Verso il colloquio d’esame di maturità. Gli elaborati già tutti consegnati. I giudizi di studenti e insegnanti e altre tracce di matematica e fisica.
Maturità: “Spero che l’anno prossimo si possa tornare a fare anche gli esami scritti, così più strumenti di valutazione”. La speranza è di Rossano Sasso, sottosegretario all’Istruzione che l’ha espressa a margine di un convegno.
Detto così, la preoccupazione principale appare la valutazione! Più sono le prove, “più lo studente ha la possibilità di essere valutato per quello che è realmente e non per quello che riesce a dimostrare di sé in 30 minuti o un’ora”
Un pensiero che certamente poggia su considerazioni ampie e solide anche se sembra veicolare una percezione complessivamente negativa dell’esperienza in atto. In ogni caso un pensiero che riguarda il futuro. Per adesso c’è un presente che non bisogna sottovalutare, anche perché dispiega davanti a noi una parte considerevole di preparazione agli esami di Stato già svolta nei mesi di marzo, aprile e maggio. E, forse, nella storia degli esami di Stato non c’è mai stata una fase di preparazione agli esami così diretta, specifica, prolungata. Una fase ultimata con la presentazione degli elaborati da parte degli studenti. Rimane l’ultima fase, quella dei colloqui dell’esame.
Non si può pensare al futuro senza conoscere, e bene, l’esperienza fatta. È light? Avrà insegnato qualcosa? Ci sarà qualcosa di positivo e di buono, in idee e pratiche, che se ne potrà ricavare?
Ecco l’esperienza 2021 nel giudizio di uno studente:
«Ho ritenuto che la prova di matematica e fisica rifletta molto i valori che dovrebbe trasmettere la scuola: un clima di collaborazione e di dialogo con il professore, perché è così che si riesce a raggiungere un risultato molto più importante. Mi piace la modalità di esame proprio per questo motivo, si elimina lo stress dando anche abbastanza tempo per organizzare il lavoro; inoltre io credo che si esalti di più la qualità del ragazzo, dandogli la possibilità di esprimersi come meglio può. La mia opinione è che la scuola serva ad esaltare la qualità dell’alunno e non a mortificarlo».
Un altro studente:
«La nuova prova d’esame mi ha…convinto a pieno, seppur in un primo momento non ne fossi stato molto felice. Questo perché, quando ancora si sapeva molto poco di come gli esami si sarebbero svolti, pensavo che avrebbe potuto essere ancora più complessa e difficile. Una volta ricevuto l’elaborato, però, tutte le mie incertezze sono scomparse, personalmente l’ho trovato adatto alle mie competenze e al mio percorso scolastico. Questo elaborato, in questo determinato periodo, mi è sembrata una valida alternativa ad una prova classica».
Sono giudizi che gli studenti hanno rilasciato alla loro insegnante, la prof.ssa Paola Palazzo. A questi se ne aggiunge un terzo: «Credo che questa prova di matematica e fisica di fine anno sia stata una prova abbastanza accessibile anche grazie al tempo concessoci per svolgerla. Sinceramente credo che però non sarà semplice esporre tutto l’elaborato all’esame di Stato; ovviamente, considerando l’ansia, nulla sarà semplice, ma credo che con studio e dedizione riusciremo a svolgere un ottimo esame. L’elaborato in sé presentava parti più complesse, che richiedevano maggiore attenzione, e parti più semplici, sulle quali mi sentivo abbastanza ferrato. La tipologia di esame non mi ha spaventato, né particolarmente turbato, visto che i margini, per svolgere l’intera prova, vi erano».
Sono giudizi che suscitano interesse e spingono a saperne di più, anche sul versante dei docenti.
Paola Palazzo, Chiara Tarallo e Giovanna Tedesco, che pur in servizio in licei diversi hanno molto collaborato tra loro, così si esprimono:
«La modalità prevista da questa prova ha incontrato il consenso degli alunni, che si sono sentiti coinvolti in prima persona, avvertendo come tale prova rispecchiasse le loro attitudini ed i loro interessi, senza avere la paura di affrontare quella che inizialmente pensavano fosse “una prova insormontabile”.
