HomeDidattica

Riordino dei cicli: il documento inviato agli organi di controllo

Riordino dei cicli: il documento inviato agli organi di controllo
Punti “notevoli” del documento.

La scuola di base. I primi due anni: dai campi di esperienza agli ambiti

Il curricolo

Il curricolo è elaborato dai docenti e non centralmente dal ministero; non è unico dappertutto e per sempre, ma è commisurato dai docenti alle realtà degli allievi e delle singole realtà scolastiche e ambientali; è composto di una quota oraria nazionale, che assume le indicazioni curricolari specificate in questi Indirizzi, e di una quota obbligatoria del 20 % circa, riservata alle scuole che rafforza e/o integra la quota nazionale. L’elaborazione del curricolo è dunque il terreno su cui si misurano più specificamente la capacità progettuale e la nuova professionalità dei docenti e dei dirigenti delle singole istituzioni scolastiche.

Curricolo/programma

È evidente la differenza tra il programma e il curricolo. Il programma indica un insieme di contenuti definiti centralmente: a essi il docente doveva riferirsi per il suo insegnamento. In tale contesto sono state senz’altro chiare le tappe e le scansioni del processo di insegnamento; meno chiari sono stati, invece, gli esiti effettivi dell’apprendimento. E, come sappiamo, i tradizionali giudizi o voti, preziosi nell’interazione didattica immediata, non bastano a dare certezza sugli effettivi livelli raggiunti in aree e zone diverse, in istituti scolastici diversi, con insegnanti diversi.
Il curricolo parte anch’esso naturalmente dai contenuti, ma delinea l’articolato e complesso processo delle tappe e delle scansioni dell’apprendimento. I contenuti stessi divengono così non tanto la guida dell’insegnante, quanto  la via per far conseguire alle allieve e agli allievi conoscenze solidamente assimilate e durature nel tempo. È qui che la professionalità del docente trova tutto il suo spazio poiché può esplicarsi nel nuovo quadro di libertà culturale e progettuale, di flessibilità organizzativa e didattica garantito dall’autonomia.

Competenze

Le competenze vanno […] intese come la capacità di utilizzare le conoscenze acquisite dalla persona che sta apprendendo. Esse sono le tappe e i traguardi di un itinerario di istruzione che ha quale propria finalità istituzionale il successo formativo di ciascun allieva e allievo.

Curricolo “essenziale e progressivo”

Gli obiettivi del curricolo sono contraddistinti dai caratteri di essenzialità e di progressività.
Un curricolo essenziale (ed essenziale non significa certo minimale) ……… deve selezionare i contenuti individuando gli elementa, i nuclei costitutivi delle discipline su cui innestare approfondimenti e sviluppi, tesi a consolidare negli allievi un patrimonio di conoscenze/competenze stabile nel tempo e dunque tale da permettere sempre ulteriori approfondimenti e sviluppi.
Beninteso, i diversi aspetti (oggetto, linguaggio, metodologia di ricerca) da cui viene caratterizzato lo statuto di una disciplina sono in realtà già tutti presenti fin dalle prime fasi del percorso formativo e presenti devono restare sempre. La matematica è la matematica, la lingua italiana è la lingua italiana sia quando vi si accosti un giovane liceale sia quando vi si accosti una bambina di tre anni.
Un curricolo progressivo prefigura ………. un percorso di istruzione che, definendo le tappe relative allo sviluppo formativo, accompagni l’allievo dalla scuola dell’infanzia alla conclusione dell’intero ciclo scolastico.

La costruzione del curricolo

        Il curricolo si costruisce a partire dalle indicazioni per la quota nazionale………….[e] si presenta come l’integrazione tra la quota oraria obbligatoria di discipline e attività stabilite nazionalmente e la quota ugualmente obbligatoria di discipline e attività scelte dalle singole istituzioni scolastiche.
Il docente nel costruire il curricolo deve tenere presenti:

1.    i soggetti dell’apprendimento: le loro motivazioni, i loro atteggiamenti, la loro affettività, le fasi del loro sviluppo, le abilità e conoscenze che hanno già acquisito nelle precedenti esperienze scolastiche, nella vita familiare e sociale;
2.    gli obiettivi generali e le indicazioni curricolari nazionali per l’individuazione e la definizione dei traguardi previsti per un certo ciclo o una fase intermedia di un certo ciclo;
3.    la scansione dei percorsi di istruzione tale da permettere, in relazione alla situazione di partenza degli alunni e in un tempo definito, l’acquisizione delle competenze conclusive;
4.    i contenuti relativi alla quota nazionale obbligatoria e i contenuti, da determinare in base alle esigenze degli alunni e dell’ambiente, relativi alla quota riservata alle scuole, parimenti obbligatoria;
5.    le verifiche intermedie e finali in vista della valutazione degli esiti.

