Scuole chiuse fino al 3 aprile. Didattica a distanza e lavoro agile. Misure urgenti in materia di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-19
Siamo in piena emergenza epidemiologica nel mondo globalizzato. In Italia per l’occasione a cura del Ministero dell’Istruzione è stata presa un’iniziativa. Una pagina internet dedicata alla didattica a distanza.
Il link ministeriale per le informazioni sull’emergenza coronavirus è https://www.istruzione.it/coronavirus
A inizio pagina campeggia la scritta NuovoCoronavirus. Fa sembrare che altrimenti l’offerta di supporto informatico alle scuole sarebbe mancata. È da sperare che l’intervento produca effetti positivi ad ampio raggio e destinati a durare.
Dalla Presidenza dell’Associazione Nazionale Presidi proviene una nota ottimistica. La riportiamo dal quotidiano “Il Mattino” del 7 marzo 2020:
“Quando l’emergenza sarà finita, le scuole avranno acquisito le competenze tecnologiche e avranno avuto anche modo di ripensare alla didattica. Con una strumentazione telematica è più facile fare in modo che gli alunni siano attenti rispetto alla tradizionale lezione frontale. Possiamo restare ottimisti e vedere in questa emergenza l’opportunità per crescere. Del resto siamo costretti a farlo”.
L’emergenza non finirà con la fine del virus. È la normalità della scuola. I docenti lavorano sempre in situazioni di emergenza. Anche quando sembra che tutto proceda secondo normalità. Il senso etimologico di emergenza ci rinvia al far affiorare, al venir fuori, al non sprofondare. Far affiorare le qualità positive degli alunni. Aiutarli a venir fuori da situazioni di ansia. Evitare che sprofondino nell’opporre un pregiudiziale rifiuto alle opportunità formative.
Il Ministero dell’Istruzione si è mosso ottemperando alla lettera g) dell’Articolo 1 del Dpcm del 4 marzo 2020:
“i dirigenti scolastici attivano, per tutta la durata della sospensione delle attività didattiche nelle scuole, modalità di didattica a distanza avuto anche riguardo alle specifiche esigenze degli studenti con disabilità”
Nel citato Dpcm è da notare il limite temporale dell’adozione delle modalità di didattica a distanza. Limite definito nell’inciso “per tutta la durata della sospensione delle attività didattiche”. Invece l’argomento della didattica a distanza dovrebbe essere sempre in primo piano. Non solo nel periodo di pericolosità del Covid-19.
Il Ministero dell’Istruzione intanto ha fornito supporti telematici per la didattica a distanza.
Esperienze: INDIRE – Avanguardie educative. Piattaforme: Google Suite for Education. Microsoft Office 365. Education A1. Materiali multimediali: RAI per la didattica. Treccani scuola. Fondazione Reggio Children – Centro Loris Malaguzzi. Approfondimenti: Didattica a distanza: opportunità per innovare e includere. Altre iniziative:
Raccolta materiali, metodologie, esperienze, strumenti per la scuola.
Mi riprometto di soffermarmi in altra occasione sulla piattaforma digitale S.O.F.I.A. – Sistema Operativo per la Formazione e le Iniziative di Aggiornamento dei docenti (sofia.istruzione.it) e sul possibile apporto della piattaforma youtube alla didattica a distanza.
Peraltro è passato più di un ventennio da quando per iniziativa ministeriale si attivarono le TIC – Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione (ICT –Information and Communication Technologies). Da utilizzare per la formazione dei docenti e nelle classi. All’interno del Piano TIC nacque anche Matmedia (1998) come Laboratorio a distanza. Specialistico per la matematica. Culturale in senso lato. Caratterizzato da amore per la scuola.
In ogni caso è necessario discernere questo o quel sito e valutarne la funzionalità rispetto alle discipline. Ottimizzare la cernita dei materiali in rete è attività propedeutica ad ogni progetto formativo. Altrimenti si rischia di sperperare il tempo. Che è la risorsa esistenziale più preziosa. I processi educativi autentici si svolgono in profondità fra esistenze. La didattica digitale deve tenerne conto. Non ci si può limitare alla semplice raccolta di informazioni. Occorre rielaborarle, discuterle, trarne spunti creativi.
