Uomini e computer, ragionamento e calcolo. Dal film Rain Man del 1988 il caso di calcolatori umani prodigiosi.
Nel calcolo le macchine riescono benissimo! Calcolare è tra le prime cose che hanno imparato a fare. Dal 1642 in poi, cioè da quando il diciannovenne Blaise Pascal costruì la prima pascalina per alleviare le fatiche del padre intendente di finanza a Rouen, le macchine hanno gradualmente affinato le loro capacità di fare matematica risolvendo equazioni e ogni altro genere di calcolo. Il sogno di Leibniz che nel 1671 aveva scritto che non era conveniente che uomini eccellenti perdessero, come schiavi, il loro tempo per calcoli che potevano bene essere affidati a chiunque altro utilizzando delle macchine adatte è, e non da oggi, una evidente realtà.
Le macchine hanno liberato gli uomini dalla schiavitù del calcolo, lo hanno cioè alleggerito d’un compito ritenuto sempre complicato oltre che tedioso. Ciò è provato da tante cose: dalla ricerca costante, nel corso dei secoli, di strumenti, sistemi e tecniche che potessero essere d’aiuto ma anche dal fatto, ad esempio, che la maggior parte dei primi libri a stampa meccanica realizzati siano stati libri di aritmetica commerciale ma anche dalla stima professionale nella quale era tenuto, ancora nel Cinquecento, chi sapeva operare con le quattro operazioni dell’aritmetica. In definitiva, tra le grandi aspirazioni umane, la meccanizzazione del calcolo, ha sempre avuto un posto di rilievo.
Se ne potrebbe anche concludere che contare e computare siano operazioni più congeniali alle macchine che alla mente umana e affidarsi alle neuroscienze per una risposta. Ciò ovviamente non toglie che ci siano stati, tra i matematici, personaggi con grandi predisposizioni al calcolo e che questo si sia verificato anche fra i non matematici e con caratteristiche assolutamente prodigiose. È il caso di Laurence Kim Peek ( 1951 – 2009) al quale è ispirato il film Rain Man del 1988 vincitore di ben quattro Premi Oscar.
Rain Man, interpretato da Dustin Hoffman, è l’uomo della pioggia, un giovane affetto da autismo con:
- Difficoltà di integrazione sociale;
- Fobia dei contatti fisici;
- Terrore degli ambienti affollati;
- Avversione a ogni cambiamento;
- In compenso: il possesso di una straordinaria capacità di contare e fare calcoli
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