Max Giovagnoli, Scrivere il web, Dino Audino Editore, 2002 (Recensione di Biagio Scognamiglio)
L’autore e l’opera
Max Giovagnoli è scrittore, esperto del web e docente dal prestigioso corriculum. Fra le opere che trattano la scrittura in rete Scrivere il web è una delle più utili. L’umanista che vuole scrivere per il web ne deve tener conto. Ogni lettore che intenda approfondire il problema può averne giovamento. Se ne può trarre anche spunto per riflessioni sul destino della lingua.
L’introduzione spiega il perché del libro. Il primo capitolo è dedicato agli scrittori web. Il secondo allo scrivere web. Il terzo al per chi scrivere web. L’appendice tratta lo scrivere una “fiction” nel web”. Seguono bibliografia e webgrafia.
Dall’umanista al nuovo scrittore web
Nel primo capitolo spicca la frase Niente “Umanisti del Terzo Millennio”. Per capirla, riflettiamo sulla differenza fra “scrivere per il web” e “scrivere web”. Non si tratta soltanto di preparare uno scritto da pubblicare sul sito. Bisogna “saper sfruttare la dimensione interattiva di internet” sotto ogni aspetto, anche grafico. Entrare nella struttura complessa del sito. Mettersi dal punto di vista dei fruitori. Lo scopo è fare appello alla loro immaginazione. Emozionarli. Soddisfare le attese e crearne di nuove. Spingerli a tornare. L’autore si interessa dei siti aziendali. Ma le sue indicazioni non riguardano solo quelli. Le descrizioni dell’attività professionale dello scrittore web sono minuziose, ricche di dettagli operativi, con opportuni rimandi alle voci inglesi. Viene considerato anche l’ipertesto con un richiamo a esperti ipertestuali come George Landow e Miguel Angel Garcia. Ovviamente sull’ipertesto è fiorita nel tempo letteratura assai ampia: l’argomento richiede una trattazione a parte.
Il richiamo del web
Gli effetti grafici del sito, dall’architettura alle immagini fisse o in movimento, ai caratteri, alle spaziature, insieme alle modalità di navigazione, sono importanti per coinvolgere l’utente. Che deve sentirsi chiamato a conversare in ambiente virtuale. Internet diventa così la sua casa. Il termine inglese per designare il richiamo del sito è usability. Si tratta di coniugare “le esigenze comunicative del mittente di un messaggio web” con “la percezione immaginativa umana”.
Il fattore tempo
L’autore sottolinea anche l’importanza della rapidità di consultazione di un sito. La rapidità deve però far sentire l’utente a suo agio e non impedire che i contenuti siano memorabili. Così lo si potrà fidelizzare.
Grammatica della rete
L’autore definisce “grammatica” della rete ciò che noi diremmo “stile”. Oltre allo stile grafico, quello letterario. Circa le dimensioni della scrittura nel web è da evitare la lunghezza di periodi e frasi. Le parole devono essere anch’esse brevi e non ricercate. Può essere efficace l’uso di figure retoriche.
Il successo di un sito
Vengono ricordati nel libro i nove parametri per misurare il successo di un sito: numero totale di accessi settimanali o mensili; numero accessi giornalieri; frequenza di ritorno degli utenti; statistiche degli accessi per pagina; consistenza di nuovi visitatori; siti di provenienza; motori di ricerca di provenienza; tempo di permanenza degli utenti; numero delle pagine viste.
Osservazioni
Il denso lavoro di Max Giovagnoli richiede di essere integrato con ulteriori riflessioni sulle modalità di scrittura per il web e sul punto di vista dell’utente. Di chi naviga nell’oceano di internet. Se si preferisce altra metafora, di chi vaga nel labirinto di internet. Tratterò questi argomenti a parte. Intanto chi vuole può consultare utilmente il sito luisacarrada.it, dedicato al “mestiere di scrivere”. Poi però tornate qui per il Saggio SEO sull’indice di leggibilità, disponibile fra breve.