIUR nelle due discipline, a meno che si rinunci appunto a insegnare, a verificare, ad approfondire e ci si limiti a fornire “ricettine” pratiche, cioè addestramento invece di insegnamento.
Concordo pienamente con questa dichiarazione e con quanto scritto dai colleghi per un ora in più alla settimana le indicazioni ministeriali sono aumentate in modo spropositato, per la fisica altrettanto, se ti impongono al biennio di toccare tutti gli argomenti senza approfondire niente e magari non tornarci più nel triennio anche i testi non ti aiutano…. Si potrebbe pensare di affrontare misura ed errori in prima con la matematica che serve per iniziare lo studio della fisica: def di sen cos e tang e le funzioni, rappresentazioni di rette, pendenza, parabola eccc… in seconda si può iniziare o con la cinematica oppure trattare la statica non si possono trattare tanti argomenti superficialmente alla fine in due ore settimanali