Considerazioni sulle prospettate norme dell’esame di Stato 2022. In ogni caso: prove scritte, bentornate.
Dò per prima cosa il bentornato alle prove scritte, sia a quella di italiano che a quella su una materia caratterizzante il corso di studi.
Nella prova di madrelingua il candidato dopo 13 anni di studi, dovrebbe essere in grado di esporre in un italiano corretto (esente da inutili anglicismi, dal linguaggio dei messaggini e da sciocchi asterischi posti come lettera finale di alcune parole) le proprie conoscenze (ed eventuali idee) su un argomento scelto fra più proposte.
Delle attuali tipologie di questa prova mi sembra “sostenibile” solo l’analisi del testo.

Domenico Bruno e Tiziana Bindo (Scuola Estiva, Roma 2018)
Per il resto, proporrei 4 “temi”, dei quali tre di argomenti rispettivamente letterario, storico e tecnico-scientifico ed uno di ordine generale. Si risparmierebbe così sulla carta occorrente per fotocopiare da 6 ad 8 pagine di documenti per ciascun candidato e si eviterebbe che gli studenti si limitino a parafrasare, talvolta travisandone il significato, alcuni dei documenti medesimi.
Per la seconda prova scritta, proposta dagli stessi docenti, sarebbe auspicabile una sufficiente omogeneità di contenuti a parità di indirizzo e di istituto. Infine, la suddivisione del punteggio in 50 punti per l’esame e 50 per la presentazione della scuola mi sembra poco equilibrata: secondo me, per la presentazione sarebbero sufficienti 35 punti (poco più di un terzo del totale).
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