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Parola e numero nell’arte di Picasso.

In Picasso l’intimo legame fra parola e numero continua a mantenere il suo segreto come in una scrittura sapienziale da decifrare. Le sue Poesie, edite da Garzanti.

“Sono un poeta che ha sbagliato strada”- Pablo Picasso

Pablo Picasso (1881 – 1973)

Alla richiesta di notizie sui rapporti fra Picasso e la matematica l’I.A. You.com ha risposto così:

“Picasso era noto per essere interessato alla matematica, in particolare alla geometria, e incorporò questi concetti nelle sue opere d’arte. Il movimento cubista, di cui faceva parte, è noto per il suo uso di forme geometriche e prospettive multiple. Alcuni storici dell’arte hanno persino suggerito che usasse principi matematici come il rapporto aureo nelle sue composizioni. Tuttavia, è importante notare che mentre la matematica può aver influenzato il suo lavoro, non ha usato la matematica per creare la sua arte. Piuttosto, il suo uso di forme geometriche e prospettive multiple è stata una scelta stilistica.”

Come è dato notare, è una risposta non del tutto perspicua che si limita a riconoscere la presenza di elementi matematici e soprattutto geometrici nell’arte figurativa di Picasso, elementi da lui non ricercati. Oggi però anche il lettore italiano dispone di uno sguardo sulla produzione poetica del rivoluzionario in pittura, vissuto dal 1881 al 1973, le cui poesie, composte in spagnolo e in francese nell’arco temporale 1935-1959, già pubblicate in francese col titolo Poèmes nel 2005, sono state tradotte nella nostra lingua da Tiziana Lo Porto, che ha compiuto un’impresa davvero notevole in considerazione del caos espressivo dell’autore.  Nella Prefazione Androula Michaël, fra l’altro Direttrice di un Centro di ricerca nelle arti e in estetica, mette in rilievo lo sconvolgimento semantico nei componimenti lirici picassiani, a partire da questa dichiarazione di poetica con cui si inaugura il volume:

“ se penso in una lingua e scrivo ‘il cane insegue la lepre nel bosco’ e voglio tradurlo in un’altra lingua, devo dire ‘il tavolo di legno bianco affonda le zampe nella sabbia e quasi muore di paura nel vedersi così [sciocco]’ ”

Quella caratteristica che prima abbiamo definita caos espressivo comincia così a rivelare la sua autentica essenza, ossia la creazione di una nuova realtà immaginata in un suo emergere dall’informe. Di pagina in pagina restiamo sorpresi da questa realtà alternativa la cui rappresentazione si va addipanando come scioglimento dai vincoli del verosimile grazie  all’abolizione di ogni punteggiatura con la conseguente tracimazione di accostamenti surrealistici.

Di tanto in tanto in questo stream of consciousness  affiorano suggestioni aritmetiche e geometriche insieme con sinestesie, come in “fissa i quattro angoli del manifesto di los toros dissotterra con le mani 2 e 2”,  “fanciulla adeguatamente vestita con un cappotto beige con risvolti viola 150.000 – 300 – 22 – 95 centesimi”, “quadrato del loro desiderio”,  “do 3 re 1 mi 0 fa 2 sol 8 la 3 si 7 do 3 do 22 si 9 la 12 sol 5 fa 30 mi 6 re 11 ½ do 1 do 333 si 150 la 1/4 sol 17 fa 303 re 1 mi 106 si 33.333.333 mi 10 si 44 la 9 sol 22 fa 43 mi 0 – 95”, “riempie di silenzio la somma dei numeri 3 – 5 – 10 – 15 – 21 – 2 – 75 – ”, “disco rosa del profumo delle forme geometriche oggetto il nulla matematico della fune tesa”, “e ci fa male un terzo del quarto di gioia”, “l’uscita accanto al WC uomini 10 centesimi donne 1340 più le spese di registro”, “ed ecco la prova dice il I schiena contro schiena i numeri 3 e 389 pestati macinati cotti e ricotti tritati finemente passati al laminatoio dissero insieme il I e il II fanno il peso esatto”, “e i numeri magici per contarli la X la Z i primi 24 demoni del mese”, “la necessità fatta di rombi e triangoli che smeriglia la sua dimensione sui travetti”.

D’ora in poi, per accostarsi ai segreti dell’arte figurativa di Picasso, a chi non abbia avuto cognizione per altra fonte degli écrits e dei Poèmes sarà utile tener conto del recente volume qui recensito dal titolo Poesie, raccolta di componimenti lirici in cui fra parole e colori si inseriscono forme e numeri ed echi musicali e impressioni olfattive.

Ciò offre anche l’occasione per accennare a tentativi di scoprire segreti matematici nell’arte figurativa di Picasso.