La proposta di questo elaborato ha permesso un rafforzamento del rapporto docente-discente, in quanto gli alunni hanno percepito la ricerca, la cura, la dedizione e l’attenzione che il docente ha mostrato nel personalizzare l’elaborato, ringraziandoci per l’opportunità che è stata loro offerta nel mostrare una parte di sé che non sempre veniva evidenziata precedentemente.
La possibilità di esprimersi con un elaborato ha permesso, anche ad alunni che non si sono mai sentiti brillanti nelle discipline caratterizzanti il loro percorso di studi, di “sentirsi all’altezza” e soddisfatti del lavoro svolto.
Dopo un anno vissuto con tante difficoltà, anche i docenti si sono sentiti sollevati dal non rincorrere un completamento di contenuti finalizzato ad una prova di esame ormai standardizzata negli anni nella sua forma. Per la prima volta, forse, il docente è riuscito a mostrare la bellezza intrinseca della Matematica e della Fisica attraverso opere d’arte o i versi di un autore che con il percorso precedente, lasciato allo studente, mostrava spesso forzature ed inesattezze.
A conclusione di questo percorso, possiamo ritenerci più che soddisfatte, perché questa nuova modalità ci ha offerto l’opportunità di mostrare come la Matematica e la Fisica non sono solo belle in sé, ma rendono belle le cose in cui si trovano».
Un bilancio consuntivo di questa prima fase l’abbozzano Luisa Iorio e Maria Cristina Simone del Pizzi di Capua:
«Volendo fare un bilancio consuntivo su come sia stato affrontato nelle classi quinte il mese di maggio, mese in cui i ragazzi sono stati impegnati nella preparazione dell’elaborato, possiamo dire che l’attività didattica si è svolta regolarmente, anche se si è cercato di dare agli alunni tutto il supporto eventualmente richiesto per lo sviluppo delle tematiche da sviluppare nei loro elaborati.
C’è da precisare che, al momento dell’assegnazione degli elaborati, restavano ancora da trattare alcune tematiche oggetto dell’elaborato di alcuni alunni. In particolare gli integrali definiti in matematica e la teoria della relatività ristretta in fisica. Per non svantaggiare quindi alcuni alunni, abbiamo cercato di trattare quanto prima gli argomenti in questione, ed il programma di entrambe le discipline è stato completato entro la prima settimana del mese di maggio.
Comprendendo quindi che i ragazzi erano particolarmente concentrati nell’impostazione del proprio lavoro, abbiamo cercato di discutere in classe della metodologia da adottare e dei possibili collegamenti multidisciplinari di ogni elaborato, per fornire loro spunti e supporto. Essendo inoltre diverse le docenti delle discipline di indirizzo (prof.ssa Simone di fisica e prof.ssa Iorio di matematica), abbiamo organizzato delle lezioni congiunte, per poter assistere insieme alla presentazione dei lavori da parte degli alunni. Ciò anche al fine di preparare i ragazzi a quella che sarà poi la prova d’esame.
Avendo operato la scelta di fornire ai ragazzi elaborati tutti differenti, non è stato semplice seguire tutti e dare a ciascuno la dovuta attenzione.
Nonostante ciò, al termine di questo periodo, analizzando i lavori che i ragazzi hanno prodotto, possiamo dire che il duro lavoro ha dato i propri frutti e siamo molto soddisfatte della capacità dei ragazzi di reinterpretare personalmente gli argomenti da trattare.
Sicuramente i ragazzi hanno sentito la vicinanza di noi docenti e hanno profuso tanto impegno nel lavoro da svolgere, ripagando così la fiducia riposta nelle loro abilità. Crediamo che il legame studenti-docenti, già molto forte, ne sia uscito ulteriormente rafforzato, perché i ragazzi hanno visto nelle proprie docenti una guida.
C’è da dire però che questo mese è risultato particolarmente stressante. Lo è stato per i ragazzi che hanno dovuto contemporaneamente sviluppare un elaborato abbastanza complesso e gestire l’attività didattica regolare in tutte le altre discipline. Lo è stato per le docenti delle materie di indirizzo, che hanno dedicato tantissimo tempo a seguire ciascuno dei propri allievi nello sviluppo del lavoro».
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