La didattica della matematica: la competenza docimologica, così come ogni altra seria competenza, non si improvvisa (Vinicio Villani)
[…] Fino a qualche decennio fa, la prova scritta di matematica alla maturità constava di un unico problema, articolato in numerose domande, strutturate in modo tale che la risposta alla prima fosse il punto di partenza della seconda, e così via. Naturalmente questa tipologia rendeva altamente aleatorio il risultato della prova in quanto il non saper rispondere ad una domanda (o anche un semplice errore di distrazione nei calcoli) comprometteva irrimediabilmente anche le risposte a tutte le domande successive.Credo che questa struttura delle prove scritte sia ancora in auge per molti esami universitari.
Attualmente invece, almeno per quanto concerne le prove scritte agli Esami di Stato (così è stata ridenominata la maturità) la tendenza va verso l’estremo opposto: assegnare prove sotto forma di test con quesiti a scelta multipla, indipendenti tra loro. Qualora tutto l’esame dovesse ridursi a test di questo tipo, si andrebbe incontro ad un altro inconveniente: gli allievi finirebbero con l’optare per una preparazione frammentaria e prevalentemente mnemonica, a scapito di un allenamento a ragionare autonomamente anche su problemi più complessi. Come al solito, sarebbe opportuno rifuggire dalle soluzioni estreme e seguire una giusta via di mezzo: i test ben strutturati possono essere utili sia per valutare determinati tipi di conoscenze e competenze, sia come strumento di autovalutazione da parte degli allievi.
Per altre conoscenze e competenze sono più significativi altri tipi di prove (scritte e orali).
Vale la pena di segnalare in proposito che la moda di valutare esclusivamente mediante test, importata con molto ritardo dagli USA, è ora soggetta a forti critiche proprio nel paese di origine di questa prassi valutativa.
Per completezza di informazione segnalo che, viceversa, le interrogazioni orali, un tempo bandite dalle scuole dei paesi anglosassoni, a causa della difficoltà di trarne giudizi «obiettivi», stanno ora tornando in auge in forme opportunamente strutturate in Inghilterra e negli stessi USA.
Quanto detto a commento di questo tema mi sembra sufficiente a testimoniare il fatto che la competenza docimologica, così come ogni altra seria competenza, non si improvvisa, ma è il frutto di uno studio approfondito del problema, con tutte le sue implicazioni didattiche.
(da: Bollettino della Unione Matematica Italiana – Sezione A – 2002)
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