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Seymour Papert

Seymour Papert: “In quanto matematico io so che una delle idee più potenti nella storia della scienza è stata quella dell’analisi differenziale”.

Seymour Papert

Seymour Papert (1928-2016)

‹Da Newton in poi, la relazione tra il locale ed il globale ha interessato non poco i programmi della matematica.
Eppure, quest’idea non ha trovato posto nel mondo dei bambini, in gran parte perché l’accesso tradizionale ad essa richiede un complesso tirocinio matematico formale.
Per un gran numero di persone, niente è più naturale del fatto che i concetti più avanzati della matematica debbano essere inaccessibili ai bambini».

Da: Mindstorms: Bambini, Computers e Creatività di Seymour Papert –  ed. EMME – Milano, 1984.

Sono significativi i seguenti passi della prefazione: (…)

«A poco a poco cominciai a formulare quello che ancora considero il fatto fondamentale dell’apprendimento:

qualsiasi cosa è facile se la si può assimilare ai modelli già posseduti».

È quello che Marvin Minsky ha definito il principio di Papert.

S. Papert ha lavorato per alcuni anni con Jean Piaget a Ginevra. Questo libro è:

« un saggio di epistemologia genetica applicata, sviluppata oltre gli aspetti conoscitivi sui quali Piaget insiste, per prendere in considerazione anche quelli affettivi. Esso elabora una nuova prospettiva per la ricerca pedagogica, focalizzata sulla creazione delle condizioni necessarie perché i modelli intellettuali mettano radici».

Notevole il riferimento nella parte inziale del libro al fenomeno QWERTY.

Q,W,E,R,T,Y, sono le lettere in successione nella prima fila della tastiera di una macchina da scrivere. La sequenza fu scelta tenendo conto delle caratteristiche meccaniche e dei limiti delle macchine da scrivere al loro apparire. Oggi, non c’è alcuna ragione perchè sia mantenuta. Eppure, sono là sulle tastiere dei computer e nessuno si sognerebbe di toglierle. Nell’educazione avviene qualcosa di molto simile.

Ci sarebbe bisogno di cambiamenti forti.

Oggi non è tanto importante cosa s’insegna e in definitiva neppure come s’insegna. Importa molto di più come si organizza il discorso scientifico e pedagogico.

 

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