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Viennetta Algida nel Test di Medicina

Viennetta Algida, la domanda nel Test di Medicina. De Luca: «C’era una anche sulla grattachecca». Non è venuto invece il tempo di ridare valore alle materie di studio e al profitto realizzato a scuola?

Il presidente della Campania, Vincenzo De Luca, continua la sua battaglia contro i test di accesso alla facoltà di medicina. Durante una diretta su Facebook, De Luca ha letto alcune domande dei test, criticandole come inutili e demenziali. De Luca ha sottolineato l’importanza di una selezione basata sulle materie sanitarie anziché su test arbitrari e ha invitato i cittadini a esprimere il loro disprezzo per le forze che non si impegnano a eliminare il numero chiuso per la facoltà di medicina, sottolineando che la selezione è necessaria ma deve essere fatta in modo equo.

De Luca si scaglia contro i test di medicina 2023. «Mi arrivano lettere e segnalazioni da parte dei cittadini – spiega De Luca – tra le domande dei test me ne riferiscono una su chi ha inventato la Viennetta dell’Algida e un’altra su cosa è la grattachecca». Non solo, cita anche un altro test. «Un padre di tre figli mi segnala tra i test questo: quale di queste parole non ha nulla in comune con le altre? Ci sono cinque parole: sfoggiare, depennare, castità, provare, cromare.

La risposta esatta è provare perché provare è l’unica parola che non contiene il nome di una città – sottolinea – Io darei a chi ha preparato questo test venti anni di carcere subito o meglio ancora lo sottoporrei al programma rieducativo che viene adoperato dalla polizia municipale di Singapore che ha in dotazione una frusta di bambù e la utilizza contro chi viola le regole stradali. Ecco venti frustrate di bambù sul groppone e si fa una opera di bene».

Infine l’invito di De Luca «a tutti i nostri concittadini ad esprimere il proprio disprezzo per tutte le forze che non si impegnassero da subito a  cancellare il numero chiuso alla facoltà di medicina. «La selezione è indispensabile ma bisogna farla sulle materie sanitarie e non su test demenziali e non costringendo ai margini i ragazzi che vengono da famiglie di povera gente».

 

 

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