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Sul numero chiuso a Medicina

Le dichiarazioni del Governatore della Campania sul numero chiuso a Medicina e quelle dell’attuale Ministra dell’Università che presenta altre innovazioni peggiorative.

Libri di test

Matmedia ha ospitato un link alle esternazioni del Governatore della Campania Vincenzo De Luca sul sistema dei test come sbarramento da superare per essere ammessi alla Facoltà di Medicina. Il Governatore, non nuovo alla pratica della “esternazione” intesa come “manifestazione vigorosa e improvvisa delle proprie opinioni”, si è risolto qui ad usare il termine “camorra” per condannare con vigore il mercimonio prosperante grazie a questo sistema.

Il Governatore è senza dubbio un personaggio molto particolare, che si presta ad essere oggetto di satire come quella di Maurizio Crozza. Ciò non toglie che su determinati argomenti le sue affermazioni si rivelino tanto solide e sostanziali quanto energiche fino all’iperbole. Indipendentemente da questa o quella posizione politica non si può trascurare questa denuncia di un andazzo che mortifica gli aspiranti all’ingresso nel sacro ambito dello studio della medicina, costringendoli a cimentarsi in prove discutibili.

Le dichiarazioni del Governatore non devono considerarsi isolate.

Esse risultano tali da suscitare un certo clamore mediatico anche in forza del tono accentuato, indignato, esasperato con cui sono state espresse. È il caso però di ricordare che già da tempo professionisti di spicco in campo medico hanno esternato sconcerto e amarezza per il sussistere del numero chiuso, espediente suscettibile di ritardare l’inizio del desiderato corso di studi a danno di giovani animati da sincera vocazione a salvare vite umane.

Dovrebbe essere noto a tutti che non pochi aspiranti alla carriera medica, prima ancora di affrontare i test alquanto complessi delle università statali, si sottopongono ai meno difficili test di università private, sborsando ingenti somme delle quali non saranno mai risarciti. E basta guardare nelle vetrine delle librerie o visitare su internet certi siti dedicati per rendersi conto del florido e redditizio mercato di manuali cartacei e di offerte virtuali per prepararsi ai test, ai quali possono sottoporsi ora anche studenti del penultimo anno dei corsi di studio secondari superiori, sottraendo tempo allo studio di tutte le discipline curricolari.

La stampa quotidiana non ha mancato e non manca di segnalare questa stortura: si cerca di difendere il sistema dei test con un ben misero argomento, adducendo cioè l’impossibilità di accogliere negli atenei tanti aspiranti alla carriera medica quanti ce ne sono di anno in anno, e ciò nel momento stesso in cui si lamenta una carenza di medici negli ospedali e nella medicina di base.

Interrogando Chat GPT sui pro e i contro del numero chiuso, si ottiene la risposta riportata di seguito.

«Alcune delle ragioni citate a favore dell’abolizione del numero chiuso includono:

  1. Accesso più equo. L’abolizione del numero chiuso potrebbe consentire a un maggior numero di studenti qualificati di accedere ai corsi di laurea in Medicina, garantendo un accesso più equo a questa professione.
  2. Risposta alla domanda di professionisti medici. L’abolizione del numero chiuso potrebbe contribuire ad affrontare la carenza di medici in alcune aree e rispondere alla crescente domanda di professionisti medici.
  3. Riduzione della commercializzazione dei test di ammissione. Alcuni sostengono che l’abolizione del numero chiuso potrebbe ridurre la tendenza alla commercializzazione dei test di ammissione, consentendo un accesso più meritocratico ai corsi di laurea in Medicina.

D’altra parte, ci sono anche argomenti a favore del mantenimento del numero chiuso, tra cui:

  1. Garanzia di standard elevati. Il sistema del numero chiuso potrebbe essere considerato un modo per garantire che solo gli studenti più qualificati e motivati siano ammessi ai corsi di laurea in Medicina, preservando così alti standard nel settore medico.
  2. Risorse limitate: L’abolizione del numero chiuso potrebbe mettere a dura prova le risorse disponibili nelle università e negli ospedali per formare adeguatamente gli studenti di Medicina, in quanto il numero di ammessi sarebbe potenzialmente maggiore.

Al momento, la questione dell’abolizione del numero chiuso per l’accesso a Medicina è ancora oggetto di discussione e decisione politica.»

Chat GPT, attingendo al materiale disponibile in rete, ha sintetizzato in tal modo le opposte posizioni.

Per quanto riguarda gli argomenti favorevoli al numero chiuso reperiti dalla cosiddetta intelligenza artificiale, è agevole osservare che il superamento dei test così come sono congegnati non  garantisce affatto l’accesso di “studenti più qualificati e motivati” ed è altrettanto agevole notare come dovrebbe essere compito dei politici agire per il potenziamento delle “risorse disponibili nelle università e negli ospedali” piuttosto che decimare in partenza gli aspiranti alla professione medica, i quali potrebbero essere selezionati in base ai risultati ottenuti agli esami nella fase iniziale del corso universitario.

Sembra che in Italia sia in vigore una legge delle innovazioni peggiorative.

