Il progetto di una nuova alleanza di Matematica e Filosofia interpella la coscienza degli educatori e indica nuove dimensioni dell’insegnamento.
L’essere e l’evento di Alain Badiou, opera in sé compatta anche se aperta all’ampliamento, esige più che mai che se ne discuta. La nostra società non ama confrontarsi con un filosofo autentico, sorda come vuol essere a ogni richiamo verso la vera vita. Tanto più restia, refrattaria, scostante quanto più il richiamo è autorevole. Ed è proprio per questa riluttanza che bisogna ardire di sfidarla. Siamo tenuti a una nuova rivoluzione del pensiero.
La realtà non è l’Uno, ma il Molteplice.
Ne desumiamo che non ha più senso conferire realtà al soggetto isolato. Il cogito ergo sum entra in crisi. Possiamo dedurre che il principio sia il cogito ergo sumus. Ci autorizza a questa deduzione il concepire l’intersoggettività nei termini della teoria degli insiemi. La matematica si palesa in simbiosi con il vissuto esistenziale. Quel vissuto che l’istante in sé concluso di questa civiltà incivile ripudia in nome del profitto.
Non mancano prove della diffusa ostilità dei contemporanei alla filosofia. Sembra o si vuol credere che le scienze esatte e le scienze umane ne abbiano decretato la morte. Così si perpetua una relazionalità perversa fra gli esseri umani. Ecco perché un filosofo della statura di Badiou è scomodo. Egli addita un nuovo corso per la gioventù. Deluso dagli adulti, prospetta una nuova alleanza fra giovani e anziani. Il suo pensiero risulta quello di un nuovo Socrate.
Perciò il progetto di questa nuova alleanza interpella la coscienza degli educatori.
Ed è a questo punto che risalta la necessità di concepire modi nuovi di insegnare sia la filosofia che la matematica, tanto meglio, sia consentito aggiungerlo, all’interno di una dimensione storico-geografica. Il monito di Platone va rovesciato a favore degli allievi. Non più il divieto di entrare nel tempio del sapere per chi non è geometra. Si apra invece il tempio per i non iniziati.
Come osserva Emilio Ambrisi, discettare di matematica e filosofia sul piano di una saggistica autoreferenziale finisce con l’essere sterile. Ciò che conta è suscitare entusiasmo per queste due discipline nel loro rapporto. Ma sono davvero in un rapporto dualistico? Come le hanno intese filosofi e matematici nel tempo? Coincidono o meno le loro logiche? Anche una critica della ragione informatica richiede che si risponda a queste cruciali domande.
Matmedia, fedele alla sua tradizione, si impegna a fornire spunti utili per una didattica di tali discipline tanto impegnativa quanto gratificante.
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