HomeMatematica e Società

La professoressa di matematica che scriveva poesie

Antonetta Montella, professoressa di matematica del liceo classico De Bottis: un ricordo dei suoi insegnamenti e delle sue poesie.

La Professoressa Montella, signorina Nelly per gli amici, fece ingresso nella sede del Liceo classico ove era stata trasferita. Primo giorno di scuola. Prima ora. Si diresse verso l’aula. Risoluti a impedirle di entrare, gli alunni le sbarrarono l’ingresso, assiepandosi sulla soglia. Lei era una docente di matematica preceduta dalla fama di essere severissima.  Di fronte a quella rivolta non si rivolse al Preside. Si confidò col collega di italiano. Pur non avendolo mai incontrato prima, sapeva per sentito dire che lui aveva un certo ascendente sugli alunni. “Non mi fanno entrare”, gli disse con voce sommessa. Senza proferir parola, il Professore l’accompagnò all’ingresso dell’aula e si rivolse ai sediziosi: “La Professoressa deve fare lezione”. La protesta si placò immediatamente. Tutti rientrarono e la Professoressa poté assidersi in cattedra.

Da quel momento si instaurò un’inattesa amicizia fra la matematica  e gli studenti. Infatti le discipline sono fatte per vivere, non per restare  astratte e distanti.  Aspirano ad essere presenti nella mente e nel cuore non come oggetti da manipolare, ma come aspetti integranti della personalità. Fra la docente e gli allievi cominciò pian piano a instaurarsi un’armonia di esistenze. Era un avvicinarsi di anime. Talvolta i docenti di matematica  dagli studenti sono visti distanti. Eppure sono vicini ad essi in una forma particolare di prossimità. In loro vive in modo peculiare quell’anelito alla ricerca di verità ben messo in luce da Platone. In Platone però avrebbe dovuto avere ancora maggiore risalto un altro aspetto: l’animo poetico del matematico. La signorina Nelly un animo poetico lo aveva. Ne resta traccia in uno scarno volumetto pubblicato postumo a cura di Pia Treglia, nota come Suor Pia, sua compagna di solitudine.

La signorina Nelly celava in sé un desiderio irrealizzabile. Avrebbe voluto essere madre, ma non poteva esserlo. Lei, Professoressa di matematica, scriveva poesie. In una di esse si riflette il suo dramma:

SOGNO MIO

“Estatica ti guardo bimbo bello,
e le mie dita indugiano tremanti
sul viso tuo, angiol di Raffaello,
sui neri tuoi ridenti occhi stellanti.
Sei come io ho sognato il mio bambino,
sei come il mio desio lo chiede ancora:
ma m’è negato entrare in quel giardino
dove i piccoli bimbi hanno dimora.
Vorrei per un momento, oh!, uno solo
serrarti sul mio petto delirante;
senti che il sogno mio è uno solo:
esser la mamma tua per un istante?
Ma tu che ridi e guardi su nel cielo
sembri un piccolo dio bello e crudele,
ché tu mi lasci sola nel gran gelo
col mio dolor ch’è amaro più del fiele.”

Intanto la matematica si rivelava colma di amore. Avvicinava gli animi al dio Eros. Verità e amore diventavano un tutt’uno come in questi versi di Dante ove Beatrice è il sole: “Quel sol che pria d’amor mi scaldò il petto – di bella verità m’avea scoverto – provando e riprovando il dolce aspetto …”. Ormai per la Professoressa tutti quei ragazzi  erano suoi figli.

Nel testamento lasciò tutti i suoi averi alla scuola. Aveva disposto che quei beni fossero usati per istituire borse di studio da destinare agli alunni capaci e meritevoli. Nacque così il Premio Antonetta e Onofrio Montella (Onofrio era il fratello caduto in guerra). Ogni anno si svolgeva a scuola in memoria della benefattrice la cerimonia solenne di consegna dei premi. Giunse però il giorno in cui, senza spiegazione se non quella di una sopraggiunta insensibilità, quella cerimonia fu soppressa. Le borse di studio continuarono ad essere assegnate, ma senza commemorazione alcuna. Ricordare, che significa nella sua origine etimologica ritrovare nel cuore, per quella scuola non valse più. Al collega di italiano parve di intravedere la Professoressa rattristata nella sua  celeste lontananza, là dove insegnava matematica agli angeli.

Autore

  • Biagio Scognamiglio

    Biagio Scognamiglio (Messina 1943). Allievo di Salvatore Battaglia e Vittorio Russo. Già docente di Latino e Greco e Italiano e Latino nei Licei, poi Dirigente Superiore per i Servizi Ispettivi del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca. Ha pubblicato fra l’altro L’Ispettore. Problemi di cambiamento e verifica dell’attività educativa.

COMMENTS

WORDPRESS: 0
DISQUS: 0