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Per una rinnovata lettura dell’idillio L’infinito del Conte Giacomo Leopardi

“Felicità da me provata nel tempo del comporre,

 il miglior tempo ch’io abbia passato in mia vita, 

e nel quale mi contenterei di durare fin ch’io vivo”

 Giacomo Leopardi

  1. Premessa

    Nella sterminata bibliografia leopardiana L’infinito è stato sottoposto ad analisi del testo ipertrofiche, tali da inficiare il rapporto diretto fra autore e lettore: le metodologie interpretative non devono prevaricare sul senso comune.

  2. Gli infiniti

    Il tentativo di spiegare l’infinito, per quanto destinato a restare senza esito,  coinvolge i diversi campi del sapere a livello specialistico. Sul piano antropologico Giacomo Leopardi ha rappresentato il contrasto finito-infinito presente nell’anima umana smarrita nel mistero cosmico.

  3. Le tentate traduzioni

    Nel caso della poesia la traduzione, anche se è “bella”, resta pur sempre “infedele”, come è particolarmente evidente nei tentativi di tradurre L’infinito compiuti in tutte le lingue del mondo.

  4. La genesi dell’idillio

    Pensiero e poesia nella genesi dell’idillio leopardiano restano inscindibili e la critica delle varianti mostra la loro simbiosi nel perfezionarsi dell’atto compositivo.

  5. L’analisi testuale

    L’analisi del testo condotta con eccessivo tecnicismo rischia di allontanare dal senso profondo del messaggio poetico, che coincide con “quel nulla – d’inesauribile mistero” cantato da Giuseppe Ungaretti.

  6. La prospettiva intertestuale

    Nel comporre L’infinito il poeta si è avvalso di consonanze fra il suo animo e gli animi di altri autori,  rielaborando originalmente le varie suggestioni alla luce della sua poetica.

  7. Le intenzioni  ermeneutiche

    La teoria dell’interpretazione è argomento di continuo dibattito e clamorosi dissensi. Riportarla al buon senso significa stabilire che il rapporto autore-testo-lettore è un fatto comunicativo in cui giocano prevalentemente fattori sociologici, psicologici, storici. il fascino dell’idillio L’infinito risiede nella sua consonanza con un fattore consustanziale all’animo umano: il senso dell’avventura.

  8. Il lettore ideale

    L’infinito si contrappone a quello che Leopardi chiama “l’uomo moderno”:  è una meditazione solitaria che contro ogni indifferenza  cerca l’incontro con altre solitudini, risolvendosi in un prodigioso compenetrarsi di vissuti esistenziali.

  9. Conclusione

    Nel silenzio assorto di un’aula universitaria si rinnovò un giorno il “miracolo della poesia”.

  10. Appendice:: la questione dei  manoscritti

    L’autografo mostra le correzioni dell’autore. Quanto al presunto altro autografo, non c’è bisogno di filologia, per dimostrare  che è un falso.

IL TESTO INTEGRALE

Autore

  • Biagio Scognamiglio

    Biagio Scognamiglio (Messina 1943). Allievo di Salvatore Battaglia e Vittorio Russo. Già docente di Latino e Greco e Italiano e Latino nei Licei, poi Dirigente Superiore per i Servizi Ispettivi del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca. Ha pubblicato fra l’altro L’Ispettore. Problemi di cambiamento e verifica dell’attività educativa.

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