Pagine antologiche da Il numero linguaggio della scienza di Tobias Dantzig. Come il re Serse contò il suo esercito.

Le guerre persiane
Nel 1953 Tobias Dantzig procedette ad una riedizione del suo capolavoro: Il numero linguaggio della scienza. L’edizione del ’53 presentava, come già ricordato in un altro articolo, l’aggiunta di una seconda parte: Problemi vecchi e nuovi che come la prima è stata fonte di episodi ed esempi ampiamente ripresi e citati nella didattica della matematica .
Uno di questi episodi è il metodo utilizzato da Serse re di Persia, per contare i soldati del suo numeroso esercito. Non v’erano registri nominali e non aveva neppure un senso istituirli atteso il ruolo di votati alla morte dei soldati. Per contarli, i soldati, bisognava radunarli tutti in un posto e chiuderli in un recinto. Un analogo dello stazzo per contare le pecore.
Il racconto del metodo utilizzato da Serse è di Erodoto, padre della Storia, come lo definì Cicerone, ed è tratto dalle volume VII delle sue Storie.
Il territorio di Dorisco è in Tracia, una vasta pianura vicino al mare, attraverso la quale scorre un gran fiume, l’Ebro; qui fu costruita quella fortezza reale chiamata Dorisco e qui Dario pose un posto di guardia fin dal tempo della sua avanzata verso la Scizia. Per questo Serse lo ritenne il luogo adatto per schierare e contare il suo esercito, e così fece, Tutta la sua flotta, una volta arrivta a Dorisco, fu, a suo comando, portata su una vicina spiaggia… e trattenuta in riposo… Nel frattempo Serse contava il suo esercito… Quale fosse il numero delle varie parti di cui si componeva questo esercito non posso dirlo con esattezza, perchè nessuno ce l’ha detto; ma contando l’intera armata si trovò che contava un milione e settecentomila unità. Il calcolo fu eseguito così: una miriade di uomini [cioè 10.000 uomini] venne riunita in un luogo e quando essi furono serrati al massimo tra loro si tracciò tutt’intorno al gruppo una linea e poi si madarono via. Sulla linea tracciata si costruì quindi un muro di pietra fino all’altezza dell’ombelico di un uomo e nello spazio così limitato si fecero entrare successivamente altri uomini, finchè, in tal modo furono contati tutti (Erodoto, Le storie, Libro VII).Tobias Dantzig, il numero linguaggio della scienza, La Nuova Italia, 1965
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