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La nuova struttura della prova scritta di matematica

La nuova struttura della prova scritta di matematica degli Esami di Stato

Le osservazioni dei docenti della provincia di Novara

Nel pomeriggio di mercoledì 6 dicembre si sono riuniti, presso il Liceo scientifico “Antonelli” di Novara gli insegnanti di matematica e matematica e fisica dei Licei scientifici della provincia di Novara (“E. Fermi” di Arona, “G. Galilei” di Borgomanero, “A. Antonelli” di Novara, “C. Alberto” di Novara) per esaminare i criteri di formulazione della nuova prova scritta di matematica all’esame di Stato e i primi esempi di prove proposti dal Ministero (due per i corsi di ordinamento e due per i corsi sperimentali). Dall’incontro, a cui erano presenti 22 docenti, sono emerse una serie di osservazioni e proposte che riteniamo importante presentare allo scopo di avere un confronto con ispettori ed esperti di materia ed aprire un dibattito su queste tematiche anche con i colleghi di altre province.

1)      Si concorda, in linea di massima, con il documento iniziale relativo ai criteri di formulazione, alle finalità, alla struttura della prova e alla durata e materiale consentito.

2)      Nel merito degli esempi proposti, al di là di alcune formulazioni non sempre chiare o con errori di stampa (ad esempio: nel probl. 1 del primo esempio si parla dei punti M e N che in realtà coincidono con i punti A e B, creando confusione negli studenti; nel probl. 2 del secondo esempio al punto c) nella formula di s(x) manca un fattore 2 davanti alla radice), gli esercizi non sembrano “equilibrati” in relazione ad un punteggio da attribuire. Sembrerebbe pertanto più utile, invece di una indicazione sul numero degli esercizi da risolvere (uno dei due problemi e 5 fra i 10 quesiti del questionario), precisare per ogni domanda relativa ai problemi e per ogni quesito del questionario un punteggio massimo prefissato (cosa che avviene ad esempio nelle prove che vengono predisposte e assegnate nelle Scuole Europee), punteggio ovviamente rapportato alla “difficoltà” della domanda stessa. Se opportuno, potrebbero essere date comunque delle indicazioni relative all’obbligo di risolverne alcune parti. Dovrà comunque essere ben chiaro che chi risponderà alle richieste fatte otterrà il punteggio massimo (cioè 15). Tutto ciò allo scopo di evitare quanto accaduto negli scorsi anni in alcune Commissioni. Vi sono stati dei commissari che tendevano ad interpretare l’indicazione “Il candidato scelga a suo piacimento due dei seguenti problemi e li risolva” nel seguente modo: se un candidato risolve due problemi avrà un giudizio corrispondente alla sufficienza (o poco più); un giudizio di ottimo sarà attribuito solo nel caso di risoluzione di tutti e tre i problemi.
Quello che si chiede è sostanzialmente una chiarezza nei criteri valutativi, in modo che vi sia uniformità di giudizio.

3)      Per quanto riguarda i problemi (perché non presentarne tre ?) si fa notare che la parte relativa allo studio di una funzione e al calcolo degli integrali (sono normalmente i principali punti del programma svolto in quinta) è piuttosto limitata negli esempi proposti. Inoltre il problema 2 dell’esempio 1 relativo ai corsi sperimentali ha una parte piuttosto complessa

4)      In relazione poi ai quesiti dei questionari si nota, come già precedentemente detto, una notevole disparità, sia come difficoltà, sia come lunghezza. Alcuni di essi non sono in realtà dei quesiti, ma dei problemi. Sono poi presentati quesiti “teorici” su parti che è quasi impossibile svolgere per problemi di tempo (ad es. il quesito sulla quadratura del cerchio e quelli relativi alla somma degli angoli interni di un triangolo e al sistema ipotetico-deduttivo). In alcuni dei quesiti non sono chiarite le richieste fatte allo studente: presentazione a grandi linee, indicazioni approfondite, dimensione della risposta, ecc. Ad esempio le domande: “Illustra il teorema di …”, “Chiarisci il significato di …” cosa vogliono dire? Come si valutano?

Non è inoltre chiaro se gli argomenti del biennio e della terza e quarta classe devono essere conosciuti in modo specifico (ad esempio nei quesiti possono essere richieste dimostrazioni relative a parti di tali programmi?) o se, invece, sono strumenti necessari per lo svolgimento della prova. La frase contenuta nel capitolo relativo alle FINALITA’: “Con riferimento alla matematica studiata nell’intero corso di studi …” non è infatti chiara in proposito.

Si ricorda che le ore di insegnamento della matematica, 3 settimanali nei corsi di ordinamento e 5 nei corsi sperimentali (di cui una normalmente dedicata al laboratorio di informatica) corrispondenti, rispettivamente, ad un numero annuo di 99 e 165 (in realtà circa 135 se non si considerano le ore di laboratorio) sono “teoriche” perché ad esse vanno “tolte” le ore utilizzate per assemblee di classe e di istituto, per le verifiche scritte (almeno 2 ore al mese), per le attività di orientamento, per la partecipazione a spettacoli teatrali, ecc., e le ore non svolte durante i viaggi di istruzione (una settimana di lezione l’anno). Si ha quindi che le ore “reali” sono al massimo 70 nei corsi di ordinamento, e 95 nei corsi sperimentali (escluse le attività di laboratorio). In tali ore sono, ovviamente, comprese anche quelle dedicate alle interrogazioni orali. Tutto ciò, ovviamente sempre che non vi siano scioperi degli alunni, occupazioni, autogestione.

Si fa inoltre osservare che la preparazione di base degli studenti che si iscrivono al Liceo scientifico, i loro ritmi di apprendimento e la loro capacità di studio e di organizzazione del lavoro sono diminuiti notevolmente negli ultimi anni. Da una parte studenti e genitori fanno pressione continuamente sugli insegnanti affinché abbassino le loro “pretese” e rallentino lo svolgimento del programma. Dall’altra, i segnali che provengono dal Ministero attraverso l’analisi dei quesiti, spingono verso programmi completi e approfonditi e richiedono da parte degli alunni conoscenze, competenze e capacità che nella maggior parte delle classi sono raggiunte solo dai più bravi (20% – 30% della classe). Di fatto il Ministero si è spesso servito dei compiti degli esami di maturità per trasmettere agli insegnanti messaggi, non espliciti, sui nuovi orientamenti programmatici (salvo cambiarli dopo qualche anno!). Ai docenti la capacità di intuire!

Da ultimo si fa presente l’utilità di avere su queste tematiche almeno un incontro, in tempi brevi (cioè nel mese di gennaio), con ispettori tecnici di materia e/o esperti, incontro da tenersi a livello provinciale o interprovinciale.

I Docenti di matematica e di matematica e fisica dei Licei scientifici della provincia di NOVARA

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