La moda di prendersela con gli educatori che mancano dell’autorità professorale.
Pare che prendersela con educatori come Don Lorenzo Milani ed educatrici come Maria Montessori stia diventando una moda per certi intellettuali, che si sentono come investiti di una sacra missione: pontificare su argomenti pedagogici, esortando a risolvere il problema dell’autorità professorale sul piano di una prossemica malamente intesa. Si tratterebbe soltanto di ristabilire una distanza dei docenti dagli allievi: docenti impegnati a impartire il sapere da cattedre sopraelevate e allievi dediti a iurare in verba magistri laggiù nei banchi.
In realtà si tratta di ben altro. Lo sa bene, ad esempio, Eugenia Carfora, preside dell’Istituto tecnico professionale di Caivano, così definito sul “Corriere della Sera” del 13 ottobre 2019 in un titolo redazionale: “Da scuola peggiore d’Italia a modello da esportare altrove”. Di lei scrive, fra l’altro, Elena Scarici, autrice dell’articolo sormontato da quel titolo:
“Eugenia Carfora […] non si ferma davanti alle difficoltà, è sempre in prima linea, combatte la dispersione scolastica chiamando personalmente i ragazzi e se è necessario va a casa loro.”
Quale valore attribuire a questo esempio sul piano speculativo? Se ne ricava la dimostrazione vivente della necessità che i problemi della pedagogia non continuino a restare disgiunti dall’apporto della sociologia, superando le sterili elucubrazioni di combriccole di sedicenti esperti amanti di prove standardizzate e non impegnati a misurarsi con i diversi contesti. Anche se nell’odierna “modernità liquida” non sussistono le classi sociali nella loro classica configurazione, ci troviamo pur sempre di fronte a gruppi o strati sociali, che esigono di essere sottoposti a ricognizioni in loco, al fine di accertare la specificità dei problemi ed elaborare in concreto progetti atti ad avviarli a soluzione.
Tant’è vero che, commentando su “la Repubblica” del 15 ottobre 2019 l’assegnazione del Premio Nobel per l’Economia a Abhijt Banerjee ed Esther Duflo del Massachusetts Institute of Technology e Michael Kremer della University of Harvard in considerazione dell’attenzione da loro rivolta al problema della povertà, Federico Rampini si è espresso in tal senso:
“Niente proclami ideologici, bensì la ricerca di soluzioni che funzionino, sperimentabili sul campo per sottoporle alla prova dell’efficacia. Uscire dalle stanze dell’accademia, andare tra la gente a vedere cosa funziona e cosa no.”
Andare fra la gente consente oggi di rendersi conto innanzitutto che la famiglia è in crisi e che questa crisi mette in difficoltà la scuola, allorché si è costretti a fare i conti con soggetti giovanili disadattati in forme diverse secondo una verticale che attraversa i diversi gruppi o strati sociali.
Andare fra la gente significa anche ricevere una lezione da chi non ci si aspettava che potesse impartirla. È il caso del bambino migrante che, costretto ad abbandonare il centro di accoglienza sotto gli occhi del poliziotto verosimilmente intento a reprimere la propria emozione, stringe a sé i suoi libri di scuola, li abbraccia, li protegge come il bene più prezioso, temendo che anche quelli possano essergli sottratti dalla sorte.
Quel bambino ci insegna dalla cattedra della strada che nel desiderio di sapere risiede il possibile riscatto della civiltà.
COMMENTS
Gabriele Lucchini: Una riflessione su Maria Montessori e Don Lorenzo Milani.
Ringrazio Biagio Scognamiglio della occasione di proporre una riflessione – che riduco all’essenziale – su Maria Montessori e Don Lorenzo Milani.
Premetto che non sono uno studioso dell’attività di queste due persone e che me ne sono interessato soprattutto per capire che cosa possono dire di importante agli insegnanti.
Per quello che ho capito, c’è un comune impegno a capire che cosa può servire al singolo alunno e, in particolare in Maria Montessori, la ricerca di materiali che favoriscano l’apprendimento, con l’azione, la manipolazione, la visualizzazione, l’evidenziazione.
Penso che Matmedia potrebbe svolgere un servizio molto utile realizzando un servizio di esempi significativi per la matematica, anche ovvi.