I programmi d’insegnamento della matematica nella scuola media. Storia e didattica della matematica attraverso i programmi d’insegnamento ministeriali.
Ottant’anni fa, l’Italia attua una nuova riforma della scuola. Il ministro è Giuseppe Bottai. La legge è del 1º luglio 1940, la n. 899, e l’Italia è già in guerra. Nasce la scuola media triennale. È affiancata dalle scuole di avviamento (indirizzi: professionale, commerciale, industriale) e dalla cosiddetta postelementare.
L’impostazione del doppio canale per la scuola dagli 11 ai 14 anni sopravvive alla caduta del fascismo e all’opera di ricostruzione. È solo con la legge 1859 del 31 dicembre 1962 che la scuola media diventa unica. Scompare l’avviamento professionale. La legge porta la firma del ministro Luigi Guy. Ha però avuto una lunga gestazione e goduto dei risultati favorevoli delle prime “sperimentazioni” istituite per saggiare il nuovo ordinamento. Alla definizione della legge – certamente la più significativa per il sistema Italia del dopoguerra – hanno contribuito più ministri, compreso Aldo Moro.
Il piano di studi della nuova scuola media prevede l’insegnamento di matematica, osservazioni ed elementi di scienze naturali. Un insegnamento che sarà contestato, invocato, criticato, cancellato, ripristinato, trasformato, ancora discusso.
Un’idea di come veniva percepito l’insegnamento della matematica verso la fine degli anni Sessanta si coglie, in modo estremo e radicale, negli scritti di Don Lorenzo Milani.
In Lettera ad una professoressa (1967), Don Milani scrive:
“La seconda materia sbagliata è matematica. Per insegnarla alle elementari basta sapere quella delle elementari. Chi ha fatto la terza media ne ha tre anni di troppo […] Non è vero che occorra la laurea per insegnare matematica alle medie. È una bugia inventata dalla casta che ha i figlioli laureati. Ha messo la zampa su 20.478 posti di lavoro un po’ speciali. È la cattedra dove si lavora meno ( 16 ore settimanali) – È quella in cui non occorre aggiornarsi. Basta ripetere per anni le stesse cretinate che sa ogni bravo ragazzino di terza media. La correzione dei compiti si fa in un quarto d’ora. Quelli che non son giusti son sbagliati. “
Le 16 ore settimanali di insegnamento furono portate a 18 con il D.M. 9.2.79 emanato sulla scorta della Legge 16 Giugno 1977, n.348. L’insegnamento veniva così potenziamento e rafforzato. La denominazione di Matematica, osservazioni ed elementi di scienze naturali era mutata in Scienze matematiche, chimiche, fisiche e naturali (finalizzate quest’ultime anche all’educazione sanitaria).
Nel 2003 – ministro Letizia Moratti – il documento di integrazione ai piani di studio (30 luglio 2003) stabilisce una separazione e un diverso abbinamento degli insegnamenti in Matematica e Scienze e Tecnologie, con orari ben distinti. Durò poco. Dal 2007 l’integrazione degli insegnameti è ripristinata con denominazione: Matematica e Scienze. E ancora vige.
Il D.Lgs. n. 59 del 19/02/2004 – art. 19, comma 2 – decreta:
Le espressioni “scuola materna”, “scuola elementare” e “scuola media” contenute nelle disposizioni vigenti si intendono sostituite, rispettivamente, dalle espressioni “scuola dell’infanzia”, “scuola primaria” e “scuola secondaria di primo grado”.
La sostituzione terminologica sancita dal dlgs. 59/2004 non è affatto scomparsa preferendosi ancora parlare, ad esempio, di scuola media al pari di maturità o di preside, anzichè dirigente scolastico, e di ispettore, anzichè dirigente tecnico che sono altri cambiamenti conseguenti all’autonomia scolastica.
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