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Italo Calvino nel centenario della nascita

Il progetto della scuola media Gallozzi di S. Maria C.V. per  ricordare Italo Calvino nel centenario della nascita.

Italo Calvino è senza dubbio uno dei maggiori scrittori che hanno dato il loro memorabile contributo alla storia della letteratura italiana.  Del suo visionario e avveniristico lavoro ci restano opere di vario genere nel campo non solo della narrativa (romanzi, racconti, fiabe), ma anche della saggistica (fondamentale l’edizione mondadoriana in due tomi).

Il 15 ottobre ricorre il centesimo anno dalla sua nascita.

Per celebrarlo, la Scuola secondaria di primo grado “Carlo Gallozzi” di Santa Maria Capua Vetere propone un’iniziativa interdisciplinare consistente in attività di comprensione, riflessione e riproduzione grafica tendenti a favorire attraverso la lettura delle storie senza tempo di questo straordinario autore non solo l’approfondimento critico delle opere, ma anche il confronto su temi affrontati soprattutto nei romanzi con magiche risonanze nell’attualità.

L’ispirazione risente dell’interesse di Italo Calvino per un mondo fantastico, quello favolistico: autore fra l’altro della raccolta Fiabe italiane, si ricollega alla Morfologia della fiaba di Vladimir Propp, ove il tessuto narrativo popolareggiante viene analizzato fino a individuare trentuno funzioni. Nasce così la trilogia intitolata I nostri antenati (1952-1959), comprendente Il visconte dimezzato, Il barone rampante e il cavaliere inesistente.

Ci troviamo di fronte a una serie di personaggi tanto surreali quanto significativi di pulsioni presenti in ciascuno di noi.

Si pensi alla bizzarra vicenda del visconte Medardo di Terralba che, colpito al petto da una cannonata turca, torna a casa diviso in due metà: una cattiva, malvagia, prepotente, anche se dotata di inaspettate doti di umorismo, l’altra gentile, altruista, buona, o meglio “buonista” (rivisitazione, quindi, di The Strange Case of Dr. Jekyll and of Mr. Hyde di Robert Louis Stevenson), sdoppiamento che consente di riflettere sulla dinamica dicotomica tra il bene e il male e sui loro confini.

Si pensi alla storia piena di avventure, leggerezza e libertà del Barone Cosimo Piovasco di Rondò, indomabile ribelle che a dodici anni sale su un albero per non ridiscenderne mai più. Si pensi alle peripezie di Agilulfo, paladino di Carlomagno, cavaliere valoroso e nobile d’animo, che ha un unico difetto, quello di esistere solo attraverso la coscienza e la forza di volontà: la sua armatura è vuota e lui non ha i bisogni e le necessità degli uomini, anzi agisce sempre in modo composto e diligente; storia, questa,  ambientata nell’inverosimile atmosfera degli antichi romanzi cavallereschi, ma più che mai  vicina alla realtà del nostro tempo, in  cui l’umanità è drammaticamente sospesa fra inesistenza e volontà di ritornare ad essere.

Tutti sotto lo sguardo attento del signor Palomar, il cui nome richiama alla mente un potente telescopio, ma la cui attenzione si posa solo sulle cose che gli capitano sotto gli occhi nella vita quotidiana, scrutate nei minimi dettagli.

Così Italo Calvino in Il midollo del leone (1955):

“Le cose che la Letteratura può ricercare e insegnare sono poche ma insostituibili: il modo di guardare il prossimo e se stessi, di porre in relazione fatti personali e fatti generali, di attribuire valore a piccole cose o a grandi, di considerare i propri limiti e vizi e gli altrui, di trovare la proporzione della vita e il posto dell’amore in essa, e la sua forza e il suo ritmo e il posto della morte, il modo di pensarci o non pensarci.

La Letteratura può insegnare la durezza, la pietà, la tristezza, l’ironia, l’umorismo, e tante altre cose necessarie e difficili”. L’iniziale maiuscola di Letteratura è segno della grandezza di una forma di espressione umana che è anche grandezza del nostro autore.Da: Il progetto per ricordare Italo Calvino

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