Le Linee guida per le discipline STEM emanate per proporre ai docenti ulteriori indicazioni metodologiche per superare le difficoltà nell’apprendimento in matematica e indicare alle scuole come utilizzare le risorse del PNRR.
Linee guida per le discipline STEM
Le Linee guida sono state emanate per consentire a tutte le scuole del sistema nazionale d’istruzione di introdurre “nel loro piano triennale dell’offerta formativa e nella programmazione educativa dei servizi educativi per l’infanzia, azioni dedicate a rafforzare nei curricoli lo sviluppo delle competenze matematico scientifico-tecnologiche e digitali legate agli specifici campi di esperienza e l’apprendimento delle discipline STEM, anche attraverso metodologie didattiche innovative”.
Nella nota di trasmissione del 24 ottobre, il Ministro scrive che le Linee guida “vogliono essere una prima, incisiva risposta per superare le difficoltà nell’apprendimento in matematica”. A tal fine, precisa, esse non individuano “nuovi contenuti, ma forniscono ulteriori indicazioni metodologiche che possono essere utilizzate dai docenti di tutti i gradi scolastici”.
Tra le indicazioni metodologiche che i docenti possono utilizzare figurano le seguenti: occorre insegnare la matematica in un modo non solo procedurale ma anche laboratoriale e occorre mettere al bando la noia: non solo noiose verifiche procedurali, ma anche applicazioni, esperimenti laboratoriali, giochi e sfide a cui tutti gli studenti possono partecipare e, ovviamente, occorre ricordare sempre che per insegnare bisogna emozionare.
In aggiunta a ciò c’è da dire comunque che il documento non è breve né di facile lettura, essendo una complessa composizione di più menti con posizioni teoriche anche diverse, e che qualcuno l’ha interpretato come un adempimento normativo, meramente formale, invece di intenderlo come un provvedimento operativamente teso a migliorare gli apprendimenti. Tra i docenti la prof.ssa Maddalena Autiero del Liceo Ginnasio Statale “Jacopo Sannazzaro” di Napoli ha confessato la sua delusione per l’assenza nel documento di qualche esempio concreto su come innovare che, in particolare per la matematica, è quello che era stato annunciato da tempo dallo stesso Ministro e che ci si aspettava.
Allo scopo comunque di contribuire per quel che è possibile alla conoscenza di queste nuove Linee guida, ecco il capitolo specifico dedicato alla matematica.
Da sempre la matematica si è sviluppata in relazione alle esigenze della vita quotidiana: il calcolo per fornire una risposta a problemi quali lo studio di un moto, il calcolo di aree e volumi, le equazioni dell’aerodinamica, ecc..
Grazie alla matematica, alla fisica e alle scienze sperimentali, l’uomo è stato capace di intervenire sull’ambiente che lo circonda. Tutta la tecnologia prodotta è figlia di questo azzardo, della scommessa che gli uomini non sono fatti a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza.
Tutte le scienze fisiche e sperimentali seguono l’approccio matematico. Spinoza descriveva il metodo scientifico come un processo induttivo-deduttivo: dall’osservazione, tramite l’induzione, si arriva alla formulazione di leggi universali che, tramite un processo deduttivo, si applicano in altre situazioni.
La matematica si basa proprio su questo equilibrio fra astrazione ed applicazione. Solo mera astrazione rende la matematica sterile e noiosa; d’altra parte, una matematica solo diretta alle applicazioni fa perdere in creatività ed innovazione. Bisogna saper coniugare questi due aspetti anche nell’insegnamento.
L’universo sembra essere scritto non solo in un linguaggio matematico, perché sembra anche prediligere equazioni semplici ed eleganti. In “Dynamica de potentia” W. G. Leibniz utilizza il latino, inteso come lingua universale, per approcciare fenomeni scientifici. La storia della scienza, le civiltà classiche, la grammatica latina, possono pertanto contribuire allo sviluppo delle conoscenze matematiche, scientifiche, tecnologiche nonché delle competenze attese dalle discipline STEM, in una visione armonica della formazione dei giovani e in un orizzonte di unitarietà della cultura. Per questo si è passati dal paradigma STEM a quello olistico di STEAM.
Lo studio delle materie STEM permette di non “subire” la tecnologia che ci circonda: da Internet alla musica elettronica, dallo sport al cinema con i suoi effetti speciali. Tramite la cosiddetta “matematica del cittadino” si possono formare studenti capaci di interpretare i tempi moderni proiettandosi verso il futuro tecnologico.
La società attuale ci sommerge di informazioni non sempre veritiere. Compito della scuola è anche quello di far diventare tutti, nessuno escluso, cittadini consapevoli con un bagaglio di adeguate conoscenze scientifiche e capacità logiche-deduttive che li rendano in grado di distinguere il vero dal falso. Si vuole raggiungere questo obiettivo, insegnando la matematica in un modo non solo procedurale ma anche laboratoriale.
Come diceva Maria Montessori, per insegnare bisogna emozionare. Solo così si genererà passione verso le discipline STEM. Non solo noiose verifiche procedurali, ma anche applicazioni, esperimenti laboratoriali, giochi e sfide a cui tutti gli studenti possono partecipare. Come non esistono bambini stonati, ma solo bambini che non hanno avuto una giusta educazione musicale, così non esistono bambini che non comprendono la matematica, ma solo bambini che non hanno avuto la giusta educazione. Occorre trovare il modo di interessarli e renderli partecipi. Le linee guida propongono di raggiungere questo risultato in molteplici modi, anche per superare le differenze sia di genere che socioeconomiche: utilizzando le nuove tecnologie didattiche a disposizione, favorendo la formazione degli insegnanti sia in itinere che all’inizio del loro percorso, promuovendo la diffusione di nuovi saperi come l’informatica.Linee guida per le discipline STEM del 24 ottobre 2023
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