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Il thriller dei libri perduti delle coniche

La traduzione della Prefazione alla Divinatio di Vincenzo Viviani. Il thriller del ritrovamento dei libri perduti delle coniche e la storia che ne fa Ettore Bortolotti.

Vincenzo Viviani (1622-1703)

Vincenzo Viviani è un galileiano. Formato alla Scuola di Galileo. Alla scuola del «grande eroe e decoro di Firenze, luce del secolo, fenice degli ingegni, stella e sole dell’intera matematica, nume e genio della geografia da perfezionare e dell’astronomia da illustrare con i nuovi fenomeni scoperti mediante l’ausilio del telescopio e della filosofia da rinnovare, nato per essere ammirato dal mondo intero e fungere da riferimento per i posteri!».

Di Galileo è stato anche il segretario.  Ha avuto infatti la fortuna, negli ultimi anni di vita del grande scienziato, «di essere intimamente ammesso per circa tre anni ai dettami della sua sapientissima bocca e alla sua casa e alla sua mensa e alla sua diuturna compagnia».

Così Viviani scrive nella Prefazione alla Divinatio geometrica del libro quinto di Apollonio. Quella prefazione che ora, tradotta, integralmente e fedelmente, da Biagio Scognamiglio ne rende il testo più agevolmente leggibile.

La prefazione Viviani l’ha scritta con cura, attento a spiegare bene all’amico lettore, origine, contenuto, ordine del suo libro. Ci tiene a far sapere che il contenuto e l’idea sono suoi.

Un’ idea genuinamente galileiana.

Il grande libro della Natura è scritto in lingua matematica. I suoi caratteri non sono solo triangoli e cerchi, ma anche iperboli, parabole e ellissi che sono ugualmente forme dell’armonia dell’Universo, come hanno provato Galileo con la caduta dei gravi e Keplero con l’orbita descritta dalla Terra nella sua rivoluzione attorno al Sole.

La geometria è nella Natura. È in questo grande libro che Apollonio ha letto le sue coniche. Se parte di questo lavoro è andato perduto, esso si può certamente ricostruire. Viviani ha maturato questa idea da quando aveva diciotto anni. Ma, ora per un motivo ora per un altro, non è ancora riuscito a concretizzare il suo progetto. Eppoi però arriva la notizia del ritrovamento del quinto come degli altri libri perduti delle coniche!

Un avvenimento storico eccezionale, che a volte appare un thriller della storia coinvolgente cardinali, granduchi, scienziati di quel ‘600 che fu il secolo d’oro della moda delle coniche. Presenti ovunque, nell’Universo come nella scienza e nell’arte.

Un resoconto abbastanza dettagliato del ritrovamento dei libri perduti si trova nell’articolo  Come quando e da chi ci vennero recuperati i sette libri delle Coniche di Apollonio che Ettore Bortolotti scrisse per il Periodico di Matematiche n.2 del 1924.[VEDI]

Sempre Bortolotti recensirà l’opera Les Coniques d’Apollonius de Perge di Paul ver Eecke (1867-1959) nel Periodico n.3/1924. [VEDI]

Infine, ritornando a Viviani, egli seppe trarre notevole profitto dall’aver assistito Galileo negli ultimi anni di vita. Leibniz che lo incontrò a Firenze nel 1689, ne riconobbe il grande valore scientifico, interessatissimo peraltro al nuovo calcolo infinitesimale, ma ne parlò anche come uomo di grande potere, tra i pochi che in Italia decidevano delle cattedre nelle università.

 

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