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sulla Prova di Matematica
dell’esame di maturità
Anzitutto, bisogna dire che i testi (Ordinamento e PNI) non contenevano quelle sviste e quei veri e propri errori che ancora caratterizzavano le prove di Matematica dello Scientifico, fino a 3-4 anni fa. È già qualcosa, anche se qualcosa si potrebbe obiettare al testo del decimo punto del questionario per l’ “Ordinamento”.
In generale, i quesiti proposti non erano male. Sia come difficoltà media – alla portata di una “normale” preparazione di un ragazzo di quinta – sia come contenuti. Naturalmente, nei due problemi e nei dieci quesiti proposti, ci sono luci e ombre. Molte dipendono dai gusti personali. Qualcosa piace di più, qualcosa di meno.
Nell’“Ordinamento”, il primo problema era “bruttino”: una serie, ripetuta, di integrali (di non elevata difficoltà) che non permetteva di evidenziare nessuna particolare capacità da parte dello studente, ma si poteva ovviare con il Teorema di Archimede o con considerazioni sulla proporzionalità. Meglio il secondo problema con una funzione logaritmica, qualche questione teorica (continuità e derivabilità) e poi il solito armamentario di limiti, derivate e integrali. Tra le domande del questionario da sottolineare quella (la seconda) con un minimo accenno ai modelli e ai problemi di vita quotidiana (la lattina…), la quinta con qualche curiosità storica (Nepero), la sesta in direzione del calcolo combinatorio e la decima con la funzione arctg.
Per quanto riguarda il programma sperimentale, discreto – quasi bello – il primo problema, con la possibilità di evitare elegantemente qualche calcolo particolarmente laborioso. Il secondo problema era lo stesso dell’“Ordinamento”. Anche i quesiti del questionario erano in parte sovrapposti. Per il corso sperimentale, gli ultimi due riguardavano comunque Probabilità e Statistica.
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