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Matematica e libertà

Morte di un matematico, un crimine contro la cultura. Konstantin Olmezov, matematico ucraino, ci ricorda il legame fra matematica e libertà.

“Or  ti piaccia gradir la sua venuta:

libertà va cercando ch’è sì cara

come sa chi per lei vita rifiuta”

Dante, Purgatorio, I, 70-72

Konstantin Olmezov

Era nato nel 1995. Ora è scomparso dal mondo.

Cercatelo nelle pagine della stampa quotidiana. Cercatelo nella lunga serie dei siti in rete. Cercatelo nel nulla che ha scelto col suicidio. Una scelta che ci lascia attoniti e sgomenti. Un tempo anche la religione, che tutela la sacralità della vita, ammise eccezionalmente tale decisione. Quando Virgilio prega Catone, custode del Purgatorio, di accogliere Dante, lo prega in nome della libertà, per la quale in circostanze estreme un animo nobile può giungere a rifiutare di vivere. Catone si era sentito costretto a suicidarsi, non volendo sottomettersi a Cesare.

Anche Konstantin Olmezov ha amato la libertà al punto di non essere più in grado di continuare a esistere  senza di lei. Siamo di fronte al mistero del suo gesto estremo. Un gesto interno alla tragedia della guerra, che comporta fra le tante sciagure la privazione della libertà. Potremmo asserire che il dissidente Konstantin Olmezov sia stato vittima di un’istigazione al suicidio ad opera di chi ha scatenato l’orrendo conflitto.

Lui studiava a Mosca presso il MIPT – Moscow Institute of Phisics and Technology.

Era una mente brillante. Si dedicava alla teoria dei numeri additiva e combinatoria. Con la sua scomparsa è venuto meno un apporto che sarebbe stato prezioso per la comunità dei matematici. Averlo costretto a troncare il suo vincolo amoroso con la matematica  si risolve in un crimine contro la matematica stessa, che si nutre della collaborazione di tante elette intelligenze nella storia del mondo ed ora è priva di una di esse. Aveva ventisette anni. Vivendo più a lungo avrebbe potuto arricchire la disciplina con chissà quali creazioni. E avrebbe potuto continuare a scrivere poesie. Infatti era anche un poeta. Forse è proprio la creatività che accomuna matematica e poesia. Anzi ne sono convinto. Conservo un volumetto intitolato Poesie: l’autrice era Antonella Montella, mia anziana collega di matematica al Liceo classico. Ora il suo ricordo si lega in me al ricordo del matematico ucraino destinato a restare per sempre giovane.

L’associazione Ukrainian Mathematicians ha dato notizia degli arresti da lui subiti.

Questa privazione della libertà gli era insopportabile. Sul Corriere della sera del 22 marzo 2022 Marco Imarisio ha riportato stralci dagli ultimi suoi messaggi. Eccone qualche passo:

“Il mondo dovrebbe ammettere la libertà di pensiero e di scelta. E invece la toglie in continuazione. Mi fa male ogni ordigno che cade nelle strade di Kiev, non riesco più a tollerarlo. Fin dal primo giorno ad oggi sono stato con tutta l’anima con voi, anche se è chiaro che non sono riuscito a salvare nessuno.”

“Non sono riuscito a salvare nessuno”. Non è riuscito a salvare nemmeno se stesso. Farlo sentire costretto a rinunciare alla matematica e alla poesia è stata un colpa imperdonabile. Chiaramente l’aggressore se la ride del perdono nel momento stesso in cui continua la distruzione di un paese, comprese le scuole. Distruggere le scuole è un assassinio del futuro.

Yulia Zdanovska

Ricordiamo che la matematica piange anche un’altra vittima della guerra di aggressione.  

La ventunenne Yulia Zdanovska è rimasta uccisa con altre vittime civili durante un bombardamento delle forze armate russe. Il volontariato le è costato la vita. La matematica ha perso così un’altra mente brillante, distintasi a livello europeo nel campionato femminile della sua disciplina.

A questo punto che dire di un’informazione che si limita a spettacolarizzare?

Sembra vano sperare che un giorno i quotidiani a stampa o in rete mettano in evidenza a caratteri cubitali titoli di decisa condanna dello scempio deliberato di un patrimonio culturale e che analoga condanna provenga dagli schermi televisivi.

La commiserazione nei confronti di quanti chiamano in causa la corresponsabilità di altri.         

Occorre a questo punto precisare qualcosa. Sappiamo bene che tanti si vantano di essere storici e di saper individuare responsabilità di altri paesi in altri eventi bellici e anche in questo. Non è questa la sede per ribattere a tesi siffatte. Basti ribadire che è in corso un’aggressione armata nel corso della quale si perpetrano crimini di guerra e si continua a perpetrarli nel momento stesso in cui si finge di voler trattare. Ci vuole una buona dose di impudenza per giustificarla o per  fingere di condannarla soggiungendo però che sia stata provocata o per dirsi equidistanti.

Si pensi quanto sia facile ricattare minacciando il  ricorso alle armi nucleari.

Qui non si vuol negare che il realismo politico debba essere preso sul serio, per scongiurare una possibile catastrofe. Quando però fra gli orrendi crimini bellici a danno dei civili figurano anche crimini contro la cultura, come nel caso di Konstantin Olmezov e di  Yulia Zdanovska contro la matematica, non può non essere condannato nel tribunale della coscienza chi li perpetra …

Giunge ora notizia che a Kiev è stata bombardata l’Accademia delle Scienze.

Sarà stata bombardata per caso?

 

Autore

  • Biagio Scognamiglio

    Biagio Scognamiglio (Messina 1943). Allievo di Salvatore Battaglia e Vittorio Russo. Già docente di Latino e Greco e Italiano e Latino nei Licei, poi Dirigente Superiore per i Servizi Ispettivi del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca. Ha pubblicato fra l’altro L’Ispettore. Problemi di cambiamento e verifica dell’attività educativa.

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