Nel 2023 la somministrazione dei test è stata suddivisa in due tornate. Di qui un contenzioso legale sulla disparità di trattamento con possibili risvolti anche penali, in quanto dopo la prima tornata un certo numero di studenti, attingendo a banche dati fornite da scuole di preparazione, sarebbero venuti in possesso di risposte corrette a quiz poi riproposti nella seconda tornata e ciò ovviamente a scapito degli altri aspiranti.

Si ipotizza una vera e propria concorrenza fra scuole di preparazione, ciascuna della quali mirerebbe ad aumentare il numero dei propri iscritti vantando di poter assicurare i migliori risultati. Altra perplessità è destata dalla mancanza di omogeneità dei quiz, diversi da aspirante ad aspirante perché scelti a caso. La casualità così introdotta rischia di favorire alcuni a danno di altri. Il “coefficiente di equalizzazione”, da calcolare per ristabilire l’equità, non garantisce affatto il superamento del carattere aleatorio della procedura. In definitiva, si profila la possibilità dell’annullamento dei risultati dei test.

Anna Maria Bernini, ministra dell’università e della ricerca del governo Meloni

Così l’attuale Ministra dell’Università presenta altre innovazioni peggiorative:

“Non ci sarà più un quiz, bensì un vero e proprio percorso, che può cominciare già al quarto anno delle scuole superiori, con corsi online gratuiti preparati dalle Università e prove di autovalutazione. E il test si potrà ripetere più volte per poter poi usare il punteggio migliore.”

Si è avviato intanto il sistema del Tolc-med ((Test Online Cisia) ad opera del Cisia (Consorzio Interuniversitario Sistemi Integrati per l’Accesso), al quale ci si può iscrivere al costo di € 30, dopo di che è possibile accedere al Mooc (Massive Open Online Courses) che dovrebbe essere a titolo gratuito. Continuano tuttavia gli esborsi per acquistare i manuali di quiz in bella mostra nelle vetrine delle librerie.

La prova unica di ammissione ai corsi di laurea magistrale in medicina e chirurgia e in odontoiatria e protesi dentaria per l’anno accademico 2022-2023 si articola in: test di competenze di lettura e conoscenze acquisite negli studi; test di ragionamento logico e problemi; test di biologia; test di chimica; test di fisica e matematica.

Il test 1, che riguarda l’alterazione della flessibilità metabolica nei soggetti affetti da insulino-resistenza, è appropriato, perché si vuole saggiare la competenza di lettura in un campo che sarà di un futuro medico.

Il test 2 è di argomento storico. Concerne la Constitutio de Feudis di Corrado II il Salico. Si chiede quale sia l’obiettivo dell’editto descritto nel testo. Qui il quesito è discutibile, perché l’argomento può essere ignorato senza pregiudizio per il conseguimento della laurea in medicina. Sarebbe stato più appropriato proporre un brano tratto dalla storia della medicina, oppure un quesito riguardante la storia contemporanea, per saggiare l’attenzione dei candidati agli eventi del nostro tempo.

Il test 3 può sembrare ridicolo. Viene proposta la prosa di un brano diaristico, che potrebbe però essere anche giornalistico, e si chiede per l’appunto se sia diaristico o giornalistico oppure se si tratti di un sonetto, un poema epico o un romanzo storico. Chi ha steso questo test si sarà divertito a ipotizzare un’ignoranza davvero abissale in studenti diplomati a livello secondario superiore.

Il test 4 risulta appropriato, perché vuol saggiare la conoscenza del Def – Documento di Economia e Finanza. Con i tempi che corrono un futuro medico non può ignorare la problematica economica, dal momento che si perpetuano i tagli alla sanità come anche quelli alla scuola.

I test 5-9, dedicati a ragionamento logico e problemi, possono essere considerati accettabili, anche se hanno un sentore di Settimana Enigmistica.

Per quanto riguarda i restanti test di biologia (10-32), di chimica (33-47), di fisica e matematica (48-60), si impone la seguente considerazione.

Sono test giudicati di particolare difficoltà dalla maggior parte degli aspiranti, anche perché il tempo a disposizione per rispondere diventa tirannico. Sussiste infatti uno iato fra siffatti test e gli argomenti di quelle medesime discipline studiati a livello di scuola secondaria superiore. Ed è in questo iato che prospera l’industria della preparazione ai test.

Il quotidiano Il Messaggero, attingendo al Giornale di Vicenza, ha dato notizia della performance di una ragazza vicentina diciannovenne che ha conseguito il punteggio più alto in assoluto nei test, di poco inferiore a 83 su 100: ora però incombe su di lei la necessità di confermare il suo exploit superando gli esami del corso di studi universitario, come se quel punteggio sia stato azzerato, quindi sostanzialmente inutile.

Con questa rapida rassegna non si vuole certo accreditare il persistere del sistema dei test in funzione del mantenimento del numero chiuso a medicina. È un sistema che nel suo complesso prescinde da un’esigenza assolutamente non trascurabile nel delicato campo della professione medica: il rapporto umano. Rapporto che può e deve essere oggetto di esperienza in itinere, durante le sessioni di esame sulle varie materie, mediante il contatto degli studenti con gli esaminatori. Si potrà comprendere allora se un aspirante possa essere o meno all’altezza di quanto prescrisse Ippocrate col suo giuramento nella forma originale e di quanto prescrive oggi il giuramento aggiornato.

