1. La nota ministeriale per la simulazione della prova di matematica specifica quanto segue:
- “i contenuti affrontati saranno quelli della seconda parte del IV anno e quelli presumibilmente svolti all’inizio del V anno, secondo le Indicazioni Nazionali“
- “saranno assegnati problemi di tipo contestualizzato in cui lo studente dovrà individuare la strategia di soluzione, mentre i quesiti verteranno su temi matematici di carattere generale”.
La simulazione ministeriale appare porsi come lo strumento, scelto dal MIUR, per orientare scuole, docenti e studenti a insegnare e apprendere quello che è importante sapere di matematica secondo le Indicazioni Nazionali. Una scelta che impegnerebbe il MIUR nel ruolo di guida ad una didattica di Stato, qualcosa cioè che non si ritrova nelle Indicazioni Nazionali cpme non vi si ritrova il riferimento ad un IV anno e men che mai ad una seconda parte del IV anno.
2. A simulazione fatta, però, c’è solo delusione per il gran vuoto culturale! L’ignoranza diffusa non è solo normativa, di conoscenza, cioè, delle Indicazioni Nazionali che le circolari della D.G. per gli ordinamenti scolastici (fatto assurdo!) evidenziano in maniera vistosa; essa è molto più profonda e riguarda la matematica e il suo insegnamento.
3. La novità più appariscente è questa contestualizzazione del problema che la D.G. si è messa a teorizzare e pubblicizzare come “un modo nuovo e più bello di proporre la matematica”, che potrebbe anche non dispiacere, se ne fossero chiariti significato, portata e conseguenze.
4. I problemi contestualizzati sono presentati come la rottura con il passato con ciò che la stessa D.G. ha fatto in questi anni comprese le misure di accampognamento all’interpretazione delle Indicazioni nazionali, l’indagine Matmedia, l’esperienza della valutazione, le giornate matematiche organizzate in tutt’Italia con il coinvolgimento dei docenti.
5. Nei problemi proposti con le simulazioni, i quesiti sono in successione; la mancata soluzione di uno di essi può bloccare la soluzione di quelli seguenti. Si nega ciò che è stato creduto e voluto in questi anni: quesiti indipendenti riguardanti una medesima situazione problematica, anche attinente a situazione reale.
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