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La logica di Montalbano

Il commissario Montalbano riesce con grande abilità logica a smascherare pericolosi falsari. Da un racconto scritto per il convegno Ludendo discitur bis.

Il racconto è tratto dalla relazione tenuta dall’autore al convegno Ludendo discitur svoltosi a Catania il 31 gennaio 2023. [VEDI]

[…] Passiamo adesso alla parte più divertente del mio intervento. Intanto comunico che per questa occasione ho scritto un raccontino ispirato alla serie del Commissario Montalbano in cui è presente uno di questi giochi matematici. Vi passo copia del racconto perché io vorrei interpretarlo alla maniera di Camilleri, sperando di essere un po’ credibile.

Montalbano e le monete false

Salvo Montalbano riceve una telefonata dal collega Torrisi della questura di Catania,

« Salvo, sono Alfio, Alfio Torrisi, come stai? Senti, guarda che sulla corriera per Vigata è salito un noto truffatore che di recente ha falsificato delle preziosissime monete antiche dei tempi di Giulio Cesare»
« Ciao Alfio, e che notizie mi puoi dare? » rispose Montalbano.
« Quello che sappiamo è che le monete vere pesano esattamente bzz … grammi ciascuna. »
«Come? » gridò Salvo «Quanti grammi?»
«… bzz e quelle false si differenziano dalle vere per un solo grammo» continuò tranquillamente il collega Alfio.
« Ma senti Alfio quelle false sono un grammo più pesanti o un grammo più leggere? »
Ma dall’altro capo del telefono il silenzio più assoluto. Era caduta la linea. Salvo provò a richiamare ma non ci fu verso di contattare Alfio Torrisi.
« Fazio, Mimì » gridò «a che ora arriva la corriera da Catania? »
« Alle 5 e 17 del pomeriggio» si affrettò a precisare Fazio.
« Allora andiamo alla fermata dei bus ad acciuffare questo furfante.»
I tre si avviarono verso la piazzetta di Vigata dove era collocata la fermata della corriera. Il sole cuoceva anche le pietre.
Alle 5 e 17 in punto si vede arrivare la corriera. Ad uno ad uno scendono i passeggeri. In tutto vi sono 4 donne e 6 uomini. Salvo fa un cenno a Mimì il quale inizia
« Buona sera, le signore possono andare, lor signori invece siete pregati di seguirci in Commissariato.»
Dopo un po’ di rimostranze da parte dei signori, sorpresi dalla richiesta, alla fine i 6 uomini si decisero a seguire i tre poliziotti in Commissariato. Appena entrati nella stanza del commissario, Montalbano chiese ad uno ad uno di presentarsi e di dichiarare se possedessero delle monete antiche.
Il primo iniziò «Mi chiamo Aldo Aricò e posseggo 5 monete rare che ho acquistato
da un noto numismatico di Catania.»
«Prego, posi le sue 5 monete sul mio tavolo» fece Montalbano.
«Sono Bernardo Barbagallo e posseggo 5 monete antiche che ho acquistato da un noto numismatico di Catania. Toh! Sono dello stesso tipo di quelle del signor Aricò»
«Anche lei, la prego, posi le sue monete sul tavolo, in un gruzzolo separato da quelle del signor Aricò» gli intimò Montalbano.
La scena si ripeté altre 4 volte con le facce degli uomini sempre più sorprese. Così il signor Claudio Condorelli aveva 5 monete uguali alle precedenti, il signor Dario Duracco aveva pure 5 monete dello stesso tipo e così anche Edoardo Epifani ed infine il signor Francesco Forte.
Quando tutti e 6 si furono presentati sul tavolo di Montalbano c’erano 6 mucchi, ciascuno formato da 5 monete, apparentemente tutte uguali, ma dalle informazioni di Alfio Torrisi 5 di quelle monete erano false e pesavano ciascuna un grammo in più o uno in meno delle altre.
Fazio disse «Allora basta pesarle per capire quali sono quelle false.»
«Sì, ma come si fa» fece Mimì tutto pensieroso.