Nell’ambiente sperimentale multimediale del Liceo Classico “Annibale Mariotti” di Perugia è stata individuata una funzione soggiacente a una natura morta del periodo cubista. Sul sito intitolato all’arte svelata Giuseppe Nifosi ha accostato la concezione spaziale picassiana successiva al periodo blu e rosa allo spazio-tempo quadridimensionale unificato einsteiniano, ricordando quanto era stato già affermato da Guillaume Apollinaire:

“Sinora le tre dimensioni della geometria euclidea hanno soddisfatto l’inquietudine che il sentimento dell’infinito suscita nei grandi artisti. I nuovi pittori non si sono certo proposti, più degli antichi, di essere geometri. Ma si può dire che la geometria è per le arti plastiche ciò che la grammatica è per l’arte dello scrittore. Oggi gli scienziati non si attengono più alle tre dimensioni euclidee. I pittori sono stati portati naturalmente, e per così dire intuitivamente, a preoccuparsi delle nuove possibilità di misurare lo spazio che, nel linguaggio figurativo dei moderni, sono indicate con il termine di quarta dimensione.”

Sul sito del Centro Studi della Città della Scienza in un saggio di ampio respiro dal titolo “Concordia nuova” tra arte e scienza Pietro Greco si sofferma fra l’altro sui controversi rapporti fra l’arte di Picasso e la scienza di Einstein, venuti a crearsi non tanto per influssi diretti di Einstein su Picasso quanto per la partecipazione di entrambi a un’atmosfera comune di sconvolgente superamento della tradizione.

Oggi a taluni i tempi sembrano maturi per introdurre la tematica fin qui affrontata anche nella didattica a partire dalla scuola elementare, come riferisce l’insegnante Angela Gatti nell’articolo Geometria, italiano, coding e matematica? Sì, facciamolo con ARTE!

Dopo questo excursus, tornando a Picasso e la matematica, ricordiamo questa dichiarazione dell’artista, tratta da Scritti di Picasso, a cura di Mario De Micheli, Feltrinelli, 1973:

“Che cosa direste di un matematico che scrivesse un mucchio di cifre, senza dare la soluzione di alcun problema e che dicesse: ‘Guardate questo gruppo di 7 e 8 messi di fianco: come è carino! Non è vero che è delizioso?’ È ciò che hanno fatto i pittori i cui quadri sono appesi al Louvre.”

Confrontarsi con Picasso equivale a passare di sorpresa in sorpresa. Autore anche teatrale, sembra aver conferito alla sua stessa vita una certa teatralità. Così nel volume appena citato non esita a spiazzare quanti hanno cercato e cercano di spiegare la sua pittura avanguardistica con altre discipline:

“Si è cercato di spiegare il cubismo con la matematica, la trigonometria, la chimica, la psicanalisi, la musica, e non so con che altra cosa ancora. Tutto ciò non è stato che letteratura, per non dire ‘non senso’, ed ha portato al cattivo risultato di accecare la gente con delle teorie.”

Nel medesimo volume troviamo questa conclusione di una lunga lirica:

“bisogna andare lentamente e contare 1 2 – 3 4 5 6 – 78 – 9 10 – 11 12 13 14 15 16 – 17 18 19 20 21 – 22 23 24 25 – 26 27 28 29 30 – 31 32 33 34 35 36 37 38 39 40- 50 51 32 17 – 34 60 79 80 110 – 120 0 0 0 0 0 0 e che il sole li bruci e li consumi perché cantano dei ‘soleares’ per la notte soli nella solitudine delle solitudini aspettando di trovare un poco di frescura 1 2 3 4 5 6 – 1 2 3 4 – 5 6 – 7 – 1 2 3 4 5 6 7 …”

Un così intimo legame fra parola e numero continua a mantenere il suo segreto come in una scrittura sapienziale da decifrare. E alla fine non resta che abbandonarsi al flusso delle associazioni di queste poesie, nelle quali Picasso immetteva il movimento con una resa molto più efficace rispetto all’appariscente dinamismo dei quadri. Finiamo per concludere che di   fronte ad esse non è ammessa alcuna critica. Rimane la sola possibilità di immedesimarsi in un mistero che si pone oltre la natura come unica realtà.

Riferimenti

Autore

  • Biagio Scognamiglio

    Biagio Scognamiglio (Messina 1943). Allievo di Salvatore Battaglia e Vittorio Russo. Già docente di Latino e Greco e Italiano e Latino nei Licei, poi Dirigente Superiore per i Servizi Ispettivi del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca. Ha pubblicato fra l’altro L’Ispettore. Problemi di cambiamento e verifica dell’attività educativa.

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