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I matematici considerati mistici

Da Pitagora al Computer. Una rassegna di matematici  considerati “mistici” e esempi di spiritualismo matematico. 

Recensione. Il libro è: Francesco Agnoli, Il misticismo dei matematici. Da Pitagora al Computer, Cantagalli, 2017.

Misticismo e religiosità

La parola misticismo, presente nel titolo, rimanda a una complessa problematica. Nell’Enciclopedia Italiana online la voce relativa risulta curata da tre autori insieme. L’impostazione di Franz Rudolf Merkel, Goffredo Coppola e Guido Calogero ha un carattere storico-filosofico. Il misticismo viene distinto dalla religiosità, anche se con essa è “strettamente congiunto”. La voce citata ricorda l’etimologia di misticismo dal greco μύω = “chiudere gli occhi” o anche “la bocca”. Il μυστικός è colui che si chiude nel segreto del suo io, rapito nell’estasi mistica.

Una prospettiva psicologica

Giada Costantini in Il confine tra religione, delirio mistico e psicoterapia su stateofmind.it  contribuisce a rimarcare la differenza fra misticismo e religiosità. Il misticismo può giungere a configurarsi come una forma di delirio. Naturalmente questo esito psicopatologico non riguarda la religiosità dei matematici in quanto tali. La razionalità matematica è connessa con un assetto psicologico intuitivo  non delirante.

Ambivalenza del termine mysticism

In inglese il termine mysticism  è ambivalente. Secondo wordreference. com può indicare una “esperienza introspettiva” sia “filosofica” che “religiosa”. Nella sua Storia della filosofia occidentale Bertrand Russell scrive che Pitagora “stava dalla parte del misticismo, benché il suo misticismo fosse di un particolare tipo intellettuale”. Il giudizio di Bertrand Russell su Pitagora viene ricordato dall’Autore in sede introduttiva. A Pitagora si aggiunge Platone e si configura così il legame fra matematica e filosofia. Non a caso Kurt Gödel scrive che “la visione platonica  è l’unica sostenibile”, passando poi a sostenere che matematica e fisica sono “ambedue di creazione divina”.

La svolta del cristianesimo

L’Autore passa poi dalla “concezione pitagorico-platonica” al “neoplatonismo cristiano” di Agostino. Effettua una rassegna degli ecclesiastici cattolici, fra cui Luca Pacioli con la sua opera De divina proportione. Peraltro anche grandi matematici non ecclesiastici, protendendosi alla metafisica, hanno visto nel linguaggio matematico “mistero” e “miracolo”. Osserviamo però che il senso del “mistero” e del  “miracolo” non si ricollega necessariamente al misticismo, né implica necessariamente  che si ricolleghi a una forma di religiosità.

Una rassegna di matematici  considerati “mistici”

Biagio Pascal (1623 – 1662)

Dopo l’Introduzione l’Autore passa in rassegna una serie di eminenti matematici: Giovanni Keplero, Cartesio, Blaise Pascal, Gottfried Wilhelm von Leibniz, Leonhard Euler, Paolo Ruffini, Johann Carl Friedrich Gauss, Augustin-Louis Cauchy, George Boole, Georg Ferdinand Ludwih Cantor, Kurt Gödel, Alexander Grothendieck, Ennio De Giorgi, Enrico Bombieri, Federico Faggin, Giorgio Israel. Fornisce per ciascuno di loro interessanti notizie biografiche. Ne delinea i ritratti umani. Mette in risalto le loro convinzioni religiose, presentandole come manifestazioni di misticismo.

 

Contro gli atei

Cartesio prende posizione contro l’ateismo: “

Galileo Galilei (1564 – 1642)

Le verità matematiche […] sono state stabilite da Dio”. Leibniz, al pari di Cartesio, condanna gli atei con l’opera apposita Confessio  naturae contra atheistas. Cauchy, come Cartesio e Leibniz, rigetta l’ateismo, ritenendo che lo studio scientifico conduca l’essere umano a riconoscere il Dio cristiano come verità suprema.

Altri esempi di spiritualismo matematico

Per Keplero, come per Galilei, la mente matematica è creazione della mente divina. Pascal, famoso per la sua scommessa sull’esistenza di Dio, vede il Dio  cristiano come scoperta del sentimento oltre che della ragione.

“Le coeur a ses raisons que la raison ne connait pas”

è un suo noto motto. Eulero scrive fra l’altro il Saggio di una difesa della divina rivelazione, ove rivendica l’origine divina delle Sacre Scritture. Ruffini prende posizione contro il materialismo deterministico di Laplace  col saggio Sull’immaterialità dell’anima. Gauss crede che l’Essere Supremo abbia creato un mondo spirituale e non solo il mondo della materia. Per Boole la matematica è presente nella mente di Dio e i matematici non fanno che trascriverla. Su analoga posizione si trova Cantor, il matematico dell’infinito, convinto di essere partecipe dell’infinito nella mente divina.  Anche Bombieri dalla verità logica della matematica risale alla verità assoluta in Dio.

