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La lista dei grandi matematici italiani

Da Archimede a Bombieri la lista dei grandi matematici italiani. La discussione: Archimede gloria italiana? E Euclide?

Archimede (287-212 a.C)

Sul sito internet del MI è presente una lista dei grandi matematici italiani. La grande scuola italiana della Matematica. Una lista che inizia con Archimede. Non c’è da oggi, ma dal 2007. Una lista succinta, preparata e messa in rete come segnale di un progetto pensato per contrastare l’emergenza educativa in matematica dichiarata dal Ministro Giuseppe Fioroni. Nel progetto rientrarono anche la costituzione di un Comitato Nazionale per la Matematica presieduto da Edoardo Vesentini e l’esortazione  ai matematici ad impegnarsi per risolvere al meglio “l’ottavo problema irrisolto della matematica: come migliorare l’insegnamento della matematica nella scuola italiana”.

Da allora, quella lista è rimasta pressoché  sconosciuta.

È stata “scoperta” qualche settimana fa e se ne è parlato sul social della Mathesis. Molti e di grande interesse gli interventi dei docenti. Non sono mancate, ovviamente, le osservazioni tendenti ad evidenziare quelle che potrebbero essere delle omissioni. In particolare per i matematici nati nel XX secolo. Nella lista figurano Bruno de Finetti, Ennio De Giorgi e Enrico Bombieri (che un errore materiale riporta nato nel 1946 anziché 1940). Bombieri all’epoca era l’unico italiano ad essere stato insignito della Medal Fields. Tutti d’accordo sui nomi dei tre grandi,  ma molte le proposte di altri inserimenti. In ogni caso una lista aggiornata dovrebbe contenere almeno Alessio Figalli  incoronato con la Medal nel 2018.

L’attenzione è stata però richiamata anche sul primo nome della lista: Archimede. Cioè uno dei tre più grandi cervelli matematici, insieme a Newton e Gauss, che la Natura ha finora inteso liberare alla vita terrena per onorare lo spirito umano.

Si può venir meno al vanto di una simile appartenenza?

Eppure c’è chi dissente. Archimede è greco! È vero, parlava greco, ma anche Giulio Cesare parlava greco, come molti suoi contemporanei, eppure non per questo lo si dice greco. Nella lista dopo Archimede c’è Leonardo Fibonacci,  un salto di 1500 anni. Bisognerebbe cominciare da lui,  da Fibonacci,  per parlare di matematici italiani? In effetti così si trova in internet in wikipedia in liste che dividono i matematci per nazione.

Non è di questo parere Domenico Bruno, che è di Catania: «Siracusa, dove Archimede nacque, visse e morì, era stata fondata, come narra Tucidide, nel 733 a.C. , ben 446 anni prima della nascita di Archimede. Quindi giacché, evidentemente, non era un “rifugiato”,  sembra più che legittimo considerare questo grande scienziato come una gloria, la più fulgida, della matematica “italiana”». E d’accordo con Bruno è Giuseppe Zappalà, figura di spicco della fisica matematica dell’ateneo catanese.

Non basta! La discussione su Archimede ha finito per investire anche Euclide.

A Gela: dove nacque Euclide e morì Eschilo

Salvatore Furneri, già ispettore tecnico per la matematica e fisica e originario di Gela, ha ricordato gli studi tesi a provare che anche Euclide vi era nato. Ma su questo, si sa, non sono tutti d’accordo. Cosa però che nessuno mette  in dubbio per Archimede: in ogni caso siculo!

C’è chi avanza ancora qualche perplessità, ponendo altre domande. Cesare lo diremo il più grande condottiero italiano o il più grande condottiero romano? Cicerone lo diremo il più grande oratore italiano o il più grande oratore romano? Potremmo definire civiltà italiana la civiltà greca? E se non possiamo, è lecito considerare Archimede un esponente della civiltà italiana e non della civiltà greca?

C’è chi vorrebbe concludere con Biagio Scognamiglio, lui stesso nato in Sicilia, che considerare “glorie matematiche d’Italia” Ἀρχιμήδης e  Εὐκλείδης sia storicamente una forzatura, dato che nemmeno i loro nomi sono italiani. Sarebbero semmai glorie matematiche iscritte all’anagrafe del mondo.

Un’altra delle osservazioni fatte tira in ballo l’origine del nome Italia.

Su tale origine si accapigliano gli studiosi. In questa baraonda – scrive Biagio Scognamiglio – perché non dare credito a Frederik Poulsen, insigne archeologo e filologo danese, per il quale ben prima di Archimede era insediato in Sicilia  un popolo dal quale derivò il nome Italia? Nome derivante da vitulus (vitello) per l’abbondante patrimonio bovino in quella fertile terra, oppure dal nome del re Italo, come si legge nell’Eneide virgiliana, là dove Ilioneo così si rivolge alla regina Didone:

Est locus, Hesperiam Grai cognomine dicunt,
terra antiqua, potens armis atque ubere glaebae;
Oenotri coluere viri; nunc fama minores
Italiam dixisse ducis de nomine gentem.

E nella traduzione di Annibal Caro:

Una parte d’Europa è, che da’ Greci
Si disse Esperia, antica, bellicosa
E fertil terra, dagli Enotrei cólta.
Prima Enotria nomossi, or, come è fama,
Preso d’Italo il nome, Italia è detta.

Forse un elemento dirimente manca. Perciò Archimede ce lo teniamo noi, d’accordo con la lista del Ministero.

 

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    Alla luce delle tante e appassionate discussioni che la lista ha prodotto, sento di dire che se oggi fossi incaricato nuovamente di redigerla non avrei dubbi: il primo nome sarebbe ancora lui, il siracusano Archimede. Aggiungo anche, come ricordo personale, che nella mezza mattinata in cui quella lista fu preparata molto utili risultarono i ‘profili’ di matematici che Jean Dieudonnè riporta a conclusione del notissimo L’arte dei numeri. Da ciò anche la ripetizione dell’imperdonabile errore riguardante la provincia di nascita di Paolo Ruffini.

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