La storia di Am-tep che visse prima di Amphos e fu il primo a sconfiggere pregiudizi e antiche credenze nei demoni e nei sacrifici umani.
Sulla strada che porta alla realtà e alla scoperta delle leggi fondamentali dell’Universo, Am-tep è il primo personaggio che il lettore/viaggiatore incontra. Roger Penrose parla di lui già nel Prologo del libro. Il viaggio, infatti, inizia da lui, da Am-tep, che fu artista di grande valore e primo artigiano del re.
Am-tep era vissuto un migliaio d’anni prima di Amphos e la sua storia aveva subito un drastico cambiamento in una lunga notte di paurosi eventi climatici. Era stato svegliato di soprassalto da un acceso e rumoroso bagliore rossastro penetrante nella sua stanza-laboratorio dalla finestra che dava a Nord. Non era il Sole. L’alba non s’era mai annunciata a Nord. Dalla finestra vedeva onde che si alzavano terribilmente maestose e vortici di vento avvolgenti ogni cosa. E la sua stanza sussultava violentemente scaraventando qua e là tutto ciò che vi si trovava.
Era qualcosa di spaventoso che stava avvenendo nel cielo, nel mare e sulla terra. Pensò che doveva essere opera di un dio adirato perché offeso da qualche azione compiuta dagli uomini, forse da lui stesso con alcuni disegni che in quei giorni aveva tracciato sui suoi vasi decorati. Un’ira così furiosa che non sarebbero certo bastati i soliti sacrifici per placarla. Ci sarebbero voluti sacrifici umani. Mentre pensava ciò, una successione di scosse ancor più violente distrusse gran parte dell’isola. Crollò finanche il Palazzo del re e crollò il Tempio uccidendo e seppellendo tutti i sacerdoti e le loro vittime sacrificali.
La devastazione fu spaventosamente ampia ma non definitiva.
Molti si salvarono e pian piano si dedicarono alla ricostruzione. Am-tep tuttavia aveva giurato di lasciare l’isola, giacché il suo mondo era irrimediabilmente cambiato, divenuto preda di un Demone malvagio. Ci riuscì qualche anno dopo su una barca costruita da uno dei suoi figli. Lasciò l’isola insieme a loro, ai figli, e al nipote. Il viaggio richiese alcuni giorni ma in condizioni metereologiche molto favorevoli. In una notte chiara e senza vento Am-tep stava spiegando al nipote le disposizioni delle stelle, quando uno strano pensiero lo colse di sorpresa. Le disposizioni delle stelle non erano state assolutamente cambiate, neppure per uno iota, rispetto alla loro posizione prima della catastrofica apparizione del terribile Demone.
Notò allora che anche la Luna mostrava la stessa faccia e aveva conservato la sua traiettoria. E così il Sole. Fu portato allora a riflettere che le forze che dominano l’universo dovevano essere necessariamente superiori a quelle del Demone della Catastrofe. Tanto superiori da disinteressarsene completamente. Allo stesso modo – si chiese – perché le forze che controllavano il Demone avrebbero dovuto interessarsi alle piccole azioni degli uomini e ai loro sciocchi rituali e sacrifici umani? Provò allora anche imbarazzo ripensando ai suoi pensieri di allora, al Demone che si era adirato solo per i disegni sui suoi vasi.
Tuttavia Am-tep continuò ad essere turbato da tutta una serie di “perché?”. In particolare: quali grandi forze controllano il comportamento del mondo e perché esse a volte si manifestano in modi violenti e apparentemente incomprensibili? Condivise le sue domande col nipote, ma non vi furono risposte.
Passò un secolo, poi un millennio, senza che vi fosse alcuna risposta. Poi arrivò Amphos che, nel suo cammino sulla strada che porta alla realtà, raggiunse la grande tappa dove le radici della scienza sono ancora saldamente visibili. Avvicinò il saggio Pitagora e entrò a far parte della Scuola della Matematica .

Sir Roger Penrose visto da B. S.
NOTA
Sulle possibili origini dei nomi, Biagio Scognamiglio, richiesto di un parere, si è così espresso:
PRINCIPALI ARTICOLI DI RIFERIMENTO:
- La strada matematica che porta alla realtà
- La moda ha un ruolo in matematica?
- La storia di Amphos
- Tracce per fare matematica: la somma degli inversi dei quadrati
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