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La prima prova dell’Esame di Stato

Tracce della prima prova elaborate e scelte con criterio, i maggiori consensi fra i maturandi all’elogio dell’attesa. Il valore della storia e la maturità degli adulti.

Le tracce per la prova di italiano alla maturità 2023 sono nel segno della continuità ovvero organizzate per tipologie.

Per l’analisi e l’interpretazione di un testo letterario i candidati sono stati chiamati a cimentarsi con la lirica Alla nuova luna di Salvatore Quasimodo oppure con un brano tratto dal romanzo Gli indifferenti di Alberto Moravia. Per l’analisi e la produzione di un testo argomentativo si è potuto scegliere tra brani tratti da L’idea di nazione di Federico Chabod oppure da Dieci cose che ho imparato di Piero Angela oppure da Intervista con la storia di Oriana Fallaci. Le proposte per la riflessione critica di carattere espositivo-argomentativo sono state la Lettera aperta al Ministro Bianchi sugli esami di maturità oppure un brano tratto da Elogio dell’attesa nell’era di WhatsApp di Marco Belpoliti.

Nei commenti a stampa, televisivi e in rete non molto di saliente.

Gli organi di informazione si sono soffermati alquanto stancamente sui caratteri delle tracce, fatta eccezione per la lettera al Ministro Bianchi, e sulle scelte studentesche, alle quali gli articolisti hanno rivolto maggiore attenzione. Dalle statistiche è emerso che ha riscosso i maggiori consensi fra i maturandi l’elogio dell’attesa. Sul quotidiano la Repubblica lo stesso Belpoliti se ne è detto sorpreso, abbandonandosi a un suo proprio svolgimento della stessa traccia, che forse per una sorta di emozione o una certa fretta giornalistica dell’autore non è apparsa di particolare brillantezza.

Quasimodo e Moravia sono autori molto rappresentativi del Novecento, periodo che continua però a restare poco esplorato durante il corso degli studi secondari.

Fra le liriche di Quasimodo la scelta avrebbe potuto cadere su altre altrettanto o più significative. Comunque è un testo solo in apparenza semplice, che presenta non lievi difficoltà di interpretazione, in quanto si situa fra ermetismo e impegno con un suo enigmatico andamento sapienziale. Per quanto riguarda Moravia, essendo operazione sempre rischiosa estrapolare un brano da un romanzo, occorre notare come le fisionomie dei personaggi finiscano col risultare stereotipate, a partire dall’appariscente risalto della figura della madre. Per comprendere e interpretare questo brano con serietà, è necessario aver letto Gli indifferenti per intero. Non sappiamo se lo abbiano fatto i candidati che hanno optato per il brano moraviano.

La storia ha recuperato o ribadito il suo posto di enorme importanza tra le tracce d’esame.

A partire dalla traccia sulla nazione nel pensiero di Federico Chabod i giovani sono stati chiamati a confrontarsi contro il clima di presentismo dell’oggi. La critica della tradizione è fondamentale in vista di un futuro che non sia distruzione e in questa critica la storia rivela il suo nesso con la politica. Il carattere storico-politico inerente alla traccia induce a riflettere su una tematica di stringente attualità qual è quella del rapporto fra idea di nazione e europeismo.

Non diversamente il brano di Piero Angela si colloca sul versante dell’attualità, riguardando in questo caso il rapporto fra energie creative e sviluppo economico, anch’esso in prospettiva storica. Infine il nome della storia ricorre in piena evidenza nel titolo del libro di Oriana Fallaci, autrice di straordinaria energia che è merito ministeriale aver inserito fra le possibili scelte studentesche. Sono i pochi o i molti, i tiranni o le masse che fanno la storia? Anche qui si è reso possibile per i candidati riflettere su avvenimenti in corso in scala internazionale.

La lettera aperta al Ministro Bianchi sugli esami di maturità ha suscitato una iniziale irritazione in un politico che in un breve volgere di tempo si è visto così citato.

Poi, come in politica accade, sono intercorsi dichiarati chiarimenti di rito fra lui e l’attuale Ministro Valditara. Limitare gli esami alla sola prova orale in situazioni di emergenza (nelle fattispecie gli estesi disastri del covid, fronteggiati dal Bianchi, e l’alluvione in Emilia-Romagna, limitatamente ai cui disastri ha soppresso le prove scritte il Valditara) è argomento su cui si è molto discusso. Non sono mancati candidati alluvionati che hanno rivendicato il diritto di sostenere anch’essi un esame completo. Proprio questa traccia avrebbe offerto loro la possibilità di sceglierla, cosicché non si comprende perché il Ministro dell’Istruzione e del Merito non abbia deciso di consentire a chi lo volesse di affrontare le prove scritte oltre che la prova orale.

Ecco infine la traccia al primo posto nella classifica delle scelte.

Riguarda la tematica dell’attesa nella realtà contemporanea in cui si vuole tutto e subito. Rimanda alla questione filosofica e psicologica del valore del tempo. I giovani sono stati sollecitati a prendere posizione contro lo spreco dell’esistenza dovuto non all’attendere, ma all’aver fretta. Intensa è stata la loro presa di coscienza dell’argomento nell’impatto con la personale realtà esperienziale.

Alla luce di questa sommaria rassegna possiamo affermare che nel complesso le tracce in discorso, tranne qualche rilievo, sono state elaborate e scelte con criterio.

Il tratto d’unione è quello con la contemporaneità. D’altra parte restano purtroppo disponibili anche tematiche drammatiche come la violenza contro la donna, le aggressioni a docenti e sanitari, l’intolleranza della diversità, la repressione del dissenso, la deturpazione degli ambienti urbani ed extraurbani, la devianza minorile. Riflettere su tali fenomeni potrebbe spingere i giovani a chiedersi se la nostra sia davvero un’epoca di civiltà e a impugnare le armi improprie dell’intelligenza e del sentimento per combattere contro quella ferocia che chiamiamo barbarie, purché la società li assecondi piuttosto che ostacolarli.

Il prossimo quindici luglio sarà trascorso mezzo secolo da quando Pier Paolo Pasolini sul periodico Tempo illustrato diagnosticò una mutazione antropologica in atto.

In quell’articolo, ricordatoci da Atalia Del Bene, l’intellettuale prese spunto dalle tracce d’italiano della maturità di allora per deprecare l’adesione al “nuovo edonismo” da parte di una gioventù sospesa fra “nevrosi euforica” e “nevrosi d’ansia”, giungendo infine a ipotizzare la gestazione di nuovi valori:

“Ci stanno sostituendo degli uomini nuovi, portatori di valori tanto indecifrabili quanto incompatibili con quelli, così drammaticamente contraddittori, finora vissuti. Questo, i giovani migliori istintivamente lo capiscono, ma non sono capaci, credo, di esprimerlo.”

Quali valori? Sembra che oggi dobbiamo dare ragione a Eugenio Montale quando scrive:
“La storia non è magistra
di niente che ci riguardi. Accorgersene non serve
a farla più vera e più giusta.”

Sorge allora il sospetto che il vero esame di maturità debbano sostenerlo gli adulti.

 

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Autore

  • Biagio Scognamiglio

    Biagio Scognamiglio (Messina 1943). Allievo di Salvatore Battaglia e Vittorio Russo. Già docente di Latino e Greco e Italiano e Latino nei Licei, poi Dirigente Superiore per i Servizi Ispettivi del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca. Ha pubblicato fra l’altro L’Ispettore. Problemi di cambiamento e verifica dell’attività educativa.

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