Tali operazioni, che richiamano le fasi principali della programmazione già patrimonio professionale acquisito dalla scuola, non esauriscono l’attività progettuale in dimensione curricolare. Occorre altresì definire quali situazioni formative, quali attività, quali approcci metodologici e quali risorse strumentali e professionali possono essere utili tra quelle disponibili nella scuola e nell’extrascuola.
La costruzione del curricolo è quindi un processo complesso: esso richiede un’attività di ricerca che fa leva sulla professionalità dei docenti, ma anche sulla collaborazione attiva delle famiglie. La partecipazione dei genitori e dell’extrascuola nella definizione dei percorsi e delle opportunità formative fa del curricolo lo strumento più significativo dell’azione educativa finalizzata alla crescita e alla valorizzazione della persona in tutte le sue dimensioni: attraverso il curricolo si realizza concretamente il contratto formativo in tutta la sua valenza pedagogica e sociale.

Attività ricorsive

L’insegnamento e l’apprendimento sono l’intreccio di una linea progressiva, costituita dallo sviluppo degli apprendimenti; e di attività ricorsive, costituite dalle cure dei materiali (strumenti, libri, quaderni, e così via), da quelle dell’ambiente, dall’organizzazione del ritmo quotidiano, settimanale, stagionale.
Le attività ricorsive sono spesso ritenute implicite e, quindi, poco considerate nel progetto scolastico. A volte, poi, sono confuse con la ripetitività, che provoca noia, disinteresse. Tuttavia, la disattenzione o la sottovautazione della dimensione ricorsiva è alla base della scarsa capacità di organizzazione della memoria, di strutturazione del tempo, di sopportazione della fatica e dei ritmi. Essa conseguentemente determina la presenza di disordine, scarso controllo, incapacità di organizzare il proprio tempo. Tutte queste caratteristiche, quando vengono scoperte in ragazze e ragazzi, sono a volte riassunte in formule del tipo “non sa studiare”, magari ritenendo che i giovani siano profondamente cambiati rispetto al passato anche recente.
Sicuramente c’è del vero: i giovani sono cambiati e cambieranno ancora, come (è ovvio, ma non sempre ricordato) cambiano e cambieranno gli adulti. Ma è anche bene prendere in considerazione il fatto che le attività ricorsive sono date per scontate, e quindi di fatto trascurate un po’ da tutti, educatori, familiari e insegnanti. La conseguenza ricade su quelle abitudini quotidiane che si assumono con le attività ricorsive.
Nelle situazioni di handicap, le difficoltà di un soggetto nell’organizzare le proprie autonomie possono essere prese in considerazione affidando magari le attività ricorsive a un insegnante che chiamiamo “di sostegno”. Il rischio che corre la scuola è quello di dividere i percorsi (la linea progressiva e le attività ricorsive), immaginando che l’attenzione alle persone handicappate debba concentrarsi su quelle che abbiamo chiamato attività ricorsive: l’ordine della persona, la sua igiene, la conquista di piccole autonomie, ecc., mentre gli altri bambini e le altre bambine debbono seguire dei percorsi progressivi. La nuova scuola deve fare uno sforzo per integrare queste due dimensioni. Lo può fare meglio, perché la possibilità di una scansione di ciclo diversa dal passato contiene elementi che possono essere interpretati in questo senso. L’organizzazione del tempo e dello spazio, con una maggiore possibilità data da programmazioni di maggiore respiro permette proprio questo.
Non a caso nella scuola riformata  si parla di curricoli e non di programmi . E la diversità non è solo terminologica: i curricoli non sono tracce su cui mettere i nostri stessi passi, percorsi che  riproducono quanto è stato stabilito o già fatto da altri. I curricoli devono realizzare le indicazioni relative agli obiettivi da raggiungere, tenendo conto dei diversi contesti e delle concrete possibilità in maniera del tutto originale.
Il suggerimento che ne esce è proprio quello di intrecciare la dimensione progressiva e quella ricorsiva per tutti gli allievi. Di allievi disordinati, e non certo da oggi, ce ne sono molti, incapaci di avere e darsi una propria organizzazione, una propria disciplina. È quindi evidente che il bisogno formativo sulla dimensione ricorsiva non è circoscritto a una certa categoria, quella dei disabili, ma si estende a tutti coloro che crescono e che hanno bisogno di organizzare il proprio apprendimento. L’organizzazione materiale dell’apprendimento è altrettanto importante di quella mentale: tra queste due dimensioni esiste una forte correlazione.

