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Il genogramma. Teatro di alchimie familiari.

Silvana Montàgano – Alessandra Pazzagli, Il genogramma. Teatro di alchimie familiari, Franco Angeli, 2005 (1989)

Il volume fa parte di una collana di psicologia sociale e clinica familiare. Ha per argomento la psicologia e la psicoterapia della famiglia e della coppia, sistemica e relazionale. Numerose ne sono state le edizioni e ristampe.

In prefazione Vittorio Cigoli, Professore Emerito di Psicologia Clinica, spiega cosa s’intende per “genogramma”. Si tratta di una “forma di rappresentazione dell’albero genealogico che registra informazioni sui  membri di una famiglia e sulle loro relazioni nel corso di almeno tre generazioni”.

Gli alberi genealogici, osserva il Professore, risalgono all’antichità classica e da allora hanno registrato nel tempo ascendenze e discendenze delle stirpi. Il genogramma si distingue dal tradizionale albero genealogico perché i soggetti in psicoterapia sono invitati a rappresentare graficamente il loro “teatro interiore” e il loro “scenario relazionale”.

Anche se il testo è per psicologi clinici e psicoterapeuti, il Professore osserva che “può venire incontro alla curiosità di persone interessate ad una rivisitazione delle proprie vicende familiari”.

Silvana Montàgano, psicologa psichiatrica,  si è formata alla scuola di Carl Gustav Jung. Alessandra Pazzagli svolge attività clinica come psicopatologa.

Le autrici nelle sedute con coppie o con gruppi di familiari vanno alla ricerca delle alchimie, cioè  dei bisogni di legame e delle basi di moventi. Moventi che possono essere edonistici, etici, pragmatici, estetici. Gli individui si rendono conto che i loro caratteri sono anche frutto di una storia familiare generazionale. Una «rilettura» in tal senso della propria storia familiare permette una riappropriazione degli elementi positivi dell’eredità trasmessa. Vengono fuori storie di vita altrimenti  ignorate.

Anche al di fuori di una seduta psicoterapeutica può essere utile riandare al proprio albero genealogico. Ricorriamo a un famoso esempio letterario. Nel XV canto del Paradiso  appare Cacciaguida. Si rivolge a Dante. Lui, Cacciaguida, fu la radice, Dante la foglia. Ricorda suo figlio, bisavolo di Dante. Ricorda che nella sua epoca Firenze “si stava in pace, sobria e pudica”. Nell’epoca di Dante invece era subentrata la corruzione.

La peculiarità dell’episodio è questa: la vicenda familiare genealogica è strettamente intrecciata alla realtà storico-politica. Noi  possiamo mettere a confronto il secondo dopoguerra con la situazione attuale. Allora epoca di ricostruzione. Oggi epoca, se non di distruzione, di decadenza morale.

Così la dimensione memoriale si lega alle vicende comunitarie.

La lettura di questo volume sarà utile per conoscere tante storie di vita. E ribadire a sé stessi che il carpe diem oraziano oggi va rovesciato. In questa nostra era dell’istante bisogna credere nel futuro. Nel senso che dobbiamo costruircelo. Come gli antenati italiani della liberazione. Distruggere la memoria storica è la manifestazione di una patologia della civiltà.

Autore

  • Biagio Scognamiglio

    Biagio Scognamiglio (Messina 1943). Allievo di Salvatore Battaglia e Vittorio Russo. Già docente di Latino e Greco e Italiano e Latino nei Licei, poi Dirigente Superiore per i Servizi Ispettivi del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca. Ha pubblicato fra l’altro L’Ispettore. Problemi di cambiamento e verifica dell’attività educativa.