L’affannosa corsa di docenti e studenti per ben figurare alla prova scritta pluridisciplinare.
Quello che si sta concludendo non è stato un anno facile. Non lo è stato nè per i docenti nè per gli studenti e naturalmente neppure per l’Amministrazione centrale del MIUR in ritardo su tutto, dalla produzione dei “quadri di rifermento” alla definizione di esempi di prove d’esame che fossero coerenti con le norme e soprattutto sostenibili.
Passata la tempesta, nelle scuole si è dunque all’opera per la messa a punto degli interventi didattici finali per presentarsi al traguardo degli esami con la necessaria serenità. D’altronde qualche punto di chiarezza, che pare comunque raggiunto, è da stimolo e sostegno al consolidato buonsenso dei docenti di matematica . Il tema del 20 giugno, quanto a livello, articolazione e contenuti, non dovrebbe discostarsi dagli esempi forniti con le “simulazioni” del 28 febbraio e del 2 aprile: presenza, integrata, di argomenti di matematica e di fisica nei due problemi e quesiti riguardanti le due materie scelti con oculatezza e giusto dosaggio.
“Non è facile – è il parere di Domenico Bruno, fisico per formazione e esperto degli esami di Stato per essersene occupato per anni da ispettore tecnico – costruire problemi che siano veramente di matematica e di fisica. Da questo punto di vista la prova di quest’anno assume una rilevanza notevole anche come impegno intellettuale e svolta culturale. È lecito comunque aspettarsi una prova senza eccessive difficoltà, accessibile alla maggior parte dei candidati”.
Ansie e aspettative però non sono affatto sopite e i docenti avvertono con particolare responsabilità questi “nuovi” esami che li hanno tenuti in tensione per l’intero anno e che li coinvolgono in modo diretto anche come commissari interni. Saranno cioè i giudici del loro stesso operato. Ad esprimerlo in modo efficace nei seguenti dieci punti è la prof.ssa Serenella Iacino del liceo “I.Newton” di Roma:
- Per il liceo scientifico, le novità relative all’Esame di Stato 2019 hanno reso questo anno scolastico molto particolare.
- Il problema che ha creato ansia sia nei docenti che negli studenti è scaturito dalle innovazioni, riguardanti la seconda prova scritta, annunciate in corso d’opera: accantonata infatti la novità della modellizzazione, è stata proposta inizialmente una seconda prova di fisica e successivamente una seconda prova integrata di matematica e fisica.
- I Q.d.R., relativi alla prova scritta dell’esame di Stato, sono stati resi noti soltanto a fine novembre 2018, inibendo ai docenti di procedere consapevolmente fin dall’inizio dell’anno scolastico ad una programmazione adeguata.
- E’ opinione di tutti i professori di matematica e fisica che quest’anno il lavoro è stato stancante e portato avanti male, proprio per la mancanza iniziale di indicazioni e per la vastità degli argomenti da trattare rispetto alle ore curricolari: è risaputo che le ore di lezione svolte non sono quelle normativamente previste, in quanto spesso sono dedicate a progetti ASL, assemblee di Istituto, a recuperi in itinere e a tante altre problematiche casuali, che con la didattica “pura” non hanno niente a che vedere.
- I professori di matematica e di fisica sono stati sottoposti a uno stress e a uno sforzo notevoli per portare avanti due materie, entrambe oggetto di seconda prova, utilizzando lo stesso numero di ore impiegato prima per la sola prova di matematica, e con un programma relativo all’intero quinquennio.
- Molto a tal proposito ha fatto la Mathesis che ha caldeggiato una prova integrata di matematica e fisica e un numero maggiore di quesiti di matematica rispetto a quelli di fisica, proponendo così problemi e quesiti in cui le due materie si presentano in maniera equilibrata.
- Alla domanda: “cosa ci si aspetta da questo esame?” la risposta è sicuramente “un compito fattibile”, corrispondente alle indicazioni date dalle simulazioni del 28 febbraio e del 2 Aprile 2019, in cui sono stati proposti due problemi aventi una parte di matematica e una di fisica, e otto quesiti di cui cinque di matematica e tre di fisica.
- E’ da sottolineare che, nelle simulazioni, gli studenti hanno scelto al 90% il problema che inizia con la parte matematica e continua con la fisica e questo, a loro dire, perché “si sentono più sicuri nella parte matematica, dal momento che a scuola si fanno più ore di lezione”.
- Dalle simulazioni si è anche riscontrato che le competenze matematiche richieste sono adeguate al livello di preparazione che gli studenti di oggi riescono a raggiungere. Infatti, dal momento che vengono sottratte ore di lezione alla didattica per vari progetti a volte anche inutili, il lavoro dell’insegnante viene frenato con conseguente diminuzione di competenze in uscita rispetto a quelle degli studenti di una decina di anni fa.
- I docenti comunque auspicano una revisione dei Q.d.R. soprattutto per la parte di fisica, in quanto gli argomenti sono troppi e alcuni di difficile comprensione, come ad esempio la fisica moderna.
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