Sir Roger Penrose racconta la storia di Amphos vissuto ai tempi di Pitagora che studioso della realtà che lo circondava s’incamminò sulla strada che porta ad essa: la matematica.
Ecco, in sintesi, la storia di Amphos raccontata da Penrose e che i docenti possono raccontare ai loro studenti.
Amphos era un artigiano provetto. Studioso della realtà che lo circondava. In una notte limpida, Amphos guardò il cielo e tentò di capire, dalla disposizione delle stelle, le figure di quegli eroi e di quelle eroine che formavano le costellazioni nel cielo. Ai suoi occhi di umile artista quelle figure erano ben poco rassomiglianti. Egli stesso avrebbe saputo disporre le stelle in modo molto più convincente. Sconcertato si chiese: perché gli Dei non hanno disposto le stelle in modo più appropriato? Le disposizioni, così com’erano, sembravano più semi sparsi, gettati a caso da un contadino, che il deliberato disegno di un Dio. Allora fu pervaso da un pensiero bizzarro: Non tentare di trovare ragioni nelle specifiche disposizioni delle stelle o di altre sistemazioni sparpagliate di oggetti; tenta, invece di trovare un ordine universale più profondo nel modo in cui le cose si comportano.
Amphos riflettè che, dopo tutto, la cosa più interessante non era nelle figure che i semi sparsi formano quando cadono sul terreno, ma nel modo miracoloso con cui ciascuno di quei semi può svilupparsi in una pianta vivente con una superba struttura, simile in gran dettaglio a ogni altra. Si convinse così che, senza precisione nelle leggi fondamentali, non vi sarebbe alcun ordine nel mondo, mentre si percepisce molto ordine nel modo con cui le cose si comportano.
Amphos venne poi a sapere di un saggio che viveva in un’altra parte del paese, le cui convinzioni sembravano essere in accordo con la propria. Secondo questo saggio, non si poteva fare affidamento sugli insegnamenti e le tradizioni del passato. Per essere certi delle proprie convinzioni, era necessario ricavare conclusioni precise con l’impiego di ragionamenti incontestabili. La natura di questa precisione doveva essere matematica – sostanzialmente dipendente dalla nozione di numero e dalla sua applicazione a forme geometriche.
Devono essere numero e geometria, non mito e superstizione, a governare il comportamento del mondo.
Amphos s’imbarcò. Trovò la strada fino alla città di Crotone, dove il saggio e la sua comunità di 571 uomini saggi e di 28 donne sagge studiavano in cerca di verità. Dopo qualche tempo Amphos fu accettato nella comunità. Il nome di quel saggio era Pitagora.
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