Testo classico del giuramento di Ippocrate

Giuro per Apollo medico e per Asclepio e per Igea e per Panacea e per tutti gli Dei e le Dee, chiamandoli a testimoni, che adempirò secondo le mie forze e il mio giudizio questo giuramento e questo patto scritto.
Terrò chi mi ha insegnato quest’arte in conto di genitore e dividerò con Lui i miei beni, e se avrà bisogno lo metterò a parte dei miei averi in cambio del debito contratto con Lui, e considerò i suoi figli come fratelli, e insegnerò loro quest’arte se vorranno apprenderla, senza richiedere compensi né patti scritti.
Metterò a parte dei precetti e degli insegnamenti orali e di tutto ciò che ho appreso i miei figli del mio maestro e i discepoli che avranno sottoscritto il patto e prestato il giuramento medico e nessun altro.
Sceglierò il regime per il bene dei malati secondo le mie forze e il mio giudizio, e mi asterrò dal recar danno e offesa. Non somministrerò a nessuno, neppure se richiesto, alcun farmaco mortale, e non prenderò mai un’iniziativa del genere; e neppure fornirò mai a una donna un mezzo per procurare l’aborto.
Conserverò pia e pura la mia vita e la mia arte. Non opererò neppure chi soffre di mal della pietra, ma cederò il posto a chi è esperto di questa pratica. In tutte le case che visiterò entrerò per il bene dei malati, astenendomi ad ogni offesa e da ogni danno volontario, e soprattutto da atti sessuali sul corpo delle donne e degli uomini, sia liberi che schiavi.
Tutto ciò ch’io vedrò e ascolterò nell’esercizio della mia professione, o anche al di fuori della professione nei miei contatti con gli uomini, e che non dev’essere riferito ad altri, lo tacerò considerando la cosa segreta. Se adempirò a questo giuramento e non lo tradirò, possa io godere dei frutti della vita e dell’arte, stimato in perpetuo da tutti gli uomini; se lo trasgredirò e spergiurerò, possa toccarmi tutto il contrario.

Testo moderno

Consapevole dell’importanza e della solennità dell’atto che compio e dell’impegno che assumo, giuro:
– di esercitare la medicina in autonomia di giudizio e responsabilità di comportamento contrastando ogni indebito condizionamento che limiti la libertà e l’indipendenza della professione;
– di perseguire la difesa della vita, la tutela della salute fisica e psichica, il trattamento del dolore e il sollievo dalla sofferenza nel rispetto della dignità e libertà della persona cui con costante impegno scientifico, culturale e sociale ispirerò ogni mio atto professionale;
– di curare ogni paziente con scrupolo e impegno, senza discriminazione alcuna, promuovendo l’eliminazione di ogni forma di diseguaglianza nella tutela della salute;
– di non compiere mai atti finalizzati a provocare la morte;
– di non intraprendere né insistere in procedure diagnostiche e interventi terapeutici clinicamente inappropriati ed eticamente non proporzionati, senza mai abbandonare la cura del malato;
– di perseguire con la persona assistita una relazione di cura fondata sulla fiducia e sul rispetto dei valori e dei diritti di ciascuno e su un’informazione, preliminare al consenso, comprensibile e completa;
– di attenermi ai principi morali di umanità e solidarietà nonché a quelli civili di rispetto dell’autonomia della persona;
– di mettere le mie conoscenze a disposizione del progresso della medicina, fondato sul rigore etico e scientifico della ricerca, i cui fini sono la tutela della salute e della vita;
– di affidare la mia reputazione professionale alle mie competenze e al rispetto delle regole deontologiche e di evitare, anche al di fuori dell’esercizio professionale, ogni atto e comportamento che possano ledere il decoro e la dignità della professione;
– di ispirare la soluzione di ogni divergenza di opinioni al reciproco rispetto;
– di prestare soccorso nei casi d’urgenza e di mettermi a disposizione dell’Autorità competente, in caso di pubblica calamità;
– di rispettare il segreto professionale e di tutelare la riservatezza su tutto ciò che mi è confidato, che osservo o che ho osservato, inteso o intuito nella mia professione o in ragione del mio stato o ufficio;
– di prestare, in scienza e coscienza, la mia opera, con diligenza, perizia e prudenza e secondo equità, osservando le norme deontologiche che regolano l’esercizio della professione.

 

Documentazione per approfondimenti

Autore

  • Biagio Scognamiglio

    Biagio Scognamiglio (Messina 1943). Allievo di Salvatore Battaglia e Vittorio Russo. Già docente di Latino e Greco e Italiano e Latino nei Licei, poi Dirigente Superiore per i Servizi Ispettivi del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca. Ha pubblicato fra l’altro L’Ispettore. Problemi di cambiamento e verifica dell’attività educativa.

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