Novembre un mese ricco di novità in libreria. Tra queste La vita insegna il libro di Lucia Azzolina che racconta la sua esperienza di Ministro dell’Istruzione.
Il mese di novembre si presenta ricco di nuovi libri interessanti per il mondo della scuola.
Una novità di notevole interesse per i docenti e non solo è La vita insegna di Lucia Azzolina, una giovane donna che confessa che alla scuola deve tutto. Il libro, nelle librerie dal 18 novembre, è il racconto che l’autrice fa della sua esperienza di Ministro dell’Istruzione, non senza riferimenti alle sue radici, all’ambiente di crescita, agli studi compiuti, alle due lauree, alla vita di precaria della scuola, all’ingresso in politica. E, come nei racconti ben fatti, la scrittura corre veloce, chiara, sincera. Una lettura che a chi vuole ragionare di scuola è da raccomandare fortemente. Chi vive per la scuola ha l’opportunità di fruire di una narrazione di prima mano, portata avanti con tale genuino candore da mettere in bella mostra pregi e carenze di tutti, compresa la Ministra: la forza del suo carattere e la debolezza di alcune sue prese di posizione, ma anche, viste da vicino, con sofferenza, le debolezze del sistema insidiate dai rapporti di forza, le contraddizioni della politica, del sindacato, dei mezzi d’informazione.
La sincerità! Lucia Azzolina, ministro, la chiede ai vertici amministrativi del Ministero, ai direttori generali che, non è un segreto, sono per la maggior parte “espressione del Pd”, come lo è l’Invalsi. La chiede al sindacato che l’ha avversata fortemente sulle ragioni del concorso a cattedre fino a minacciarla: “è proprio sicura di andare avanti con la storia dei concorsi? Sappia che siamo stati noi a far cadere il ministro Giannini. Potrebbe succedere anche a lei”. Una sincerità dominante come nell’epilogo: “Quando capisco che la mia esperienza al ministero dell’Istruzione è finita scoppio in un pianto dirotto”. Un libro da leggere e da commentare per conoscere la scuola e dibattere sulla sua gestione e sulla sua storia.
Un’altra delle novità in libreria da segnalare è: Misurare ciò che conta.
Gli autori J. E. Stiglitz, J-P. Fitoussi e M. Durand pongono il problema di una metrica delle metriche. Sono i fautori del programma “Oltre il Pil”, promosso dall’Ocse, che riconosce le inadeguatezze delle metriche utilizzate per indirizzare le politiche pubbliche e prospetta l’impresa di sviluppare metriche credibili riguardanti la vita delle persone, utili per stabilire la salute di una società, incluse misure sulla diseguaglianza e la vulnerabilità economica, sulla sostenibilità ambientale e su come le persone percepiscono la propria vita. Sostengono la tesi che è giunto ormai il momento di andare al di là del Pil, il tanto decantato Prodotto interno lordo. Dobbiamo misurare ciò che conta e ciò che conta davvero è il benessere.
Le metriche del benessere dovrebbero servire a dar vita a politiche migliori per vite migliori. Una tesi, questa, che riporta alla mente la provocazione del filosofo Seneca al geometra. Tu – gli dice –sai misurare le cose rotonde e calcolare la distanza tra le stelle. Sei in grado di misurare tutto. E allora, se sei veramente abile, misura l’animo dell’uomo. Mostraci la sua insicurezza, la sua percezione della diversità e delle disuguaglianze, il suo grado di fiducia nelle istituzioni, la sua speranza nel futuro, i piaceri della sua vita, il suo benessere soggettivo!
Gli intellettuali. C’è bisogno degli intellettuali!
“Intellettuale” era inizialmente un aggettivo. Si può dire che sia diventato un sostantivo alla fine dell’Ottocento ad opera di Émile Zola. Oggi l’intellettuale è chi dialoga con un pubblico più ampio dei suoi simili. Non ci sono prove del fatto che gli intellettuali siano utili. Che il loro ruolo serva realmente alla società e alla democrazia bisogna crederlo. L’autore di questo breve saggio è Sabino Cassese, docente della School of Government della Luiss, in passato anche ministro e giudice costituzionale. Egli vede la funzione dell’intellettuale come una continuazione dell’attività d’insegnamento. L’indice del libro può essere indicativo: Sono tempi bui – Chi è l’intellettuale? – I compiti degli intellettuali – A chi si rivolgono gli intellettuali – La democrazia ha bisogno degli intellettuali – Gli intellettuali al tempo di Internet – I vizi degli intellettuali – Per concludere. Il libro è corredato da una nota bibliografica finale. In tutto 98 PAGINE.
Infine il libro di Alessandro Bettini, Nove parole della fisica.
Il libro ha qualche mese in più dei primi tre: è in libreria già dal mese di luglio. Alessandro Bettini è professore emerito dell’Università di Padova. Le nove parole della fisica che danno contenuto al libro sono: vuoto, inerzia, atomo, simmetria, spazio-tempo, massa, eclissi, quark, cosmo. Ad ognuna di esse è dedicato uno spazio particolare, una spiegazione esemplare per chiarezza e completezza. Efficace quanto scrive il fisico J.J. Gomez-Cadenas: «Il mondo è fatto di cose e le cose sono nominate dalle parole. Ma le cose esistono davvero se non hanno un nome? Dove sono la rosa, l’unicorno e il mare prima che vengano invocati? In questo bellissimo libro, Alessandro Bettini ci consegna un tesoro di parole nuove, inventate o riciclate dalla fisica. Alcune, come “vuoto”, sono conosciute – e temute – sin dalla rivoluzione ionica. Altre, come i quark, sono giocattoli scherzosi che descrivono piccoli frammenti di realtà, e altre, come simmetria, sono cresciute a partire dal loro significato originario per diventare qualcosa di più profondo.»
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