Fermi fisico e von Neumann matematico

Visti da vicino: Fermi fisico e von Neumann matematico.

Von Neumann e Fermi avevano due personalità completamente differenti.

Enrico Fermi (1901 – 1954)

«Johnny, forse, aveva interessi culturali più ampi che non Enrico: per esempio, si appassionava in modo particolare alla storia antica. Fermi non nutriva alcun trasporto o amore verso le arti. Non ricordo di averlo mai sentito discutere di musica, di pittura o di letteratura. Gli piaceva parlare di fatti contemporanei, di politica, ma non di storia. Von Neumann era interessato ad entrambi. Fermi non divagava con citazioni o motti, fossero essi latini o di altro genere, sebbene talvolta gli piacessero le formulazioni di tipo epigrammatico. La sua istruzione non sembrava di stampo ginnasiale o liceale e neanche il suo conseguente atteggiamento mentale. La sua caratteristica predominante era la sua chiarezza latina. Von Neumann non si impegnava in modo cosciente nella ricerca della semplicità; al contrario, gli piaceva esibire, all’occasione, ingegnose complicazioni.

Nelle loro lezioni agli studenti o nelle riunioni scientifiche, mostravano il loro differente modo di fare.

John von Neumann (1903 – 1957)

Johnny, quando esponeva un problema non si curava di limitare le sottigliezze tecniche o i dettagli di particolari artifici; Fermi, al contrario, si sforzava di semplificare al massimo e, quando parlava, ogni cosa appariva del tutto naturale, diretta, evidente e chiara. Una volta tornati a casa, gli studenti molto spesso non erano in grado di ricostruire le spiegazioni facili ed abbaglianti che Fermi dava su certi fenomeni o i suoi suggerimenti, ingannevolmente poco complicati, su come trattare matematicamente un problema fisico. Ad acuire il contrasto concorreva lo stile di von Neumann, che risentiva del suo soggiorno presso le università tedesche. Pur essendo assolutamente privo di pomposità, risultava abbastanza complicato a causa della sua struttura linguistica; ma in ultima analisi, la sua logica perfetta forniva sempre un’interpretazione non ambigua delle sue parole.

Essi nutrivano l’uno per l’altro una grande ammirazione.

Ricordo una discussione su alcuni problemi di idrodinamica che riguardavano i lavori di Fermi. Von Neumann propose un metodo che faceva uso di una tecnica matematica molto formalizzata. Più tardi Fermi si rivolse a me ammirato: « É un vero professionista, non ti pare?!». Entrambi tenevano in seria considerazione i segni esteriori del successo; in particolare, von Neumann era molto impressionato dal premio Nobel di Fermi. Inoltre apprezzava ed invidiava l’abilità che possedevano gli altri di raggiungere ottimi risultati con l’ausilio dell’intuizione ovvero per mezzo di ciò che poteva sembrare un colpo di fortuna, per esempio la maniera apparentemente priva di sforzo con cui Fermi aveva fatto scoperte fisiche fondamentali. A parte tutto, Fermi è stato forse l’ultimo grande fisico completo, nel senso che conosceva la teoria, produceva lavori originali in molti campi,  sapeva quali esperimenti suggerire ed era egli stesso capace di lavorare in laboratorio; è stato l’ultimo fisico grande sia come teorico, che come sperimentale». [da Stanislaw M. Ulam, Avventure di un matematico, Sellerio, 1995, pagg. 217-218]

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