Didattica a distanza. Una succinta lista di problemi che si presentano.
Ormai la didattica a distanza ha un approccio teorico noto. Le manca il rapporto umano della lezione in presenza. In pratica ci sono altri problemi.
- Non tutti gli studenti sono dotati di personal computer. Lo si è osservato e ribadito da più parti. Ci chiediamo come li si possa valutare.
- Non tutti i docenti gradiscono la lezioni a distanza. Alcuni si sentono a disagio. Anche a loro manca l’aula.
- Ci sono dirigenti scolastici che dettano regole da rispettare a domicilio. Costituzionalmente però il domicilio personale è inviolabile. C’è chi ritiene che possa configurarsi un’intrusione nella privacy.
- Gli hackers si dilettano nell’interferire in rete. Sono studenti che si realizzano come pirati informatici. Non sempre è facile individuarli.
- Corre voce che anche certi genitori disturbino le lezioni in casa. Si dice che esortino i rampolli a lasciar stare e fare altro. Sarebbe una versione virtuale dell’aggressività di talune famiglie contro la scuola.
- Situazioni contingenti possono esaltare i facitori di quiz. Ambienti bancari premono affinché si introducano i quiz per valutare. E i venditori pregustano sempre maggiori profitti grazie a libri non più di testo, ma di test.
- Le piattaforme per l’e-learning possono favorire una libertà dispersiva. Ce ne sono a pagamento. Spesa che si aggiungerebbe a quella per i libri.
Al Ministero dell’Istruzione spetta tener conto di questi problemi. Secondo l’etimo la parola ministero designa un servizio. Implica l’adoperarsi con sempre maggiore efficacia a favore dei giovani e dei docenti.
Il che significa per il futuro della civiltà.
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