Si può essere convinti che il demerito sia dello studente al cento per cento? Perché non dovrebbe valere per uno studente il brocardo “in dubio pro reo”? Quale effetto positivo può mai avere una bocciatura?
Gli interrogativi posti da Biagio Scognamiglio nell’articolo Susanna Tamaro: Scuola, boomerang promuovere tutti, l’opinione di Michelangelo di Stasio e la replica dell’autore.
Michelangelo di Stasio.
Antico è il dibattito sulla bocciatura a scuola. È utile? è dannosa?
Ad intervalli più o meno regolari ne discutono uomini di cultura e di scuola; di recente il tema è stato riproposto da Susanna Tamaro sulle colonne del Corriere della Sera. Dalla scrittrice ha dissentito su Matmedia l’ispettore Biagio Scognamiglio. Non sono uno studioso di tale questione, pure mi permetto di esprimere la mia opinione che mi sono formato ripercorrendo la mia storia di studente prima e di docente poi.
Nel campo scolastico si etichetta col termine bocciatura una azione didattica che non ha il fine che tale termine evoca; una azione educativa che ha una sua validità pedagogica viene bollata con un termine che ne dà una connotazione negativa snaturandone la finalità per cui è stata voluta. Cerco di spiegare il perché aiutandomi con qualche esempio.
Tutti concordiamo sul fatto che è più semplice, per avere esiti positivi di guarigione, che una malattia venga curata al primo insorgere dei sintomi senza aspettare che si aggravi a tal punto da rendere più complicato il percorso della cura. Procrastinare gli interventi curativi porta a cure più lunghe, costose, con maggiori sofferenze e conduce spesso ad esiti infausti.
Il medico che consiglia al paziente il ricovero in ospedale per qualche giorno per accertamenti più approfonditi e cure più mirate forse boccia il paziente e lo condanna per tutta la vita?
o se ne sta prendendo a cuore perché il malato, dopo le necessarie e appropriate cure, possa poi ritornare ad una vita normale nel pieno delle sue energie? È preferibile che non faccia nessun intervento col forte rischio che la persona piena di acciacchi non potrà avere una vita normale?
L’allenatore che per qualche gara non fa scendere nell’agone un suo atleta infortunato lo emargina in maniera definitiva? No! Lo tiene fermo solo per qualche turno affidandolo alle cure dei medici perché guarisca perfettamente e solo dopo lo fa ritornare all’attività agonistica in piena efficienza in modo che possa fornire prestazioni ottimali.
È noto che viene fortemente criticato quell’allenatore che chiede prestazioni agonistiche ad atleti per i quali qualche impedimento fisico sconsiglia la partecipazione alle gare.
Nessun all’allenatore fa partecipare alle gare un atleta in precarie condizioni fisiche e nessun medico onesto gli stilerebbe un certificato di idoneità.
Questi comportamenti, del medico e dell’allenatore, sono del tutto ragionevoli. Solo la scuola procede in modo irrazionale.
Dire ad uno studente ” Guarda tu hai queste lacune che se non colmate non ti permetterebbero di proseguire negli studi con facilità e con risultati soddisfacenti. Perciò è opportuno che dedichi del tempo a recuperare alcune conoscenze assolutamente necessarie per un prosieguo positivo degli studi “ non è come respingere un migrante anzi è consigliargli un percorso di integrazione. Non consigliargli questo percorso è irrazionale. Fermare uno studente anche per qualche anno se è il caso, per fargli acquisire competenze che non possiede, non è lasciarlo in mezzo al mare ma metterlo in condizioni di arrivare all’approdo agognato in modo sicuro non annaspando tra i flutti. e magari affogare prima di raggiungerlo.
Non fermarlo è colpa grave, perché anche se non nell’immediato lo studente sarà in seguito condannato definitivamente all’emarginazione.
Tanti studenti negli anni di studi si sono trascinati boccheggiando tra mediocrità e insufficienza per carenze via via accumulate e mai colmate ma sempre promossi a causa di questo buonismo deleterio e poi hanno abbandonato l’università quando l’abbandono è più drammatico e doloroso. E questo abbandono suona davvero come una condanna definitiva, una bocciatura. È qui che davvero il giovane è lasciato in alto mare lontano dall’approdo. Sarebbe stato doveroso costringerlo prima ad una sosta nel percorso di studi; questa sosta gli avrebbe consentito, colmate le carenze, di percorrere il seguito del cammino con sicurezza e piena soddisfazione.
Ecco perché è sbagliato definire Bocciatura un procedura che ha, come dicevo all’inizio, una indubbia efficacia nella maturazione culturale dei giovani
Ed ecco perché è un fatto negativo che molti docenti spesso, troppo spesso, abbiano comportamenti dissimili da quelli dell’allenatore e del medico e di conseguenza siano costretti sovente a certificare buono o ottimo il loro prodotto (il giovane diplomato) che magari è appena mediocre e a volte nemmeno. Anche per questo essi hanno poca stima nell’opinione pubblica: non ci si può fidare dei loro giudizi.
Biagio Scognamiglio.
Insistere sull’emarginazione (tale è la bocciatura) significa avere scarsa fiducia nella propria capacità professionale
e non riconoscere l’alunno come soggetto (la questione dell’alunno come soggetto richiederà una trattazione a parte). Non si incoraggia un alunno bocciandolo. C’è chi ricorre a paragoni tratti dalla sfera sanitaria. Il paragone col medico non regge, perché il medico interviene in tempo sul paziente e non procrastina l’intervento. Il paragone con l’atleta infortunato non regge, trattandosi nel caso dell’atleta di danno fisico e non di problema intellettivo ed emotivo. Nel caso dell’alunno si tratta forse di un danno al cervello?
Ripeto: dispiace che Susanna Tamaro abbia voluto fare il verso a Don Milani, senza avere competenza in materia.
Da ispettore, relazionando in risposta ad apposita lettera di incarico, espressi un giudizio negativo su un docente che bocciava da anni. Il docente mi citò in giudizio. In primo e in secondo grado il Pubblico Ministero chiese l’archiviazione. La Cassazione diede torto al docente e lo condannò ovviamente al pagamento delle spese processuali.
Per fortuna dei professori che amano bocciare, oppure bocciano convinti di fare il bene dell’alunno, non sono più in servizio.
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