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L’Ispettore, terza puntata

La funzione ispettiva nella scuola di ieri, oggi, domani. La terza puntata del libro L’Ispettore di Biagio Scognamiglio.

Terza puntata: le pagine 54 – 73.

All’interno: Il Regio Ispettore e l’ironia del Panzini che non risparmia la scuola nel suo complesso. L’Ispettorato al tempo di Giovanni Gentile: la scelta e la nomina degli ispettori è una competenza del Ministro. Con la fascistizzazione della scuola gli ispettori diventano «agenti del ministro» con il principale compito di «sensibilizzare i maestri al regime».

L’istituzione dei Centri didattici provinciali e nazionali come «organi tecnici diretti a coadiuvare il Ministro e provveditori agli studi nello svolgimento di qualunque attività di carattere pedagogico e didattico». Oggi invece si pensa alla Scuola dell’Alta Formazione dell’Istruzione! Con l’avvento della Repubblica gli ispettori sono utilizzati nell’inchiesta del ministro Gonella. Si affacciano all’orizzonte i sospetti di antinomie fra ispettori e libertà.

Gaetano Salvemini e il partito della scuola

È significativo che al Congresso di Milano del settembre 1905, organizzato dalla FNISM nell’intento di aprire la strada al «partito della scuola» vagheggiato da Salvemini, il tema dominante fosse quello della «Vigilanza disciplinare e didattica» con esplicito riferimento all’Ispettorato: si auspicò in proposito che mediante «norme definitive e sicure» si garantisse «l’indipendenza del potere esecutivo e la libertà dell’insegnante» in contrapposizione ad un controllo da cui ci si sentiva soffocare.Biagio Scognamiglio, L’Ispettore, Sangermano Edizioni 1986

Le pagine 54-73

Le pagine 31-53

Le pagine 11-30

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