La valutazione

    Un curricolo che nelle scuole autonome sia articolato in “obiettivi specifici di apprendimento relativi alle competenze degli alunni” implica un nuovo modo di considerare la valutazione. Essa ha un duplice aspetto: c’è la valutazione didattica, affidata ai docenti e agli abituali modi di giudizi e voti, e c’è la valutazione di sistema, che va affidata insieme alle scuole e all’Istituto nazionale per la valutazione del sistema dell’istruzione (ex CEDE).

Le condizioni e i contesti dell’apprendimento

Al loro ingresso nella scuola di base la bambina e il bambino hanno già effettuato una quantità di esperienze cui hanno dato, anche grazie alla scuola dell’infanzia, un personale significato. L’apprendimento nella scuola di base si pone in una linea di necessaria continuità con tali esperienze. Esso va inteso non come accumulazione, ma come costruzione di conoscenze.

Gli ambiti e le discipline

La legge 30/2000 prevede che il percorso educativo della scuola di base, unitario e articolato, venga scandito dal graduale passaggio dagli ambiti disciplinari alle singole discipline. L’impianto organizzativo della quota nazionale del curricolo della scuola di base viene pertanto definito nei seguenti termini.

I primi due anni prevedono la presenza di tre ambiti:

1) l’ambito linguistico-espressivo che comprende l’italiano, la prima lingua europea moderna, le discipline artistiche, musicali e motorie;
2) l’ambito matematico-scientifico, che comprende la matematica, le scienze e la tecnologia;
3) l’ambito antropologico-ambientale, che comprende la storia, la geografia e le scienze sociali.

I tre anni successivi prevedono la presenza di quattro ambiti:

1) l’ambito linguistico-espressivo, che contiene l’italiano, la prima lingua europea moderna, le discipline artistiche, musicali e motorie;
2) l’ambito matematico;
3) l’ambito scientifico-tecnologico, che comprende le scienze e la tecnologia;
4) l’ambito geo-storico-sociale, che comprende la storia, la geografia e le scienze sociali.

Gli ultimi due anni prevedono la presenza delle seguenti discipline:

italiano; prima lingua europea modernaseconda lingua europea modernaarte e immagine; musica; scienze motorie;
storia; geografia; scienze sociali;
matematica;
scienze; tecnologia.
    In attesa della revisione di taluni punti dell’Intesa tra l’autorità scolastica italiana e la Conferenza Episcopale Italiana, l’insegnamento della religione cattolica è previsto nell’intero settennio secondo gli accordi vigenti.

Il quadro orario del curricolo della scuola di base

L’orario annuale complessivo del curricolo della scuola di base risulta dalla somma del monte ore previsto per gli ambiti disciplinari e per le singole discipline, che ne scandiscono il percorso di studi settennale, delle ore settimanali di insegnamento della religione cattolica delle 200 ore annuali della quota obbligatoria riservata alle istituzioni scolastiche. In relazione a specifiche esigenze delle famiglie e del contesto culturale e sociale il monte ore della quota annuale obbligatoria può essere incrementato sino a 330 ore.

I primi due anni: dai campi di esperienza agli ambiti. Ambito matematico-scientifico

L’ambito comprende la matematica, le scienze e le tecnologie. ne diamo qui di seguito le finalità complessive, gli obiettivi specifici relativi alle discipline che si integrano nell’ambito e le competenze conclusive d’insieme.