Oltre alle piattaforme bell’e fatte ci sono anche quelle che ci si può costruire. Collaborare per costruirle è un’interessante alternativa alla lezione frontale. Si realizza così un lavoro informatico di gruppo.
Il dibattito sull’argomento è complesso.
Richiede riflessioni ponderate. Ovviamente gli interventi abbondano. Consideriamone alcuni. Su ilfattoquotidiano.it sono intervenuti Mariano Turigliatto e Marina Boscaino, ambedue docenti.
Mariano Turigliatto si dice anche “coltivatore di speranza”. Nell’articolo Scuola 2.0, ecco tutte le novità tecnologiche per la didattica digitale (più un classico) passa in rassegna una serie di risorse telematiche. Si dice sicuro grazie ad esse di “un’inversione di rotta” e di “un cambiamento epocale” della scuola italiana.
Marina Boscaino nell’articolo Il Coronavirus passerà, la scuola e il Ssn resteranno. Ma non se saranno devoluti alle Regioni afferma che i docenti italiani per la didattica a distanza sarebbero “già attrezzati a sufficienza”. Ma ci ricorda che la strumentazione tecnologica non è “sufficiente a sostituire la relazione, che sola può produrre sapere significativo”.
L’uno e l’altro intervento possono dirsi complementari.
L’attività di insegnamento-apprendimento deve integrare prossemica virtuale e prossemica reale. Naturalmente il rapporto fra virtuale e reale esige un serio approfondimento. Dai punti di osservazione della consulenza filosofica e delle scienze umane in generale. Tutto ciò sul piano teorico.
Si deve infatti tener conto delle riserve sul piano pratico. Ammesso e non concesso che tutti i docenti italiani siano “già attrezzati a sufficienza”, non mancano ostacoli alla realizzazione della didattica a distanza su scala nazionale. Ciò a causa della carenza di attrezzature in tante scuole e in tante famiglie. Su questo aspetto si sofferma, ad esempio, Mariagiovanna Capone nell’articolo Lezioni on line, è caos, molte scuole in ritardo, famiglie impreparate (“Il Mattino”, 8.3.2020).
Inoltre oggi più che mai radiografie o termometri o fotografie di competenze contrastano le vere esigenze di formazione. Le competenze vanno acquisite e valutate all’interno dei processi educativi. Ogni misurazione esterna è sterile. A questo punto non si comprende perché insistere sul recupero delle prove Invalsi. Pare che ci si voglia preparare così a sciupare altre ore di lezione.
Non mancano pedagogisti fieramente avversi alla didattica a distanza.
È il caso dell’articolo La scuola al tempo dell’illusione tecnologica di Adolfo Scotto di Luzio leggibile sul sito ilmattino.it. L’autore ripropone idee già da lui espresse in Senza educazione, I rischi della scuola 2.0, il Mulino, 2015. Per lui è evidente che “la tecnologia non è assolutamente in grado di risolvere i problemi dell’educazione”. Perché non darebbe alcun apporto al “nostro stare al mondo e in relazione con gli altri”.
Meno pessimistica era la concezione dell’Umberto Eco di Apocalittici e integrati: comunicazioni di massa e teorie della cultura di massa, Milano, Bompiani, 1964. Concezione riproponibile anche oggi nel mondo informatico. Come quello dei mass-media esso presenta aspetti sia negativi che positivi. Aspetti negativi se l’uomo è al servizio della tecnologia. Aspetti positivi se la tecnologia è al servizio dell’uomo.
L’emergenza virologica è uno degli eventi catastrofici che si ripropongono in forme diverse nel corso della storia. Eventi che finora hanno avuto un inizio e una fine. Una volta passato l’evento, si ripropone la vicenda del canto Il sabato del villaggio di Giacomo Leopardi. Si può provare la gioia di rivivere. Ma c’è anche il pericolo di tornare a una stanca routine. Come se non si fosse appreso nulla per il futuro. Invece ci si deve impegnare con una perdurante tensione. Avendo appreso che la vera emergenza è la vita stessa.
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