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La matematica nella hit parade della saggistica

Rassegna delle novità nel mondo dei libri. La matematica e Dante nella hit parade della saggistica… Papa Francesco e il gallo di Caccioppoli.

Nella hit parade della saggistica pubblicata da La Lettura di ieri, 25 ottobre, figura il libro La matematica è politica di Chiara Valerio. Un successo di pubblico e di critica meritato. Efficace il giudizio che ne dà Serena Dandini: «Questo saggio, che sembra un teorema letterario, dimostra che, se un campo è considerato algido e lontano, alla fine è sempre e solo un problema di narrazione». Un’esperienza di successo non nuova per l’autrice e una conferma che la matematica ha trovato in lei una portavoce che sa come parlarne. Quattro anni fa, infatti, anche il suo Storia umana della matematica risultò un best seller. Una matematica, dunque, che nella comunicazione si tinge di rosa atteso che tra le novità nel mondo dei libri figurano come autrici altre due matematiche: Lorella Carimali e Domenica di Sorbo.

A guidare la classifica dei saggi è però Dante.

Lo scrittore Aldo Cazzullo è in testa con A riveder le stelle, edito da Mondadori, ma già lo incalza il più fresco di stampa  Dante edito da Laterza. L’autore è Alessandro Barbero il medievalista che ha migliaia di fans appassionati del suo modo di raccontare la storia con il sorriso, la mimica, la simpatia, la coinvolgente  chiarezza.

Un altro dei titoli di testa della classifica è l’enciclica di Papa Francesco.

Fratelli Tutti, Enciclica sulla fraternità e l’amicizia sociale è presente in classifica in sei diverse edizioni. Un libro intimamente utile in questo periodo di difficoltà Covid. Alcuni passi portano a riflettere:

«La parola “cultura” indica qualcosa che è penetrato nel popolo, nelle sue convinzioni più profonde e nel suo stile di vita. Se parliamo di una “cultura” nel popolo, ciò è più di un’idea o di un’astrazione. Comprende i desideri, l’entusiasmo e in definitiva un modo di vivere che caratterizza quel gruppo umano[…] l’impegno educativo, lo sviluppo di abitudini solidali, la capacità di pensare la vita umana più integralmente, la profondità spirituale sono realtà necessare per dare qualità ai rapporti umani[…] troppo a lungo siamo stati nel degrado morale, prendendoci gioco dell’etica, della bontà, della fede, dell’onestà ed è arrivato il momento di riconoscere che questa allegra superficialità ci è servita a poco». E infine una verità che coglie il senso dell’Enciclica:

«Nessuno può affrontare la vita in modo isolato…c’è bisogno di una comunità che ci sostenga, che ci aiuti e nella quale ci aiutiamo a vicenda a guardare avanti, Com’è importante sognare insieme!»

Il Gallo di Renato Caccioppoli

Il libro non figura in classifica. È comparso in libreria nell’aprile scorso edito da Colonnese. È scritto nella doppia lingua: italiano e napoletano. Ed è un testo che si legge con piacevolezza. Nell’una e nell’altra versione. L’autore è Jean-Noël Schifano che per anni ha diretto l’Istituto Francese di Napoli. Di padre siciliano e madre francese, di Napoli, città che ama insieme al suo dialetto, è cittadino onorario.  Grande ammiratore di Caccioppoli, il genio matematico, ne racconta la storia: una storia vera, esemplare, luminosa, folle, ebbra, divertente e tragica in molti suoi risvolti e nella conclusione del suicidio: il venersì 8 maggio 1959, tra le 17 e le 19:15. Uno dei risvolti che pesarono fu la moglie Sara Mancuso che lo lasciò per unirsi al deputato comunista Mario Alicata. Schifano incontra Sara a Napoli agli inizi del 1970. Ecco la descrizione: «Sara possedeva ancora tutta la bellezza sensuale che le Napoletane iscrivono in ogni ruga del loro luminoso viso…Sono fiera delle mie rughe, Giannatale, mi disse in occasione del nostro primo incontro nel suo appartamento appolaiato sulla collina del Vomero, ci ho messo tanti anni per farmele venire!… Tu sai tutto su Renato, ma ti hanno detto che, per trasgredire gli ordini del Partito che proibiva la lingua napoletana come la proibivano i fascisti, negli anni 1950 e fino alla vigilia della sua morte, teneva regolarmente le sue lezioni in napoletano?…. di tutte le università e scuole di Napoli, fu il solo a trasmettere il sapere nella lingua del popolo e della plebe… ‘O genio, sì Giannatale, veramente ‘o genio…»

 

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