Il quadro orario della quota nazionale del curricolo

Il monte ore biennale della quota nazionale del curricolo dei primi due anni, ferme restando tutte le forme di flessibilità appena richiamate, si articola nel modo seguente:
·        il monte ore biennale dell’ambito linguistico-espressivo è di 832 ore; in tale orario dovranno trovare spazio adeguato tutti gli insegnamenti e le attività relativi alle discipline previste da questo ambito;
·        il monte ore biennale dell’ambito matematico-scientifico è di 450 ore; in tale orario dovranno trovare spazio adeguato tutti gli insegnamenti e le attività relativi alle discipline previste da questo ambito;
·        Il monte ore biennale dell’ambito antropologico-ambientale è di 192 ore; in tale orario dovranno trovare spazio adeguato tutti gli insegnamenti previsti da questo ambito.
·        Il monte ore triennale dei successivi tre anni, sempre ferme restando tutte le forme di flessibilità già richiamate, si articola nel modo seguente:
·        il monte ore triennale dell’ambito linguistico-espressivo è di 1056 ore; in tale orario dovranno trovare spazio adeguato tutti gli insegnamenti previsti da questo ambito;
·        Il monte ore triennale dell’ambito matematico è di complessive 483 ore;
·        il monte ore triennale dell’ambito scientifico-tecnologico è di 384 ore; in tale orario dovranno trovare spazio adeguato tutti gli insegnamenti previsti da questo ambito.
·        Il monte ore triennale dell’ambito geo-storico-sociale è di complessive 288 ore; in tale orario dovranno trovare spazio adeguato tutti gli insegnamenti previsti da questo ambito.
Infine il monte ore biennale degli ultimi due anni, ferme restando tutte le forme di flessibilità già richiamate e ricordando che le ore sottoindicate si riferiscono alla sola quota nazionale, si articola nel modo seguente:
·        italiano: 260 ore; storia, geografia e scienze sociali: 220 ore; prima lingua europea moderna: 130 ore; seconda lingua europea moderna 80 ore; matematica 240 ore; scienze 180 ore; tecnologia 130 ore; arte e immagine 106 ore, musica 106 ore, scienze motorie 120 ore.

In attesa della necessaria revisione di taluni punti dell’Intesa tra l’autorità scolastica italiana e la Conferenza Episcopale italiana, all’insegnamento della religione cattolica nella scuola di base sono assegnate due ore settimanali per i primi cinque anni e un’ora settimanale per gli ultimi due anni.

I primi due anni: dai campi di esperienza agli ambiti. Ambito matematico-scientifico

L’ambito comprende la matematica, le scienze e le tecnologie. ne diamo qui di seguito le finalità complessive, gli obiettivi specifici relativi alle discipline che si integrano nell’ambito e le competenze conclusive d’insieme.

Le finalità complessive dell’ambito matematico-scientifico

Questo ambito contribuisce alla formazione del pensiero in quanto consente una iniziale elaborazione di concetti, metodi, atteggiamenti necessari per meglio osservare, comprendere, interpretare, imparare a trasformare la realtà.
Le attività di esplorazione e scoperta di fatti e fenomeni del mondo reale, già avviate nella scuola dell’infanzia, proseguono nei primi due anni della scuola di base in modo più sistematico e arricchito dalla disponibilità di un primo significativo repertorio di simboli.
Attraverso il coinvolgimento personale, la partecipazione ad esperienze significative, l’osservazione diretta, l’uso di strumenti, gli alunni sono messi in condizione di “fare”: contano oggetti e valutano le quantità sul piano concreto, eseguono semplici operazioni, confrontano, ordinano, classificano, manipolano, esplorano, quantificano, raggruppano. Inoltre pongono e si pongono domande, formulano semplici ipotesi e intuiscono spiegazioni, immaginano, stabiliscono relazioni tra oggetti in rapporto a diverse proprietà , controllano, verificano. Attraverso la mediazione del linguaggio parlato e scritto, le bambine e i bambini si avviano così alla formulazione di ragionamenti e all’uso del linguaggio matematico e scientifico.

Dal terzo al settimo anno: dagli ambiti alle discipline

La consapevolezza che i linguaggi delle discipline danno significato alle esperienze si sviluppa e si consolida nella fase che va dal terzo al settimo anno. Questa fase è caratterizzata da una ulteriore articolazione degli ambiti: dai tre dei primi due anni si passa ai seguenti quattro ambiti: il linguistico-espressivo (che comprende ancora l’arte, la musica e le scienze motorie), il matematico, lo scientifico-tecnologico e il geo-storico-sociale. In questo quinquennio il riferimento alle discipline si fa più esplicito, non solo perché alcuni ambiti assumono denominazioni più specifiche, ma soprattutto perché l’allievo si avvia a conoscere alcuni fondamenti delle discipline (quali, per esempio, i generi testuali nell’ambito linguistico-espressivo, le varie forme di rappresentazione e di misura in quello matematico, i momenti dell’indagine e della ricerca in quelli scientifico-tecnologico e geo-storico-sociale) e, in generale, l’uso più sistematico dei linguaggi disciplinari[…].

Autore

COMMENTS

WORDPRESS: 0
DISQUS: 0