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L’Invalsi vuole la maturità.

Tutti promossi a giugno – ma poi allungare l’anno scolastico da settembre e usare i primi due mesi per un ripasso: chi avrà debiti tornerà nella classe precedente. Usare l’Invalsi per la Maturità.

È il titolo di un articolo apparso qualche giorno fa sul Corriere della Sera a firma di Paolo Sestito. Un dirigente di Bankitalia a cui è toccato di fare anche il presidente dell’Invalsi nel periodo in cui tale carica è stata appannaggio dell’Istituto che è la guida del potere economico e finanziario del Paese.

Un intervento “autorevole” c’era da aspettarselo! Questo fa solo capire ciò che interessa. Addirittura: usare l’Invalsi per la Maturità. L’obiettivo cioè cui sempre hanno mirato i grandi poteri. Usare l’Invalsi prospettando un accordo con l’Università: il test Invalsi potrebbe essere propedeutico, quanto meno come una sorta di prima fase, nelle esistenti procedure di ammissione ai corsi universitari.

Che in una situazione di difficoltà della scuola, come l’attuale, si tirasse in ballo l’Istituto nazionale per la valutazione era cosa plausibile. Non senza ragioni, infatti, si sarebbe auspicato che l’Istituto potesse prestare la sua opera di servizio. Avrebbe potuto, ad esempio, mettere a disposizione dei docenti, impegnati nella didattica a distanza, la sua banca item (secretata) sì che ciascuno potesse accedervi per selezionare le prove di verifica ritenute più adeguate. Ci si rende conto invece di quali siano gli interessi dell’Invalsi e di quanto essi siano lontani dal mondo della scuola. Percezione che l’Istituto ha fortemente rafforzato in questi anni.

L’articolo di Sestito è stato certo programmato. Essere l’avvio di un percorso di discussione. Altri interventi non si sono fatti attendere. Studenti.it: per gli studenti del quinto anno delle superiori, “le prove Invalsi, che possono essere effettuate online, potrebbero servire alle scuole come background per un esame di maturità 2020 più leggero”, e “un esito oltre una certa soglia potrebbe essere condizione necessaria (ma non sufficiente) per l’ottenimento del massimo dei voti“. Gli stessi test potrebbero anche diventare propedeutici per i test d’ingresso 2020.

Anche il portale orizzontescuola.it ha ripreso l’articolo. Ciò che sorprende è che non si sia subito rilevato il valore strumentale dell’intervento. L’insipienza di proposte come “sospendere le prove Invalsi” quando di fatto sono sospese e non avrebbero alcun senso. L’interesse è nelle classi quinte, nella maturità, nella valutazione e certificazione dei meriti, nelle iscrizioni ai corsi universitari. E’ qui che si gioca il vero potere e questo si vuole. Servire la Scuola, di tutti e di ciascuno, è tutt’altra cosa! Perchè non rifletterci?

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