Salvo silenziosamente rifletteva, poi improvvisamente chiamò «Tatarellaaa.»
«Comandi dottore!» si precipitò il povero Tatarella.
«Vammi a prendere la bilancia digitale che abbiamo nell’archivio. Quella pesa al grammo, quindi con un po’ di pesate possiamo scoprire le monete false.»
«Dottore, dottore!» fece disperato Tatarella «Nella bilancia le batterie sono scariche. Vossignoria po fari sulu ‘na pisata.»
«E allora è inutile che la vai a pigliare Tatare’» esclamò un perplesso Mimì.
«E invece no. Portala lo stesso qua che con una sola pesata scopriamo il furfante!»
Fazio e Mimì si guardarono in faccia allibiti. Nel frattempo, Tatarella era tornato trionfante con la bilancia digitale in mano. Montalbano prese allora alcune monete dal tavolo e fece l’unica pesata possibile.
Fazio e Mimì guardarono il display della bilancia che segnava 107 g.
«Bene, bene» fece sorridendo Montalbano «Signor Barbagallo la dichiaro in arresto!»
Sempre più perplessi Fazio e Mimì accompagnarono fuori gli altri 5 uomini e portarono Barbagallo in cella e poi di corsa si precipitarono nella stanza di Salvo perché volevano sentire come aveva fatto a capire quale fosse il falsario.
«Salvo, come caspita hai fatto a capirlo? Siamo strabiliati» disse un attonito Mimì.
Fazio si sbilanciò dicendo «Io credevo che bisognasse fare 6 pesate per capire quali fossero le monete false! Ma una sola pesata, mi sembra una mavarìa!»
Salvo iniziò «Sedetevi che ve lo spiego» sghignazzò «sempre che lo capiate!».
Ma a voi manca la quarta pagina del racconto in cui si trova la conclusione dell’episodio. Ho voluto lasciare in voi un po’ di suspence. Ma eccovi la conclusione.
«La mia idea era quella di differenziare in qualche modo le varie monete. Quindi ho pensato di prendere 1 moneta di Aricò, 2 di Barbagallo, 3 di Condorelli, 4 di Duracco e 5 di Epifani. Un totale di 15 monete. Ed ho pensato, se il falsario è il signor Forte (da cui non ho preso monete) le monete che ho preso sarebbero tutte vere quindi il peso doveva risultare un multiplo di 15. Così non è stato (107 non è multiplo di 15) quindi il falsario è uno dei primi 5. Allora il peso delle 15 monete doveva essere un multiplo di 15 ±1 o ±2 o ±3 o ±4 o ±5. Essendo 105 un multiplo di 15, 107 = 105 +2 quindi solo due sono le monete false (e pesano un grammo in più ciascuna). Poiché solo da Barbagallo avevo preso due monete, il falsario è proprio lui (notiamo che gli altri multipli di 15, 90 o 120, si differenziano da 107 più di 5).»
« Vi ho convinto? »
« Genio. Sei un genio!» Esclamò Mimì battendo un pugno sul tavolo.

Il programma del Convegno di Catania e le relazioni.

Autore

  • Alfio Ragusa

    Alfio Ragusa è nato a Catania nel 1946 ed è stato professore ordinario di Algebra presso l’Università di Catania. E’ stato per molti anni Direttore del Dipartimento del Dipartimento di Matematica e Informatica della stessa Università e in seguito il Direttore scientifico della Scuola Superiore per la Formazione di Eccellenza dell’Università di Catania. Per molti anni è stato il responsabile per l’Università di Catania del Progetto Nazionale Lauree Scientifiche. E’ stato per alcuni anni professore visitatore presso la Brandeis University e la Northeastern University di Boston negli Stati Uniti. E’ autore di svariati lavori scientifici di Algebra Commutativa e di Geometria Algebra pubblicati sulle più importanti riviste scientifiche internazionali ed inoltre ha pubblicato alcuni libri didattici universitari nel settore dell’Algebra e della Geometria. In pensione dal 2016 è attualmente il presidente della sezione catanese della Mathesis.

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