Dimostrare mediante la matematica che Dio esiste

Ampio spazio è giustamente riservato a un matematico studioso della Bibbia della statura di Gödel, cui si deve La prova matematica dell’esistenza di Dio (nonostante che a lui si debbano i teoremi di incompletezza).  L’Autore sorvola sulla replica di John Allen Paulos in La prova matematica dell’inesistenza di Dio. Grothendieck, matematico dall’esistenza particolarmente tormentata, passa dal deismo al teismo. Osserviamo quindi che la concezione di Dio varia se ci si rifà a una verità rivelata oppure a concezioni diverse come, ad esempio, il panteismo spinoziano.

Matematica e carità divina

Ennio De Giorgi (1928 – 1996)

De Giorgi, impegnato a favore degli oppressi e animato da spirito caritatevole verso gli umili, vede nella matematica la manifestazione della carità divina. Non possiamo negare che questa religiosità militante, inverandosi in un agire etico-sociale, travalicando le dispute meramente teoriche, sia un esempio davvero notevole. Se di misticismo vogliamo parlare nel caso di De Giorgi, dobbiamo ammettere che non siamo di fronte a un’estasi trascendente, ma a un trascendersi verso l’altro nel segno dell’amicizia e dell’amore secondo la Daseinsanalyse di Ludwig Binswanger.

Il concetto di “consapevolezza” come discrimine fra uomo e macchina

In Faggin, infine, si rinviene la ragione per cui nel sottotitolo del volume è menzionato il computer. Faggin si interroga sulla differenza fra uomo e macchina e osserva che nel computer ciò che manca è la “consapevolezza”.

Matematica e libertà secondo Giorgio Israel

Nel capitolo Irragionevole efficacia e ragionevole inefficacia della matematica l’Autore ricorda infine Giorgio Israel. Secondo Eugene Wigner l’efficacia della matematica è irragionevole. Secondo Giorgio Israel l’inefficacia della matematica è ragionevole: ciò perché la matematica incontra i suoi limiti nel momento in cui si trova di fronte a “fattori soggettivi in cui il più elementare buon senso indica la presenza di scelte libere e autonome”.

La svolta illuministica

Nicolas Malebranche (1638 – 1715)

Claudio Fontanari nella Postfazione si chiede se misticismo e  matematica siano soltanto “compatibili” o sussista fra l’uno e  l’altra un “nesso naturale”.  Richiamandosi a Paul Hazard e Alain Badiou, lo studioso osserva che a Malebranche, impegnato nel Seicento a stabilizzare questo nesso, subentra nel secolo successivo una rottura epocale nel segno di Voltaire. La ragione illuministica mette in crisi la spiritualità agostiniana. La postfazione si conclude con l’invito a riflettere su quella frattura e l’auspicio di riannodare un filo spezzato. Sarebbe interessante in proposito mettere a confronto le posizioni di Agostino e Tommaso d’Aquino come precedenti di posizioni religiose nella visione della matematica.

Spunti di riflessione

In definitiva anche la storia della matematica, ripercorsa con attenzione alle vicende esistenziali dei matematici, rinvia alla sempre attuale  problematica dei rapporti fra ragione e fede, nonché alla questione della legittimità della teologia. Argomenti di formidabile portata, sui quali l’opera di Francesco Agnoli spinge a riflettere. Sono in gioco il significato etimologico di  ϑεωρία e i significati che il termine greco ha storicamente assunto.

A un diverso livello le biografie dei matematici tratteggiate nel libro in esame potrebbero assumere un valore didattico. Rispetto al modo in cui l’Autore le espone sono state fornite in questa recensione soltanto minime spigolature. Non è da escludere che riportare un  teorema all’esistenza di chi l’ha formulato divenga un modo per sollecitare il desiderio di conoscere in un pubblico studentesco adolescente. Collegare matematica e storia e all’interno di questo collegamento collocare il rapporto fra matematica e vita vissuta: compito appassionante. L’esattezza del matematica è frutto di un impegno intellettivo orientato al superamento di incertezze in ultima analisi esistenziali. Forse anche  in ciò consiste il fascino della disciplina.

 

 

Autore

  • Biagio Scognamiglio

    Biagio Scognamiglio (Messina 1943). Allievo di Salvatore Battaglia e Vittorio Russo. Già docente di Latino e Greco e Italiano e Latino nei Licei, poi Dirigente Superiore per i Servizi Ispettivi del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca. Ha pubblicato fra l’altro L’Ispettore. Problemi di cambiamento e verifica dell’attività educativa.

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