Una dimostrazione accessibile agli studenti liceali.
La formula eiπ+1=0: è lei l’indiscussa Miss Universo. La formula più bella della matematica. A cominciare dalla metà del XVIII secolo ha incantato e ancora incanta. Colpisce per l’aspetto estetico, la ricchezza e varietà simbolica, la molteplicità dei significati, il legame che instaura tra reale e immaginario, razionale e irrazionale, naturale e artificiale, essere e non essere. Trasmette un non so che di magico, di mistico, di esoterico. Appare sovrumana, oggetto di un mondo sovraordinato, ancora da scoprire o da raggiungere, dove sarebbe possibile assaporare con l’essenza della matematica il senso stesso dell’esistenza umana.
La formula è innegabilmente vera, comprovata da più ragionamenti. Fra le varie dimostrazioni ce n’è una che appare più immediata: si fonda sul formalismo del calcolo differenziale ma in forma contenuta, tale da essere proposta anche ai giovani studenti liceali. Il procedimento dimostrativo parte da un numero complesso z (per semplicità di modulo 1) espresso in forma trigonometrica e si articola nei seguenti passaggi, che non necessitano di aggiunta di parole:
z=cosx+isenx
dz=i(cosx+isenx)dx= izdx
log z=ix
eix=cosx+isenx
Ecco così spuntar fuori l’identità di Eulero che unisce forma trigonometrica e forma esponenziale di un numero complesso ed ecco, per x= π, il sorprendente risultato: eiπ=-1.
Uguaglianza assolutamente paradossale ma vera.
A questo punto, però, conviene non fermarsi, andare oltre: porre x= π/2. Allora:
da cui elevando ad i si ha:
ovvero ii = 0,20787957……
E la sorpresa continua, il reale continua a spuntar fuori dall’immaginario: √-1 moltiplicato √-1 volte per se stesso si materializza presentandosi con una misura alla stregua di ciò che è tangibile e percorribile e ponderabile. È l’astratto che diventa concreto e l’invenzione realtà.
Due osservazioni finali, didattiche:
- La dimostrazione ha un punto debole: chiede un atto di fede, in particolare che le regole per l’integrazione complessa siano simili a quelle per gli integrali reali. Questo però, più che un punto debole, si traduce in elemento di ricchezza pedagogica, perché avverte di una precisazione e di un rigore da raggiungere.
- Interessante è anche il parere di chi ritiene che la scrittura ρeiθ di un numero complesso in forma esponenziale potrebbe essere data abbastanza presto. Eventualmente come denotativa di una rotazione nel piano. E’ un punto di vista illustrato ad esempio da Bruno de Finetti in Matematica Logico Intuitiva, Cremonese 1959.
ALTRI RIFERIMENTI NEL SITO
Gli esami di Stato della sessione 1997
Gli esami di concorso a cattedre del gennaio 2000 (Gruppo 3)
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