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I consigli finali: quale elaborato proporre?

Quale elaborato proporre? La lista dei consigli che Matmedia ha inteso trasmettere in questi giorni.

Dall’O.M del 16 maggio. Un’ordinanza incerta, ma tutto sommato positiva.

Quale elaborato proporre? L’invito ai docenti a liberare la loro professionalità:

  1. Nelle tracce siate chiari e, per quanto possibile, semplici. Semplici non banali. Si può tendere alle mete essenziali ed elevate dell’apprendimento previsto senza essere complicati e artefatti. Non eccedete neppure nel numero delle richieste.
  2. C’è qualcosa che avete a cuore? Qualcosa per la cui comprensione avete speso tempo e energie in classe? Qualcosa che, idealmente, ancora vorreste che tutti avessero acquisito e sapessero? Un concetto, una procedura, una teoria, un problema già svolto? Se sono più cose, fate una lista ordinata delle più significative e proponetele a tutti o a gruppi o come meglio ritenete. Consentite anche la scelta, se non avete altri motivi ostativi.
  3. Date una traccia su cui avete riflettuto e che avete ben compreso voi per primi. Preparatevi in ogni  caso a svilupparla insieme agli allievi. Continuerete così ad essere la loro guida intellettuale. Almeno fino al termine ufficiale delle attività didattiche.
  4. Non preoccupatevi della copia: invogliateli a capire. A selezionare ciò che è da copiare e ciò che va escluso o è da elaborare. Anche voi siate attenti ad attingere i testi delle prove da serbatoi attendibili: lo sono certamente  le prove già assegnate nelle maturità dei decorsi anni scolastici.
  5. Tenete conto che gli sviluppi dell’elaborato possono prestarsi a personalizzazione, senza per questo che lo siano le tracce.
  6. Parlate con i vostri allievi. Coinvolgeteli nella definizione della traccia. Non tanto sulla specificità delle richieste, quanto piuttosto sulla sua finalità. A che cosa serve? All’avvio del colloquio d’esame. A introdurre quel momento offerto all’allievo in cui può mostrare ciò che ha appreso, ciò che sa, ciò che sa fare. Sia questo lo stimolo forte all’impegno di studio. Ecco il senso di “occasione da non perdere” dato all’elaborato.
  7. Non dovete dare una valutazione dell’elaborato. Né predisporre griglie per la sua valutazione. L’elaborato sarà certamente uno dei documenti a disposizione della commissione giudicatrice. Servirà ad assicurare e a documentare che la discussione della prima fase abbia da esso preso le mosse e in modo ad esso coerente. Sarà la discussione (e non l’elaborato in sé) ad essere oggetto della valutazione collegiale della commissione d’esame.
  8. Preparatevi fin d’ora al colloquio. Meditate su come parteciparvi, evitando di presentarvi con l’aria di giudice dal fare inquisitorio rispetto all’elaborato svolto e presentato. Preparatevi a colloquiare, alla pari, come si fa come tra persone informate dei fatti di cui si deve parlare. Questo atteggiamento vi aiuterà a chiarire la portata dell’elaborato, il suo valore pedagogico e quello strumentale ad una efficace partecipazione al colloquio dell’esame.

Dal 1° giugno Matmedia raccoglierà le tracce assegnate per l’elaborato

L’intento è di offrirne un’analisi sul piano nazionale.

Chi vuole inviarle potrà farlo all’indirizzo info@matmedia.it

Matmedia continuerà ad occuparsi del colloquio d’esame. Coerentemente alla finalità di servizio per l’insegnamento-apprendimento della matematica.

Autore

  • Emilio Ambrisi

    Laureato in matematica, docente, preside (dal 1983) e ispettore ministeriale (dal 1991). Dal 2004 al 2015 responsabile, per il settore della matematica e della fisica, della Struttura Tecnica del Ministero dell'Istruzione. Dal 1980 Segretario Nazionale della Mathesis e, successivamente, Vice-Presidente. Dal 2009 al 2019 Presidente Nazionale e direttore del Periodico di Matematiche.

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