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Il giorno dopo la prova di matematica

Quando internet non ancora dominava: il giorno dopo la prova di matematica alla ricerca delle soluzioni e dei commenti.

Il primo appuntamento dopo la prova di matematica degli Esami di Maturità (continuo a chiamarli cosi anche se dal 1997 la denominazione è cambiata in Esame di Stato) è presso l’edicola nel centro storico di Mondragone, per acquistare i vari quotidiani e per leggere i commenti. Per tre anni abbiamo vissuto l’esperienza dell’elaborato preparato dai docenti interni [VEDI], esperienza significativa e ricca di spunti didattici evidenti, che ha comunque rappresentato una soluzione provvisoria. Confesso però che mi sono mancate la curiosità e le emozioni della prova ministeriale di Matematica.

Sfogliando i vari quotidiani mi rendo conto che si è scritto poco circa il testo e la sua struttura. Tutti riconoscono che si è trattato di una prova di “ritorno al classico”, “alla portata degli studenti” e in un interessante articolo del filosofo Telmo Pievani sul Corriere della Sera si ribadisce che “con questa Maturità si torna allo studio di funzioni, necessario per due problemi e cinque degli otto quesiti, ovvero alle intuizioni che videro protagonisti le due menti di Newton e Leibniz”.

In realtà tutta l’attenzione verso la prova si è consumata rapidamente nel giorno stesso in cui è stata somministrata.

In rete si trovano pubblicati con grande disinvoltura i vari aggiornamenti in diretta sugli argomenti assegnati, sui testi e sugli svolgimenti. Al termine della prova tutto è stato pubblicato e commentato e si pensa già all’inizio dei colloqui. Posso immaginare nel pomeriggio, gli studenti impegnati in confronti o in revisioni di quanto hanno svolto prendendo come riferimento le svariate risoluzioni presenti in rete.

Mentre rientro dall’edicola mi torna in mente il ricordo del giorno successivo alla prova di Matematica della mia Maturità.

Venerdì 20 giugno 1986, ore 7:30 in attesa dell’apertura dell’edicola per l’acquisto di tutti i quotidiani che avevano pubblicato la soluzione alle varie parti della prova. Una prova formata da 4 “questioni”: Circonferenza, funzione parametrica, problema di minimo, proprietà dell’integrale definito.

Rientro a casa rapidamente e spero di trovare la risoluzione pubblicata dagli esperti. Così comincia una intensa giornata di studio e, anche se la mia risoluzione non è così articolata come quella dei giornali, verifico che è corretta.

Il pomeriggio precedente l’avevo trascorso tra un confronto e l’altro con i compagni di classe, tra procedimenti e calcoli a confronto, senza alcun riferimento certo, neppure il testo della prova del quale avevo solo qualche passaggio che avevo ricostruito. Ricordavo i passi principali del mio svolgimento non solo perché avevo controllato più volte tutte le parti ma anche perché- durante il dettato del testo della prova-avevo fatto uno schema del possibile procedimento risolutivo. A mio avviso la fase di dettato di un problema o di un testo è fondamentale perché favorisce la comprensione del testo e il ragionamento logico.

In figura si può visualizzare un estratto della pagina del 20 giugno 1986 del Corriere della Sera. [VEDI]

Nella colonna a sinistra si può leggere l’interessante conclusione di Nicola D’Amico, una riflessione incredibilmente attuale: “Di media difficoltà” ma soprattutto “utili” e  “pertinenti”, “tutt’altro che banali” sono stati giudicati dagli esperti anche i compiti di matematica dello Scientifico e del Magistrale. Insomma, non ci sembra che nelle nostre aule si giochi ormai più al ribasso. Qualcosa si muove. E si muove da sola. Molti di coloro che sembrano volersi strappare i capelli sulla malasorte della scuola italiana, forse si stanno strappando solo la parrucca”.

 

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