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Più bocciati agli esami di Stato 2020

Sono più di 2500 i giovani che non ce l’hanno fatta a diplomarsi. Intanto, migliorano le votazioni dei promossi. In particolare nei licei scientifici. Più bravi?

Il 16 luglio il MI ha pubblicato i primi sintetici risultati sull’andamento degli esami di Stato 2020. Solo 4 pagine accompagnate da uno stringato comunicato che l’agenzia Ansa ha ripreso e la stampa riprodotto senza però la consueta enfasi. Sono stati promossi il 99,5 % dei candidati. Una percentuale che è inferiore alla sessione del 2019. Quindi quest’anno, di Covid-19 e di solo orale, più bocciati. Più di 2500.

Un numero consistente, attese le finalità dell’esame e le condizioni di ammissione. Certo è che i bocciati sono studenti che tra crediti scolastici (massimo 60 punti) e colloquio (massimo 40 punti) non hanno raggiunto il sessanta che è il minimo per la promozione. Certo è che non hanno studiato. Non hanno cioè assolto al loro dovere. E che studiare sia un dovere forse non l’hanno neppure compreso. Comprenderanno? Difficile dire se e quando. Bisognerebbe, forse, conoscerli uno per uno anche perché l’ambiente, dal punto di vista dei doveri, non è propriamente educativo e non li aiuta. Quel che si sa è che quei candidati ora fermati, ripeteranno il quinto anno. Non c’è l’obbligo, ma lo faranno al 99,9%.  E messi tutti insieme, con gli standard attuali, riempirebbero 120-130 classi. Sembrano tanti. Eppure, in una lettura speculare, molto pochi. È la lettura canonica, abituale, quella che s’impone nel messaggio dei 99,5% di promossi. Troppi! Tanti da far dire: a che servono gli esami? Senza comprendere che la funzione degli esami non è di bocciare o di promuovere, ma di certificare le competenze acquisite.

I promossi, però, dato rilevantissimo, hanno riportato votazioni più alte. Un diplomato su due ha preso un voto superiore all’80.

Nei licei scientifici è netto il calo delle votazioni più basse, più che dimezzata la percentuale dei 60. Che cosa ha influito di più?  l’assenza della seconda prova scritta? O gli studenti hanno appreso di più con lo svolgimento dell’elaborato di matematica e fisica? Oppure sono stati i docenti (interni) che quest’anno hanno lavorato di più e ottenuto risultati migliori?

Nelle tabelle ricavate da quelle ministeriali, il confronto con il 2019 è rapido: sono più alte tutte le percentuali delle fasce più elevate di voti comprese quelle dei 100 e dei 100 e lode.

 

Autore

  • Emilio Ambrisi

    Laureato in matematica, docente, preside (dal 1983) e ispettore ministeriale (dal 1991). Dal 2004 al 2015 responsabile, per il settore della matematica e della fisica, della Struttura Tecnica del Ministero dell'Istruzione. Dal 1980 Segretario Nazionale della Mathesis e, successivamente, Vice-Presidente. Dal 2009 al 2019 Presidente Nazionale e direttore del Periodico di Matematiche.

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